“Così affogano i bambini”: la foto dell’ong Moas
Caos Mediterraneo Rettet e Medici senza frontiere accusano la Guardia costiera libica: “Sparano sui barconi”. La replica: “Le prove?” Esodo Nei primi mesi del 2017 sono già 1530 i profughi annegati. 50 mila gli arrivi in Italia
Trentaquattro morti, in maggioranza bambini, e numerosi dispersi, nell’ennesimo naufragio a trenta miglia da Zuara, in Libia, mentre nella stessa zona le motovedette della guardia costiera libica, denuncia una ong tedesca, sparano contro i barconi dei migranti senza, fortunatamente, provocare feriti. Per Medici senza frontiere i colpi sarebbero stati esplosi in aria.
SALE LA TENSIONEnelle acque internazionali di fronte le coste libiche per l’aggressione armata denunciata in un post su Facebook dall’ong Jugend Rettet, che cita la testimonianza di Jonas, capitano di Iuventa: ha visto un motoscafo libico sparare una serie di colpi durante uno dei salvataggi: “La situazione era sotto controllo finché non sono stati sparati i primi colpi e i rifugiati sono stati picchiati. Un centinaio di persone in preda al panico sono saltate in acqua nel tentativo di raggiungere noi e la nave Aquarius”, che partecipava all’operazione di soccorso. “Due dei barconi sono stati riportati in Libia dall’equipaggio del motoscafo. Non sappiamo dire se ci siano stati morti o quanti possano essere, dovevamo fare attenzione a non essere colpiti anche noi dai proiettili”. La ricostruzione è stata smentita dalla Marina libica, che ha sfidato l’ong tedesca Jugend Rettet a produrre prove: “Se le ong volessero veramente fare l’interes- se dei migranti dovrebbero cooperare con noi e non farci la guerra”. L’incidente si è verificato nello stesso tratto di mare in cui ieri un barcone con a bordo almeno 200 migranti si è ribaltato forse per un’onda anomala, forse per un improvviso spostamento dei migran- ti, stipati come merce nella stiva: dentro, intrappolati s ot t ’ acqua, sono rimasti in centinaia, che hanno tentato di scappare come topi in superficie. Ai soccorritori dall’alto è apparsa la scena di centinaia di teste affioranti dal mare, documentata dalla foto diffusa su Twitter da Chris Catambrone, il patron di Moas, una delle ong finite nel tritacarne dei sospetti, con un commento più che eloquente: “Non è la scena di un film horror, ma una tragedia della vita reale che si svolge alle porte dell’Europa”. Sono 34 i cadaveri recuperati, per la maggior parte bambini, numerosi migranti finiti in mare sono stati salvati dalla stessa Guardia costiera e dai marinai della nave Fiorillo, della nave di Moas e di un rimorchiatore, che stanno operando sul posto. Per la ricerca di altri superstiti la centrale operativa di Roma della Guardia costiera ha allertato altre imbarcazioni in zona ma sono numerosi i dispersi di quest’ennesima tragedia del mare avvenuta in acque internazionali documentata per la prima volta sui social da Catambrone, che ha accompagnato la foto con una cronaca dettagliata del salvataggio con i toni accesi del dramma, come quando ha raccontato del tentativo disperato di un operatore di aprire la stiva del barcone ribaltato nella quale erano intrappolati decine di migranti sott’acqua.
Salgono a oltre 1530 i migranti annegati nelMediterraneo nei primi mesi del 2017, e circa 50 mila persone sono sbarcate sulle nostre coste, la gran parte arrivate “per gravi crisi umanitarie”, ha detto in audizione alla commissione Antimafia, il capo Dipartimento per immigrazione, Gerarda Pantalone.
Dovevamo stare attenti a non venire colpiti anche noi dai proiettili ONG JUGEND RETTET
Se volessero davvero salvare i naufraghi non farebbero la guerra a noi G. COSTIERA LIBICA