La Procura sta dalla parte di Woodcock
Bocche cucite, solo una nota: “Apprezzamento per tutti i magistrati dell’ufficio”
Arriva
un segnale di pace alla Procura di Napoli che naviga nel mare agitato del caso Consip. Un caso che ha prodotto all’interno alcune tensioni sulla conduzione mediatica della vicenda – culminate nell’incolpazione al Csm del pm anticamorra Henry John Woodcock per un’intervista mai rilasciata – e su questioni connesse, tra cui la gestione dei fascicoli con reati di competenza di più sezioni.
Nel pomeriggio di ieri il procuratore reggente Nunzio Fragliasso ha diramato un comunicato stampa al termine di una riunione convocata appositamente con gli otto procuratori aggiunti dell’ufficio: Giuseppe Borrelli, Filippo Beatrice, Rosa Volpe, Giuseppe Lucantonio, Alfonso D’Avino, Luigi Frunzio, Fausto Zuccarelli e Vincenzo Piscitelli. Nella nota si afferma che il capo e gli aggiunti “condividono le attuali linee di gestione e responsabilità dell’azione giudiziaria della procura di Napoli” e “manifestano apprezzamento per il costante impegno di tutti i magistrati dell’ufficio nello svolgimento del proprio lavoro e per i proficui risultati conseguiti”. Apprezzamento per tutti i pm, quindi. È il primo, piccolo ma tangibile, segnale di solidarietà a Woodcock, che è uno di quei “tutti”.
I vertici della procura partenopea inoltre “assicurano che l’attività della procura di Napoli proseguirà, con assoluta unità e in piana autonomia, per contrastare ogni forma di illegalità, a tutela delle vittime dei reati, nel rispetto delle regole processuali e del diritto degli indagati”.
La nota di Fragliasso va letta e interpretata alla luce delle circo- stanze che hanno preceduto e maturato la riunione. Ossia al garbato botta e risposta tra Fragliasso e Piscitelli – a ggiunto della Settima Sezione, reati di criminalità, in un recente passato pm titolare insieme a Woodcock delle inchieste su Berlusconi, Lavito- la e P4 – relativo a un ordine di servizio del reggente sulla gestione dei fascicoli contenenti reati di competenza di più sezioni, che pareva obbligare i pm ad informare non solo il proprio aggiunto di riferimento, ma anche quello della sezione dei reati di diversa competenza. Fragliasso e Piscitelli, alla luce di alcuni chiarimenti reciproci fatti col massimo garbo e senza spirito polemico, hanno poi trovato piena intesa. Ma l’ordine di servizio ha dato il via a giorni in cui i sostituti e gli aggiunti hanno scritto tra loro e discusso a lungo di come stessero andando le cose, mentre il caso Consip, i rapporti con la Procura di Roma e la gestione del Noe – estromesso dalle indagini a Roma ma non a Napoli – conquistavano le pagine dei giornali. E Piscitelli era arrivato a formalizzare una richiesta di assemblea di tutti i pm. Ufficialmente, solo sulla gestione dei fascicoli.
Il comunicato “Gli aggiunti e il capo condividono la gestione dell’azione giudiziaria”