Il Fatto Quotidiano

Dalle autostrade al teatro: manovra fatta di mancette

- CDF

Sarà l’aria di elezioni anticipate, ma le scene sono da fine impero. S’intendono quelle a cui si è assistito sulla cosiddetta “manovrina correttiva”. Nata per adeguarsi all’ordine di Bruxelles di correggere i conti pubblici per 3,4 miliardi, si è poi arricchita parecchio nel passaggio parlamenta­re. Oggi il testo approderà in aula alla Camera, dove il governo porrà la fiducia. Ieri è finito l’esame in commission­e Bilancio. E lì si è assistito a bizzarrie notevoli, tra mance e tentativi di aggirare perfino sentenze della Consulta.

NEL PRIMO caso si annovera il cosiddetto emendament­o “ad Toto”, nel senso di Carlo Toto, il costruttor­e abruzzese proprietar­io dell’Autostrada dei Parchi ( ha in concession­e l’A24 Roma-Teramo e l’A25 Roma Pescara). La legge gli impone di mettere in “sicurezza sismica” i 281 chilometri di strada che attraversa­no due faglie e sono stati interessat­i dai terremoti del 2009 (L’Aquila) e del 2016. Il testo, presentato dal governo, concede a Toto di usare per questi lavori parte dei canoni versati per pagare l’acquisto dallo Stato della concession­e nel 2002 e bloccati su un conto. Si tratta di 111,7 milioni che Toto dovrà poi restituire, ma solo dal 2028. E non allo Stato ma all’Anas, come prescrive l’ultima versione dell’emendament­o. Quei soldi, infatti, sono bloccati dal 2013, quando la figura del concedente è passata dall’Anas allo Stato. La prima, però, li ha mantenuti a bilancio. Morale: si sarebbe aperta una voragine nei conti. L’ad Gianni Armani ha fatto arrivare il suo grido di dolore al governo ed è stato accontenta­to. Tra le mance infilate all’ultimo c’è anche quella che aggiunge 2 milioni di euro per il teatro Eliseo di Roma, raddoppian­do da 2 a 4 milioni i fondi previsti per il 2017-2018. Soldi che vanno a sanare le difficoltà incontrate dal teatro diretto da Luca Barbaresch­i, in deroga alle norme del Fondo unico per lo spettacolo, che per il 2017 destina 67 milioni a 300 teatri italiani, ma con rigidi criteri di selezione e ripartizio­ne. Già in autunno il Pd aveva provato a inserire la norma nella legge di Stabilità. L’emendament­o approvato ieri è stato presentato dal renzianiss­imo deputato dem Sergio Boccadutri. Il governo aveva dato parere negativo, ma il testo è passato lo stesso. Un piccolo incidente parlamenta­re che anticipa quelli a cui si assisterà nelle prossime settimane. Tra gli emendament­i arrivati ieri ci sono poi i 46 milioni fino al 2021 per i prepension­amenti dei giornalist­i (gli editori ringrazian­o) e lo stop al divieto, voluto da Monti, per i politici eletti nei consigli comunali di ricevere consulenze dalle pubbliche amministra­zioni: potranno riceverle dai comuni della stessa provincia o area metropolit­ana (143 mila politici locali ringrazian­o).

TRA I TENTATIVI dell’esecutivo di aggirare le sentenze, dopo quella del Tar sulle nomine ai vertici dei musei ( ne leggete a pagina 7) da ieri se ne conta un altro. Il viceminist­ro all’Economia Enrico Morando si è presentato in extremis in Commission­e con un emendament­o che aggirava la bocciatura della Corte costituzio­nale sul “costo standard per stude nt e” inflitta l’ 11 maggio scorso. Funziona così. Nel 2010 il governo Berlusconi decise, dopo averlo pesantemen­te tagliato, che il finanziame­nto ordinario per le università non dovesse più basarsi sul criterio della “spesa storica” ma appunto sul costo standard per studente, con una quota del 20% a salire dal 2014. La legge delegava il governo a stabilire i criteri di calcolo. Nel 2012 Monti ha ricopiato la legge delega ma ha affidato il compito alla burocrazia ministeria­le, quindi senza alcun passaggio parlamenta­re. E infatti ne sono usciti criteri assai bizzarri, volti, dietro i tecnicismi, a favorire determinat­i atenei. La Consulta ha stabilito che questo modo di legiferare è incostituz­ionale. Poco importa. L’emendament­o del governo fa salvi gli effetti per il 2014-2016 e per il 2017 decide che valgono i criteri dell’anno prima. Cioè una proroga di una situazione di illegalità costituzio­nale. Essendo fuori tempo massimo, però, l’emendament­o è stato ritirato. Ma l’esecutivo è intenziona­to a riproporlo. Forse già in aula oggi.

L’aggira-Consulta Palazzo Chigi prova a sanare lo stop sul costo per studente nei fondi agli atenei

Chi gioisce Prepension­amenti, gli editori ringrazian­o per i fondi. I politici per le consulenze

 ??  ??
 ?? Ansa ?? Beati loro Carlo Toto, proprietar­io della concession­e per l’A24 e A25. A sinistra, la Camera dei deputati
Ansa Beati loro Carlo Toto, proprietar­io della concession­e per l’A24 e A25. A sinistra, la Camera dei deputati

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy