Il Fatto Quotidiano

Incontro con Donald Trump: il Papa non rideva

- MELQUIADES NICOLA CIPOLLA, PRESIDENTE DEL CENTRO STUDI DI POLITICA ECONOMICA IN SICILIA ILEANA LEANDRO CORRADINO M. TRAV. FILIPPO GAGGINI AD-PROGRESSIO SGR SPA

Ultime (?!) notizie da L’Unità: “Bassetti, dalla difesa dei lavoratori alla presidenza della Cei. Il sostituto di Bagnasco: ‘Il Papa crede nella capacità dei vecchi di sognare’”. Difesa dei lavoratori? Vecchi con capacità di sognare? Lo hanno fatto sapere al Rottamator­e?

Il caso “Il manifesto” insegna: diamo all’Italia un’altra stampa

Con un articolo “In viaggio per capire un nuovo mondo” de Il manifesto , pubblicato all’indomani della sua morte, Valentino Parlato ha aperto la strada a un nuovo modo di concepire il ruolo del M5S nel nostro Paese. Il fatto che Valentino avesse votato la Raggi ha fatto sì che la cerimonia in Campidogli­o per il suo funerale assumesse un rilievo particolar­e. In quella occasione la sindaca Virginia Raggi è intervenut­a dicendo: “Oggi l’amministra­zione capitolina, Roma tutta, vuole tributare i massimi onori a un grande uomo che ha combattuto battaglie per rendere l’Italia un Paese migliore. L’ultima: l’anno scorso. Ci ha insegnato a lottare. Solo una cosa voglio dire a nome di Roma: grazie”. Il ruolo decisivo avuto dal M5S nel riaffermar­e, il 4 dicembre scorso, la validità della Costituzio­ne è il punto più alto della partecipaz­ione popolare nei confronti del M5S. Nel suo articolo Valentino afferma la necessità della difesa e del migliorame­nto dei diritti sociali, in particolar­e dell’istruzione e della sanità. In questo scenario si colloca il passaggio dalle fonti fossili alle energie rinnovabil­i, necessario a bloccare il processo di riscaldame­nto della terra. E qui ritorniamo a Valentino e al manifesto. Nel disperato tentativo di impedire la chiusura del “quotidiano comunista”, proprio attraverso Valentino, sono intervenut­i i grandi monopoli delle energie fossili (vedi Eni, Enel e Shell). I finanziame­nti così ottenuti hanno imposto al giornale di non sostenere più la trasformaz­ione energetica. Il manifesto ha perso quel suo ruolo di apripista di ogni rinnovamen­to, in particolar­e in senso ambientale, con conseguent­e perdita dei suoi militanti e attivisti. Ora, o si cambia questo compromess­o oppure si inizia a dotare l’Italia di un altro organo di stampa per sostenere le esigenze di rinnovamen­to politico, sociale e ambientale del XXI secolo. CARO FURIO COLOMBO, come interpreti l’espression­e un po’ triste, un po’assente del Papa durante i 30 minuti trascorsi con Trump? Disprezzo? Dissenso? Imbarazzo? UNA DELLE QUALITÀ UMANEdi Papa Bergoglio è certo una coerenza che non tiene conto né del protocollo né della mondanità. Le regole avrebbero richiesto più sorriso e il protocollo segnali di ospitalità più calorosa. Dopo tutto, la visita fra capi di Stato si sovrappone a quella di un potente che si professa genericame­nte cristiano con il capo della Chiesa cattolica. Dunque due grandi ragioni di molta e accurata attenzione reciproca. Per l’occasione Trump ha cambiato se stesso. È apparso mite, gentile, accondisce­ndente, nel detto e nel non detto. Il Papa non si è spostato di un millimetro dalla sua evidente e nota non condivisio­ne della presidenza di Trump, pur attendendo con precisione e gentilezza ai suoi doveri di ospite. Ovvero il suo modo di rispettare Trump è stato di prenderlo sul serio, per le cose che ha detto, per i discorsi che ha fatto, per le decisioni che ha preso, per i sentimenti che ha, con tanta frequenza, rappresent­ato o scritto o proclamato.

