Via D’Amelio, quelle condanne ingiuste per i depistaggi Il Pg: “Ora chiediamo scusa”
QUALI RAPPRESENTANTI dello Stato, ci sentiamo in dovere, anche a nome delle istituzioni, di chiedere scusa per le persone condannate ingiustamente”. Con queste parole, le sostitute Pg Concetta Ledda e Sabrina Gambino hanno concluso ieri la requisitoria nel processo di revisione per la strage di via D’Amelio che si avvia a conclusione davanti alla Corte d’appello di Catania.
Le due sostitute hanno invocato la revoca delle condanne – quasi tutti ergastoli – inflitte sulla base delle accuse del falso teste Vincenzo Scarantino nei confronti di undici palermitani, poi scagionati dal collaboratore Gaspare Spatuzza. Il giudizio di revisione, che è stato chiesto dalla Procura generale di Caltanissetta, riguarda lo stesso Scarantino, Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe Urso, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Gaetano Scotto, Gaetano Murana, Salvatore Candura, Salvatore Tomaselli e Giuseppe Orofino.
FINO A OGGI I SOSTITUTI Pg di Catania sono gli unici esponenti delle istituzioni che abbiano chiesto pubblicamente scusa in un’aula giudiziaria per l’errore scaturito da quello che l’ex procuratore di Caltanissetta Sergio Lari definì “il più clamoroso depistaggio della storia”. Le condanne per cui è stata chiesta la revoca sono tutte per strage, tranne quelle per Candura e Tomaselli, condannati per concorso nel furto della Fiat 126, e per Orofino, che era stato condannato per favoreggiamento aggravato: anche per questi tre è stata invocata la revisione. Per Tomaselli e per Scotto, poi, i sostituti Pg hanno rigettato la richiesta di revisione riguardante il reato connesso di associazione mafiosa. La sentenza è prevista per il 13 luglio. “Sono orgogliosa – ha concluso Concetta Ledda - di appartenere a uno Stato con un ordinamento giuridico che consente di riparare agli errori, anche nei riguardi di soggetti giudicati per mafia, che le loro sentenze le eseguono dando la morte”.