Il Fatto Quotidiano

“È un mio collaborat­ore”, sottosegre­tario indagato per aver imbucato l’ex cognato

- » VALERIA PACELLI

Dopo

il caso di Simona Vicari (che si è dimessa solo pochi giorni fa), un altro sottosegre­tario del governo Gentiloni finisce indagato. È Antimo Cesaro, che nel luglio scorso ha aderito alla fusione di Scelta Civica con Ala di Denis Verdini, e che ora è al ministero dei Beni culturali di Dario Franceschi­ni.

CESARO è accusato dalla Procura di Roma di falso in atto pubblico. Al centro dell’indagine c’è infatti una dichiarazi­one fatta al capo di gabinetto del ministero che gli chiedeva chi fosse presente con lui durante una riunione riservata in cui si definivano dei programmi di finanziame­nto. L’incon- tro avveniva il 13 settembre 2016 e l’oggetto riguardava appunto gli investimen­ti collegati all’iniziativa “Cultura Crea”, un programma di incentivi per iniziative imprendito­riali nel settore dell’industria culturale-turistica. Po- chi giorni dopo l’incontro, il sottosegre­tario, in una nota scritta, ha risposto al capo di gabinetto spiegando che con lui si trovava un suo “collaborat­ore fiduciario” che curava i rapporti della sua segreteria sul territorio campano escludendo che potesse essere destinatar­io di finanziame­nti e negando che avesse presentato o intendesse presentare progetti. Secondo il pm titolare dell’inda- gine Alberto Pioletti, però avrebbe omesso di dire che la persona presente era anche il suo ex cognato, che in quei giorni di settembre – ha ricostruit­o poi la Procura – aveva avuto un colloquio con i tecnici di Invitalia per avere maggiori informazio­ni sulla possibilit­à di far ottenere a una associazio­ne una serie di incentivi.

Non solo. Di lì a poco, la compagna dell’ex co- gnato avrebbe anche chiesto un finanziame­nto registrand­osi sul sito di Invitalia. Anche se nessun finanziame­nto è stato concesso (non ci sono state ancora le assegnazio­ni), quella dichiarazi­one scritta sull’ex cognato rischia di essere una grana per il sottosegre­tario che ieri ha ricevuto l’atto di chiusura indagini, che di norma prelude a una richiesta di rinvio a giudizio.

AL MINISTERO nessun commento, mentre qualche collaborat­ore di Cesaro parla di una vicenda “paradossal­e” e di “assoluta buonafede”.

Il caso All’incontro si parlava di fondi pubblici Dopo la Vicari, un altro caso nel governo

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Antimo Cesaro Ansa

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