“Io sequestrato tre anni da falsi carabinieri”
Nel libro l’imprenditore Balli racconta la sua vita in fuga da mafiosi che non erano tali
“Ho passato tre anni sotto protezione perché la mafia voleva uccidermi. Ho vissuto sparatorie, sequestri di persona, torture, omicidi. E alla fine ho scoperto che tutto questo incubo che ha devastato la vita della mia famiglia era falso. La colossale messinscena di un ex carabiniere”. Vincenzo Balli – noto imprenditore musicale palermitano di 47 anni – si rende conto che la sua storia è assurda. Eppure è accaduta. C’è il sigillo della Cassazione sulla sua ricostruzione contenuta nel nuovo libro The Truman Boss scritto con Giuseppe Lo Bianco (Castelvecchi). Una vicenda che pare il paradigma delle storie di mafia, dove verità e finzione non si distinguono più. Così come bene e male, veri e falsi uomini dello Stato. L’unico elemento certo sono le vittime.
Cominciamo dall’inizio... Era il 2000 quando ho conosciuto Mario Musotto. Ero uno dei principali imprenditori dello spettacolo in Sicilia. E lui mi ha contattato, siamo di- ventati soci. E amici.
Chi era davvero Musotto? È un ex carabiniere. Diceva di essere stato infiltrato nella mafia e di aver fatto arrestare un boss.
Roba di servizi. Era vero? Non risulta da nessuna parte. Ma non mi chieda più che cosa è vero...
Finché una sera... Musotto si presenta a casa mia piangendo .‘ Vincenzo ’, mi dice, ‘hanno scarcerato il boss, mi vuole uccidere’. Mia moglie e io abbiamo deciso di aiutarlo. Abbiamo sempre creduto nella legalità. Contro la mafia.
Così è cominciato l’incubo? Musotto ci ha detto che i mafiosi volevano vendicarsi anche di noi. Ma i carabinieri suoi amici ci avrebbero protetto. E così giorno e notte ci siamo trovati due uomini armati sul tetto di casa. Intanto la mafia ci stava alle calcagna: siamo dovuti scappare nel cuore della notte. Abbiamo vissuto mesi dormendo in alberghi. Un giorno in autostrada c’è stata una sparatoria. Alla fine hanno rapito Flavio, uno della scorta, e l’hanno ucciso. La regia era perfetta: l’hanno torturato nella mia casa di campagna per dimostrare che erano entrati nella mia vita. Musotto mi ci ha portato, c’era sangue ovunque.
Tutto falso?
Tutto. Ma noi eravamo tagliati fuori dal mondo. Abbiamo passato settimane chiusi in una stanza, quando tiravo su le tapparelle la luce mi faceva male agli occhi. Non sapevo più parlare. Mia figlia piccola balbettava. Ogni volta che uscivo pensavo di non tornare più. E guardi che non sono uno sprovveduto: sono stato paracadutista della Folgore, avevo una grossa impresa. Alla fine, però, ho capito che qualcosa non quadrava e sono andato dai carabinieri, quelli veri. Ci sono stati un’indagine e un processo. Musotto e due complici sono stati condannati: sequestro di persona.
Perché organizzare questa messinscena colossale? Ecco il punto: volete credere che sia la recita di un pazzo? Volete pensare che volessero solo prendermi qualche centinaio di migliaia di euro?
Lei cosa pensa?
Non so. Ma quella gente aveva armi vere. Degli arsenali. E avevano riempito casa mia di microfoni. Ma soprattutto attraverso le loro radio ho ascoltato le comunicazioni, vere, delle forze dell’ordine che arrestavano un mafioso.
Non le basta la condanna di Musotto?
Si è preso tre anni ed è più libero di me. Nel frattempo è diventato regista di film antimafia! Roba da matti, magari prendeva finanziamenti pubblici. E partecipava a eventi con le vittime.
E voi?
Quando la storia è cominciata mia figlia aveva pochi mesi. Quando è finita, 16 anni. Ma siamo riusciti a trasmetterle un forte spirito di impegno civile, contro la mafia. Mia moglie e io, però, abbiamo dentro tanta rabbia. Mi vergogno di essere italiano.
Ho vissuto sotto protezione perché la mafia voleva uccidermi. E alla fine ho scoperto che tutto questo era falso