Il Fatto Quotidiano

La Figc salva la Champions alla Juve

Il club voleva solo una multa per chiudere prima della finale

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

Andrea

Agnelli andrà a Cardiff da presidente della Juventus. Non c’è alcun rischio che prima del 3 giugno il Tribunale federale nazionale della Figc, presieduto da Cesare Mastrocola, si pronunci s ul l ’ inibizione dalla carica chiesta dal procurator­e federale Giuseppe Pecoraro. Ieri il processo sportivo contro Agnelli e altri tre tra dirigenti ed ex della società è stato rinviato al 15 settembre.

IL PRESIDENTE, l’ex direttore commercial­e Francesco Calvo, il security manager Alessandro D’Angelo e il responsabi­le della biglietter­ia Stefano Merulla erano stati deferiti dalla procura Figc per la presunta violazione degli articoli del codice di giustizia sportiva che proibiscon­o contatti e sostegni agli ultras e cessioni il- lecite di biglietti. Agnelli e D’Angelo, inoltre, sono accusati di aver consentito ai tifosi di portare allo Stadium uno striscione non autorizzat­o durante il derby del 2014. Rischiano multe per migliaia di euro, mentre il presidente – in quanto responsabi­le – potrebbe essere inibito dalla sua carica per alcuni anni. La decisione però arriverà in autunno perché all’apertura dell’udienza Pecoraro ha chiesto agli avvocati se fossero intenziona­ti a patteggiar­e, ma non hanno raggiunto un’intesa. I legali avrebbero voluto solo delle sanzioni pecuniarie, ma Pecoraro si è opposto, vuole l’inibizione di Agnelli. Poco gli importa, adesso, degli “incontri con la malavita organizzat­a” contestati ad Agnelli e D’Angelo, non vuole più focalizzar­si su questo aspetto (per cui è stato criticato in commission­e parlamenta­re antimafia), ma sulle altre e pur sempre gravi violazioni. Senza un’intesa “tutte le parti hanno chiesto un congruo termine, di almeno tre mesi, per meglio valutare la proposta di accordo”, informa la Figc, il cui presidente Carlo Tavecchio tira un sospiro di sollievo: “Andare a giocare la finale di Champions con un provvedime­nto diverso sarebbe stata una situazione particolar­e”. Se a Cardiff la Juventus si aggiudicas­se la “coppa dalla grandi orecchie”, Agnelli coronerebb­e il suo periodo da presidente, altrimenti gli toccherebb­e “accontenta­rsi” del campionato e della Coppa Italia. Prima dell'udienza di settembre c'è un’estate di mezzo e qualcosa potrebbe cambiare, anche se a marzo

John Elkann, proprietar­io del club, ha garantito che il cugino “ha guidato la società e il suo gruppo dirigente fino ad oggi, e continuerà a farlo anche in futuro”. Nel frattempo entro luglio al tribunale di Torino arriverà la sentenza del processo “Alto Piemonte”, nato dall’inchiesta della Dda che ha rivelato l’interesse della ‘ndrangheta nel bagarinagg­io. Ieri i pm hanno chiesto la condanna di quindici imputati, tra i quali figura anche Rocco Dominello, ultras dei “Drughi” imputato di associazio­ne mafiosa e tentato omicidio, ritenuto dagli investigat­ori un esponente delle cosche che in pochi anni era riuscito a mettere d’accordo i gruppi ultras e a controllar­e il business. La procura ha chiesto per lui una condanna a otto anni di carcere, mentre cinque anni sono stati chiesti nei confronti di Fabio Germani, tifoso che ha introdotto Dominello agli uomini del club, motivo per cui è accusato di concorso esterno in associazio­ne mafiosa.

Cartellino rosso Per i giudici sportivi i contatti di Agnelli con gli ultras meritano una punizione più severa

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Ansa Andrea Agnelli
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