È morto per otite e omeopatia
Ricoverato per tre giorni ad Ancona, non ce l’ha fatta. Il nonno pronto alla denuncia: “Il medico aveva vietato il ricorso ai farmaci”. Segnalazione in Procura
Francesco,
sette anni di Cagli, provincia di Pesaro, ricoverato da tre giorni nella rianimazione dell’Ospedale Salesi di Ancona è morto. La causa: otite curata con preparati omeopatici. E non con gli antibiotici come si sarebbe dovuto fare essendo una infezione batterica. I genitori, entrambi commercianti, lo avevano affidato, come era accaduto in passato per altre otiti, alle mani dell’omeopata Massimiliano Mecozzi di Pesaro. Dopo giorni di febbre alta e vomito il 23 maggio il piccolo ha perso conoscenza ed è stato portato d’urgenza all’ospedale di Urbino e poi trasferito al Salesi di Ancona dove i medici hanno cercato inutilmente di salvarlo, anche operandolo al cervello per asportare l’ascesso cerebrale.
LA MAMMA e il papà, distrutti, ai giornalisti che tentavano di avvicinarli hanno chiesto di andarsene: “State approfittando del nostro dolore” . Mentre Maurizio Olivieri, nonno del bambino, ha detto che la causa della tragedia è stata la fiducia riposta nel medico omeopata, che a- vrebbe “imposto” alla famiglia di “non portare il piccolo in ospedale nemmeno con la febbre alta, il vomito, il dolore provato da 15 giorni di infezione”: “Lo denunceremo”, annuncia adesso il nonno. Intanto, il primario della rianimazione del Salesi ha inviato una segnalazione alla Procura dei minori e alla Procura presso il Tribunale di Ancona. Da oggi, dopo questa tragica morte che si sarebbe potuta evitare con comuni antibiotici, la parola omeopatia farà sicuramente più paura. “Ci auguriamo che possa essere almeno utile per mettere ordine – spiega il farmacologo Silvio Garattini che dirige l’Istituto di ricerca farmacologico Mario Negri – I dottori, che si affidano all’omeopatia, non dovrebbero far parte dell’Ordine” in quanto
“il medico deve fare tutto quello che serve al paziente basandosi su conoscenze scientifiche e l’omeopatia è fuori dalla scienza”.
Metodo scientifico, appunto, che si basa sulla ripetitività dell’esperienza, cosa che non si può dire per l’omeopatia. L’equivoco è dato proprio dal fatto che l’omeopata è laureato in medicina ma non ci si può vestire da medico senza seguire il metodo scientifico che è alla base della medicina, appunto.
La mamma del piccolo Francesco ripete di averlo fatto curare dall’omeopata in passato con successo per otite. Probabilmente il bambino era guarito grazie alla forza del suo sistema immunitario che era riuscito a vincere l’infezione, ma questa volta la febbre alta e il vomito (chiaro segno di ipertensione endocranica) dimostravano che non ci stava riuscendo e occorreva debellarla con gli antibiotici prima che l’infezione finisse dall’orecchio al cervello procurando l’ascesso cerebrale, causa della sua morte. Ecco perché vi è la necessità di affidare la salute a medici che, in quanto tali, seguono il metodo scientifico. Sta di fatto che Francesco è morto a sette anni per una banale infezione batterica per la quale oggi non si può e non si deve morire.
Il farmacologo
Silvio Garattini: “Chi non si affida alla scienza dev’essere cacciato dall’Ordine”