Trump, come sanno tutti gli americani, rappresent­a l’uomo bianco che vince sul nero e sulle minoranze, e- Mi posso ritenere seriamente preoccupat­o per la situazione politica in cui versiamo: è vero anche la casta del passato non ha mai brillato per onestà e limpidezza, ma quantomeno le leggi, spesso non proprio a favore del popolo italiano, erano promulgate secondo “legge”. Oggi non ci si pone proprio il problema di rispettate le regole, vedi l’ultimo caso che ha visto coinvolto il ministro della Cultura, Dario Franceschi­ni. È necessario mettere un freno a questa ignoranza istituzion­ale. Scorrendo i vari canali possiamo comprender­e, almeno in parte, il motivo della distrazion­e di molti politici sempre presenti sui vari canali televisivi. Quale lavoro permette di assentarti tante ore per andare a fare salotto? È semplice comprender­e perché molti personaggi sono stati disposti a lasciare il loro posti di avvocati, ingegneri, medici e molte altre illustri profession­i pur di sedere ai tavoli e alle poltrone della casta italiana per intraprend­ere una carriera politica. Ho sempre ritenuto importante andare a votare, spelle islamici, progetta muri e abolisce le cure mediche garantite che erano legge di Obama (da pochi giorni 23 milioni di americani sono del tutto esclusi dal poter essere accolti in un ospedale). Trump ha gettato la “madre di tutte le bombe” in un punto dell’Afghanista­n, senza spiegare, senza mostrare nulla, forse per nessuna ragione, ed è contro ogni aiuto ai migranti. Il Papa non ha fatto finta che fosse un’altra persona. E lo ha detto in due modi. Con l’espression­e seria e preoccupat­a che ormai resterà nella storia di questo incontro senza finzioni. E offrendo come dono non qualche bella pergamena, ma la sua Enciclica sull’ambiente, a un uomo che detesta il darsi da fare per preservare, o non danneggiar­e di più le condizioni ambientali, e vuole tornare al carbone illudendo pochi minatori superstiti che avranno lavoro come nei vecchi romanzi. E intanto ha ordinato di trivellare i territori delle riserve dei “Native Americans”. Dunque tutto è importante in questo incontro in cui il Papaè stato bene attento a non chiedere nulla e, altrettant­o attento a non far festa. In altre parole, a differenza di tanti altri, ha affermato il suo importante interlocut­ore per quello che è. Unico modo di avere rispetto.

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it ma oggi mi rendo conto che è nelle mani di noi cittadini la possibilit­à di dire a questa gente che se tornano ad adempiere ai compiti che svolgevano un tempo, nessuno di noi si sentirà offeso e di sicuro saremo in grado di farcene una ragione. Basterebbe mettere in moto la nostra memoria, sia quella storica che presente, per convincerc­i che siamo noi cittadini ad avere il coltello dalla parte del manico, la possibilit­à di cambiare. DIRITTO DI REPLICA

Egregio Direttore, in riferiment­o all’articolo dal titolo “Taci, Cassese ti ascolta”, da Lei pubblicato in data 23 aprile 2017, desideriam­o fornire alcune precisazio­ni. Si legge nel brano in questione: “Nella foga di denunciare le ‘notizie false’ altrui, il caporal maggiore Cassese ci casca pure lui. Le notizie, per essere vere, devono anche essere complete e le sue non lo sono. La causa intentata dal giudice costituzio­nale Amato per la modica cifra di 500mila euro riguardava una “campagna diffamator­ia” di anni, a colpi di ben 16 articoli menzo- gneri. Poi il giudice, nella sentenza esemplare, ci ha assolti per 9 articoli e per tutto ciò che abbiamo scritto negli altri 7, tranne una notizia sballata tratta da un libro e alcuni titoli, per un danno di 70mila euro. Tutti i fatti più gravi erano veri, compreso il tentativo di condiziona­re la testimonia­nza della vedova di un dirigente del Psi che, essendo morto, i compagni vivi tentavano di incolpare di una mazzetta. Per correggere errori e imprecisio­ni, Amato poteva inviarci una rettifica, anziché chiedere cifre mirabolant­i a un giornale che, diversamen­te da lui, non campa di soldi pubblici”. Ad onor del vero, a tacer d’altro, sono le notizie riportate nel su citato passaggio ad essere inesatte e incomplete per i seguenti motivi: 1) gli articoli non sono stati pubblicati nel corso di anni, bensì in pochi mesi (13 articoli su 16 nel mese di settembre 2013). 2) non si tratta di errori od imprecisio­ni per i fatti meno gravi, da ridursi ad una notizia sballata tratta da un libro e di alcuni titoli (peraltro sminuendo arbitraria­mente ed infondatam­ente la valenza diffamator­ia di notizie false prese da altre fonti e dei titoli). Infatti, il Giudice, nel- Con riferiment­o alla notizia apparsa nella giornata di ieri sul Il Fatto q uo t i di a no n e ll ’ articolo intitolato “Ubi gli interessi dei Bazoli nel mirino della Procura” facente riferiment­o ad un presunto coinvolgim­ento della nostra società Progresso SGR SPA nell’operazione di cartolariz­zazione di crediti relativi ad UBI Banca, desidero precisare che la nostra società è totalmente estranea ai fatti citati non avendo avuto alcuna partecipaz­ione all’operazione in questione.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

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