Il Fatto Quotidiano

UN REALISMO OTTUSO SI AGGIRA PER L’EUROPA

- » GUIDO RAMPOLDI

Avvolto nel suo mantello di carta stampata avanza a grandi passi un nuovo mago, il Realismo. Promette di risolvere con i suoi incantesim­i due assilli che la strage di Manchester di nuovo intreccia, il terrorismo islamista e la presenza musulmana in Europa incrementa­ta dall’immigrazio­ne. Se stiamo ai muri di parole garbate e ragionevol­i che tanti commentato­ri alzano in questi giorni per sbarrare la strada a migranti e a jihadisti, ma soprattutt­o a verità sconvenien­ti, il Realismo ci metterà al sicuro. Come, non è ancora chiaro. Ma non gli chiedete chiarezza e coerenza, non sono quelle le sue specialità.

E NON IMPORTUNAT­ELO con i vostri dubbi: se per esempio il mago vi dice che pagando le tribù del Fezzan l’Italia può davvero chiudere ai migranti i cinquemila chilometri desertici di confine libico, credetegli sulla parola, come fanno i nostri giornalist­i quando ascoltano Minniti. Soprattutt­o non lo tediate con questa lagna dei diritti umani. Roba passata, buonismo, gingilli da radical-chic. Piaccia o no ( e a Corriere e

Stampa non dispiace) Trump ci sta conducendo nella nuova era realista: d’ora in poi l’unica bussola, l’unica misura etica, è la convenienz­a. Resta con- fuso cosa convenga a chi, ma pare comunque sia un buon affare affratella­rci con qualsiasi despota o tagliagole prometta di combattere l’“islam radicale”, area dai confini incerti da fissare all’occorrenza. E se poi lo combatte con il solito armamentar­io – camere di tortura, desapareci­dos, auto-impunità – fate spallucce. Ricordatev­i che l’Arabo, il Musulmano, è sempre un selvaggio tendenzial­mente antropofag­o, un barbaro inassimila­bile, adepto di una religione guerrafond­aia che aggredisce la nostra: ma questo non ditelo in modo esplicito, altrimenti fate il gioco del populismo. E il Realista indossa l’abito grigio della moderazion­e. È un estremista soft, beneducato, politicall­y correct. Condanna sempre il razzismo, la violenza, il fascismo. Crede nella democrazia. Non rutta improperi come i leghisti.

Semmai allude. Ammonisce, a proposito degli islamisti psicopatic­i che risolvono crisi esistenzia­li con un massacro: “Basta nasconderc­i la realtà, questa è una guerra di religione” (sottinteso: l’islam è il nemico). Oppure: “Ma quali Primavere arabe, smettiamol­a di illuderci!”. Che è un modo simpatico per dire che la democrazia non è nel dna del Musulmano. Talvolta immaginifi­co fino alla teatralità, il Realista può proporre soluzioni suggestive ancorché impraticab­ili, tipo il rimpatrio immediato di tutti i migranti di cui è stata respinta la domanda di asilo, decine di migliaia (occorrereb­bero accordi bilaterali, che mancano; eserciti di poliziotti-accompagna­tori; flotte di aerei; campi di detenzione) o l’accoglimen­to riservato ai migranti di fede cristiana (la via più breve per diventare lo zimbello del diritto internazio­nale).

Non deve sorprender­e che quest’ultima proposta provenga dall’Huffington post italiano, sito in apparenza liberal: se gratti il progressis­ta spesso in Italia trovi il Realista. Che è meticcio, sfuggente. Così fa bene la Stampa ad omettere, nell’intervista­rlo, che l’i sr ael ia no Mordechai Kedar è un guru del movimento dei coloni: i lettori potrebbero pensare che la sua fiducia nel Realismo trumpiano o la sua stima dei premier ‘realisti’ ungherese e israeliano siano un’esclusiva dell’estrema destra, mentre invece traversano un vasto arco illiberale variamente travestito.

IL FATTO CHE NON sia classifica­bile come “destra” o “sinistra” non implica che il nuovo Realismo non sia ideologico: lo è al punto che mantiene un rapporto troppo labile con la realtà. Da qui l’ostilità rumorosa e trasversal­e che suscita Tariq Ramadan ogni volta che si affaccia in Italia. Avendo discusso a lungo con lui, ne ho tratto l’impression­e di un filosofo acuto e dialogante. In ogni caso Ramadan si batte con coraggio per l’interpreta­zione non letterale dei sacri testi musulmani, il passaggio sul quale si gioca il futuro della Riforma dell’islam. Se fossimo pragmatici gli faremmo ponti d’oro. Invece gli spariamo sistematic­i “vade retro!” nel quale convergono progressis­ti-conformist­i (ieri il sindaco di Bolzano, Pd), ayatollah della laicità e soprattutt­o la claque di Netanyahu, tutta Realista ( anche a motivo del fatto che Ramadan difende le Primavere arabe). Si direbbe che un musulmano pensante, per giunta docente a Oxford, non abbia posto nel mondo come ce lo rappresent­iamo. Questo è anche un problema del nuovo Realismo trumpiano: dà per scontato ciò che scontato non è. E così accumula un tasso di ottusità ideologica troppo pericoloso non solo per quella dubbia entità che ancora chiamiamo Occidente, ma soprattutt­o per l’Europa.

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