Rai, il lungo addio di Campo e Padoan si tira fuori
Il ministro del Tesoro non lo riceve, il governo evita interferenze e lui vuole lasciare
Antonio Campo Dall’Orto andrà dal ministro Pier Carlo Padoan a rimettere il mandato. Ad annunciargli che si fa da parte, anche se le dimissioni vere e proprie, come vuole la legge, le darà con una lettera alla presidente Monica Maggioni e al Cda di Viale Mazzini. Il problema, però, è che Padoan non l’ha ancora convocato, dunque l’incontro non è in agenda.
Il motivo ufficiale è che l’esecutivo questo fine settimana sarà impegnato al G7 di Taormina e non si vuole lasciare la Rai senza guida alla vigilia di un appuntamento così importante. Ma c’è anche chi dice che, in realtà, il governo voglia prendere tempo e non interferire in una situazione di stallo che è ancora prettamente aziendale. Uno stallo dovuto al fatto di non aver trovato ancora il sostituto e di non avere un piano su come uscire dall’impasse. La decisione di lasciare il dg l’avrebbe presa nella serata di lunedì, dopo che il suo piano sull’informazione è stato impallinato dai consiglieri. Che, comunque, sono pronti a intentare contro di lui un’azione di responsabilità che, tra l’altro, provocherebbe la sua decadenza. Ha aspettato un paio di giorni a farla trapelare – fanno sapere da Viale Mazzini – per non scatenare polemiche nel giorno (martedì) in cui la Rai è stata impegnata in un’importante prima serata su Falcone e Borsellino. “Me ne vado perché non ci sono più le condizioni, ma al ministro illustrerò le tre emergenze di cui occorre occuparsi subito”, fa sapere Campo Dall’Orto. Ovvero: tetto degli stipendi, piano informazione e piani di produzione dei palinsesti. “Ho la coscienza a posto e la consapevolezza di aver svolto fino all’ultimo giorno il mio dovere” sono le parole che fa trapelare il dg. Compreso quello di andare, ieri, in audizione in Vigilanza. Dove il manager è riuscito a far imbufalire di nuovo il cda. “Il piano sull’informazione è pronto. Credo che, al di là da quello che succederà in azienda, il progetto possa essere portato avanti”, ha detto, scatenando le reazioni dei consiglieri. Situazione congelata per qualche giorno, dunque, mentre si cerca un sostituto. Al momento la soluzione interna è la più plausibile, con Paolo Del Brocco o Luciano Flussi.
Non c’è il sostituto Il direttore generale continua la polemica a distanza con la politica