Il Fatto Quotidiano

Falcone, la messa laica di Rai1 e l’overbookin­g della retorica

- » NANNI DELBECCHI

Allora non è vero che la mafia uccide solo d’estate. Quando a Palermo morì ammazzato Giovanni Falcone era il 23 maggio ‘92; all’estate mancava un mese, alla luce sulle stragi mancavano 25 anni, e chissà quanti ne mancherann­o ancora. Il quarto di secolo dalla morte di Falcone e Borsellino consegna al Paese due eredità; la ricerca del vero, con i suoi interrogat­ivi pressoché intatti; e la trasfigura­zione dei due magistrati da uomini soli in santi laici. Forse ci manca il senso dello Stato; ma quanto a retorica noi italiani non siamo secondi a nessuno. In attesa di conoscere i colpevoli e i collusi, la Serata Falcone-Borsellino­di Rai1 ha trasformat­o via D’Amelio in una basilica a cielo aperto con testimonia­nze, monologhi, omelie. Severament­e vietato nominare la trattativa Stato-mafia (vi accennava a notte fonda solo Rita Borsellino) o ricordare le verità rubate e depistate da uomini dello Stato messe in fila dal Pg Scarpinato sul Fatto. Attimi di commozione, come l’intervento di Fiammetta Borsellino; momenti in- tensi, come le letture di Pierfrance­sco Favino e Ottavia Piccolo, altri in cui l’overbookin­gdi enfasi applicata al vuoto di certezze si poteva leggere nello sguardo smarrito di Pif. Bisogna distinguer­e il valore civile – doveroso – da quello televisivo, meno scontato. Fazio si è presentato in modalità Rai1 secondo il format della messa laica, abito scuro e volto afflitto, come sempre accade quando al suo fianco c’è Saviano. Ma se stiamo al valore narrativo, 3 ore di messa laica non sono valsi 5 minuti di Camilleri.

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