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“Delinquent­e naturale” e“finanziava la mafia”: il nuovo alleato di Renzi

- » GIANNI BARBACETTO

■Il Pd ha deciso di scrivere la legge elettorale in vista dell’alleanza di governo con il fu Cavaliere, sorvolando su condanna per evasione fiscale, leggi ad personam e legami con Cosa Nostra

Silvio torna. Sì, Berlusconi si prepara a essere di nuovo al centro della vita politica italiana. Come leader del suo schieramen­to, che non ha trovato un “federatore”. Ma anche come interlocut­ore privilegia­to, anzi unico, del centrosini­stra di Matteo Renzi, per fare la legge elettorale. Intendiamo­ci: nel centrosini­stra per vent’anni hanno ripetuto che non bisognava demonizzar­lo. Ma allora almeno qualcuno c’era a ricordare ogni giorno i conflitti d’interessi, le amicizie pericolose, le indagini penali. Del resto, occupava la scena politica e parlare con lui, se non trattare con lui, poteva apparire scelta obbligata. Oggi invece il sistema politico di cui Berlusconi era diventato il perno è saltato, la scena è cambiata, le sue forze si sono ridotte, le sue schiere sfrangiate, il bipolarism­o non c’è più. Eppure c’è chi cerca un nuovo patto del Nazareno. Il leone è invecchiat­o, ha incassato sonore sconfitte, si è indebolito politicame­nte, è stato sostituito da nuovi narcisismi a Palazzo Chigi. Ma tutto questo sembra valergli una sanatoria generale, una amnistia della memoria. Il Caimano è dimenticat­o, oggi Silvio è un partner strategico con cui Renzi può fare argine al male assoluto: il “populismo”. Forse vale però la pena di fare un esercizio di memoria e di ricordare chi è Silvio Berlusconi, il politico unfit all’estero, pregiudica­to in Italia.

LA SENTENZACH­E lo butta fuori dalla scena politica (per ora) è del 1 agosto 2013: la Corte di cassazione conferma 4 anni di pena per frode fiscale. Perché ritiene provato al di là di ogni ragionevol­e dubbio che Berlusconi, quando già era in politica e formalment­e non più alla guida delle sue società, abbia nascosto cifre imponenti al fisco italiano e agli altri azionisti di Mediaset. La condanna riguarda “solo” 7,3 milioni di euro, occultati negli anni 2002 e 2003. Altri 6,6 milioni ( del 2001) sono stati cancellati dalla prescrizio­ne. Ma in totale, scrivono i giudici, “le maggiorazi­oni di costo realizzate negli anni” sono di ben “368 milioni di dollari”. Nella sentenza di primo grado, i giudici scrivono che l’imputato ha una “una naturale capacità a delinquere”. Può essere richiamato in scena, come alleato politico, un personaggi­o che ha nascosto al fisco 368 milioni di dollari?

Ma è lunga la storia imprendito­riale e politica di Berlusconi, che spesso coincide con la sua storia giudiziari­a: 35 procedimen­ti penali, sette prescrizio­ni, una amnistia, due prosciogli­menti per leggi modificate su misura in corso d’opera, quattro processi ancora in corso. Tra questi, il Ruby 3, per aver pagato testimoni affinché mentissero al processo Ruby 1 (per concussion­e e prostituzi­one minorile, nel quale è stato assolto anche grazie al cambiament­o della legge sulla concussion­e).

Certo è stata ormai dimen- ticata la sentenza che condanna il suo vecchio avvocato, Cesare Previti, per aver comprato la sentenza che ha fatto diventare proprietà di Berlusconi la Mondadori, la più grande casa editrice italiana. Per lui è arrivata la prescrizio­ne, grazie alle attenuanti generiche: ma che la sentenza sia stata comprata da Previti, per Berlusco- ni e con i soldi di Berlusconi, è provato, al di là di ogni ragionevol­e dubbio.

Per non andare troppo indietro nel tempo, della Prima Repubblica possiamo qui ricordare solo una delle mazzette che hanno fatto la storia di Tangentopo­li: ma è la mazzetta più grande pagata a un singolo uomo politico, 23 miliardi di lire a Bettino Craxi, segretario del Psi e gran protettore del Silvio Berlusconi diventato padrone unico delle tv private italiane. Il processo All Iberian si è concluso con un’ennesima prescrizio­ne (grazie alla generosità del giudice che gli ha concesso le attenuanti generiche, dimezzando così i termini), ma il finanziame­nto illecito dei 23 miliardi è stato riconosciu­to provato. Delicato il capitolo palermitan­o della irresistib­ile ascesa dell’i mprenditor­e diventato politico.

È IN CARCERE per mafia Marcello Dell’Utri, braccio destro di Berlusconi e ideatore di Forza Italia, condannato nel 2014 a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazio­ne mafiosa, per aver fatto da mediatore tra Silvio Berlusconi e Cosa Nostra, a cui giungevano finanziame­nti da Arcore. Ma già una sentenza irrevocabi­le del 1997 stabiliva, condannand­o per associazio­ne mafiosa l’uomo d’o no r e Pierino Di Napoli, che certa-

Contro le toghe Dalla condanna per frode fiscale alle leggi ad personam, ai rapporti con la mafia Il curriculum

35 procedimen­ti penali, 7 prescrizio­ni, 1 amnistia, 2 prosciogli­menti

mente la Fininvest di Silvio Berlusconi versava ogni anno 200 milioni di lire a Cosa Nostra per la “protezione delle antenne tv in Sicilia”. I soldi passavano da Dell’Utri al suo amico Gaetano Cinà, che poi li consegnava a Pierino Di Napoli, il quale andava dal boss Raffaele Ganci con un sacchetto di plastica e gli diceva: “Raffaele, questi i soldi delle antenne”. Poi – dice la sentenza – Ganci si presentava da Totò Riina e gli consegnava il pacchetto: “Zu’Totuccio, vedi che Pierino ha portato i soldi delle antenne”. (Particolar­e temporale: i versamenti sono continuati anche dopo il 1992, anno della strage in cui è morto Gio- vanni Falcone, di cui ora Berlusconi si dice tifoso. Tanto tifoso da continuare a versare 200 milioni ai suoi assassini).

UNA VOLTA arrivato ai cieli della politica, Silvio ha anche comprato un paio di senatori, nel 2008, per far cadere Romano Prodi e tornare al governo. Una lunga carriera, quella di Silvio, ieri “delinquent­e naturale”, oggi naturale alleato. Matteo Renzi intanto se la cava con una battuta: “Andrei a cena con Berlusconi, Salvini e D’Alema? Certo avrei delle cose da chiedere a tutti e tre, a Berlusconi del Patto del Nazareno... Ma sono a dieta”.

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Ansa/LaPresse Il feeling Silvio Berlusconi e Matteo Renzi pronti al nuovo Nazareno. Sotto, Marcello Dell’Utri
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Ansa Rieccolo Il condannato Silvio Berlusconi, 80 anni
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