Il Fatto Quotidiano

Arrestato il killer 15enne: ha ucciso due camorristi

Napoli: ha pianificat­o ed eseguito, con complici ancora a piede libero, gli omicidi. Ha già un figlio e sua madre è una delle poche donne al 41 bis

- » VINCENZO IURILLO

C’è un ragazzino di Napoli che a 15 anni e mezzo ha ucciso due spacciator­i, ha rischiato di essere ammazzato durante la sparatoria, e ora è finito nel Centro di accoglienz­a dei Colli Aminei per essere portato in un istituto penitenzia­rio minorile. È la vita bruciata di Federico (il nome è di fantasia), che oggi ha 16 anni, è diventato padre e ha un’ordinanza di custodia cautelare sul groppone che lo dipinge come un killer degli scissionis­ti, un assassino che ha agito contro due affiliati del suo stesso clan, gli Amato-Pagano. Federico ha ucciso “per dare l’esempio ”. I due, piccoli pusher della zona, dovevano essere puniti per uno sgarro, per una presunta scomparsa di un quantitati­vo di droga.

COMPIRÀ 17 anni a dicembre, Federico, e ha respirato odore di camorra sin dalla nascita. La madre è detenuta al 41 bis, uno dei pochissimi casi di carcere duro applicato a una donna. Federico porta un cognome pesante che indossa come un vestito cucito su misura, un cognome di quelli che fanno tremare i polsi tra Secondigli­ano, Melito e Casavatore, dove il clan Amato-Pagano ha dovuto ripiegare i suoi affari con l’avanzata dei Vinella-Grassi nei quar- tieri della periferia napoletana. Federico è un assassino, di quelli da mandare in prigione perché la permanenza in casa e le misure cautelari alternativ­e non sono ritenute adeguate. Lo scrive il gip Piero Avallone nell’ordinanza emessa grazie a indagini coordinate dai pm anticamorr­a di Napoli Vincenza Marra e Mau- rizio De Marco. La Procura ordinaria ha poi trasmesso gli atti a quella minorile, che ha chiesto e ottenuto l’arresto del ragazzo.

È ACCUSATO Federico, in concorso con altre due persone – Raffaele Mauriello e Carmine Della Gaggia, maggiorenn­i – dell’omicidio di Alessandro Laperuta e Mohamed Achir – anche loro maggiorenn­i – avvenuto il 20 giugno 2016 in un appartamen­to al quarto piano di un palazzone popolare a Melito. Uno è stato ucciso a bruciapelo, l’altro è morto dissanguat­o, mentre l’assassino chiudeva la porta per impedirgli di fuggire. Fe- derico è incastrato dalle indagini dei carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Castello di Cisterna e della Tenenza di Melito, che hanno in mano intercetta­zioni ambientali successive agli omicidi e la prova dello stub ( che certifica il contatto con la polvere da sparo).

DALLE INTERCETTA­ZIONI si capisce che Federico progettava gli omicidi da tempo. Lo dice il padre di uno dei suoi complici, Ciro Mauriello: “Io, personalme­nte io gliel’ho detto: non è il momento. Quando sarà te lo faccio fare io, ma adesso non è il momento”. Nel corso della sparatoria, Federico è stato ferito all’addome dal fuoco nemico. È scappato via a bordo di uno scooter Yamaha guidato da Raffaele Mauriello. Durante la fuga, il motociclo è andato a sbattere a un incrocio contro una Punto. Federico è franato a terra, le mani fradice di sangue. Urlava: “Me ne devo andare, devo andare in ospedale, guardate come sono combinato”. Ai carabinier­i accorsi per verificare l’accaduto, Federico prima ha fornito generalità false, poi ha provato ad attribuire le ferite all’incidente. Ma la felpa blu aveva un buco da foro di proiettile all ’ altezza del costato sinistro. I medici dell’ospedale hanno constatato che quelle ferite erano di arma da fuoco.

L’intercetta­zione

Il boss: “Io gli avevo detto: non farlo, te lo farò fare io quando sarà il momento”

 ?? Ansa ?? Gomorra Sangue e violenza di ragazzini a Napoli
Ansa Gomorra Sangue e violenza di ragazzini a Napoli

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy