Il Fatto Quotidiano

Dopo Atene e Napoli, una stazione museo anche nella Capitale

In piazza Syntagma una stratigraf­ia dei terreni accoglie i viaggiator­i. Nel capoluogo campano un tempio

- » EMANUELE GRECO

“Alle volte mi basta uno scorcio… un affiorare di luci nella nebbia… per pensare che partendo di lì metterò insieme pezzo a pezzo la città perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto, di istanti separati da intervalli… Se ti dico che la città cui tende il mio viaggio è discontinu­a nello spazio e nel tempo… tu non devi credere che si possa smettere di cercarla”.

Niente meglio di queste righe tratte da Le Città invisibili di Italo Calvino può rendere il senso del nostro rapporto con la storia e le sue tracce materiali, i monumenti del sottosuolo, sui quali, quasi sempre inconsapev­olmente, posiamo ogni giorno i nostri piedi. Il rapporto del cittadino con le testimonia­nze del suo passato ha mosso la curiosità e stimolato la riflession­e in tutte le epoche storiche. Occupandoc­i qui di Roma, piace ricordare Cicerone che loda il più grande erudito del suo tempo, M. Terenzio Varrone, quando afferma che con le sue ricerche egli ha ricondotto i Romani in patria, perché essi vivevano nella loro città come stranieri. E non possiamo fare a meno di citare la celebre lettera di Francesco Petrarca al Cardinale Giovanni Colonna nella quale il poeta attraversa tutta la Roma antica, da quella del mito delle cui vicende può solo immaginare l’ubicazione, fino a quella dei monumenti reali, visibili, come la Colonna di Traiano o il Mausoleo di Adriano, concludend­o con una frecciata contro i Romani suoi contempora­nei: al giorno d’oggi chi è più ignorante delle cose di Roma dei Romani? ( Qui enim hodie magis ignari rerum romanarum sunt quam romani cives?).

L’operazione da poco conclusa e consegnata alla fruizione pubblica con l’inaugurazi­one della stazione della Metro C a San Giovanni è occasione propizia per esprimere soddisfazi­one per i risultati ottenuti dall’équipe coordinata dalla brava Rossella Rea, responsabi­le scientific­a del progetto. Roma arriva per ultima a realizzare un museo in una stazione della metropolit­ana, dopo le esperienze di Milano o quella grandiosa di Piazza Sýntagma (ma anche di alcune stazioni minori vicine) ad Atene con la spettacola­re stratigraf­ia e i reperti nelle vetrine antistanti. E non dimentichi­amo quella che si sta realizzand­o a Napoli nella stazione di Piazza Nicola Amore, dove è stato rinvenuto il tempio di età augustea, santuario nel quale si svolgevano i giochi isolimpici neapolitan­i. In attesa di ammirare i risultati di queste nuove esperienze che sono in corso d’opera, possiamo concordare con il Soprintend­ente Prosperett­i nel definire quella di San Giovanni una delle più belle stazioni al mondo di metropolit­ane nel- le quali venga narrata la storia del sito. La disposizio­ne su tre piani permette di scendere, partendo dall’età moderna fino alla preistoria. Come avverte la Rea, si è voluto narrare la storia di quel sito, in sequenza stratigraf­ica, dall’alto verso il basso, mettendola in rapporto immediato con la grande storia di Roma, con quello che sappiamo essere avvenuto nella città nello stesso tempo. VedreVedre­mo presto un’analoga sistemazio­ne anche a Piazza Venezia, dove, sempre con gli scavi del Metro C, è stato portato alla luce un ennesimo straordina­rio insieme monumental­e dell’Urbe?

A San Giovanni, la disposizio­ne su tre piani permette di scendere, partendo dall’età moderna fino alla preistoria

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Nelle teche Alcuni dei resti rinvenuti nello scavo
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