Nuovi voucher, stessi abusi: li userà il 90% delle aziende
“Inuovi voucher non saranno utilizzabili per la stragrande maggioranza dei casi in cui avevamo detto fosse una distorsione. Penso sia un problema grosso quando il sindacato fa politica”. Parole e musica del presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani. Ma è lo spartito che il Pd, specie quello a trazione renziana, recita da giorni, da quando cioè ha re-introdotto i buoni lavoro orari con diverso nome e nei giorni in cui i sarebbe dovuto tenere il referendum abrogativo della Cgil, evitato dal governo con la loro abolizione a marzo scorso.
OLTRE a un modo di legiferare di dubbia costituzionalità (la Cgil farà ricorso alla Consulta) i dem fingono di ignorare i dati. I nuovi voucher (si chiameranno “Presto”) possono essere infatti usati dalle famiglie e dalle imprese fino a cinque dipendenti a “tempo indeterminato”. Il limite di reddito percepibile dal prestatore di lavoro occasionale è di 5 mila euro, 2.500 verso lo stesso datore di lavoro (che risale a 5 mila per studenti, pensionati e disoccupati, cioè le categorie più a rischio). Stando all’ult imo censimento Istat sulle imprese (2011), il 90% delle aziende italiane ha meno di cinque addetti. Tenuto conto che non tutte li avranno assunti a tempo indeterminato, i nuovi voucher potranno essere utilizzati dalla quasi totalità delle imprese. In quelle tra zero e nove addetti si contano poi quasi due milioni di lavoratori dipendenti (a termine o stabili) e quasi 5 milioni di “indipendenti”, cioè gli autonomi. Questi ultimi e i precari rappresentano quindi la maggioranza della platea, e si tratta delle tipologie di lavoratori più a rischio di subire una trasformazione del loro rapporto di lavoro in uno di tipo occasionale. Rischiano cioè i trasformarsi in voucheristi, soprattutto perché alle imprese viene fornito un formidabile strumento per risparmiare sul costo del lavoro.
Stando ai dati dello studio più completo sui voucher (Inps 2015) i committenti che usano buoni lavoro tra il 2013 e il 2015 sono raddoppiati (+100%), mentre i prestatori per singolo committente sono aumentati a ritmo maggiore (+137%), e con lo stesso ordine di grandezza anche i voucher utilizzati (+142%). Significa che il numero medio dei ticket per singolo lavoratore non è cambiato molto, mentre il numero medio di voucheristi per committente è aumentato in maniera significativa (salendo tra il 2013 e il 2015 da 3,1 a 3,7). Allo stesso tempo è cresciuto pure il numero medio di voucher utilizzati da ciascun committente. da 154 a 186. Le imprese hanno aumentato la forza lavoro a voucher.
La struttura del tessuto imprenditoriale italiano è tale per cui le aziende con un solo addetto rappresentano circa il 55% del totale. Liberalizzare il lavoro occasionale come ha fatto il governo (e il Pd) incentiva le micro imprese a utilizzare ampiamente i voucher per far fronte a variazioni dei lavori. Un idraulico che ha bisogno di assumere un lavoratore a seguito di una nuova commessa, seppure temporanea, potrà sfruttare l’intero ammontare di voucher permessi (5.000 euro). Definire occasionale queste prestazioni lavorative è una forzatura: è lavoro subordinato e temporaneo, che va contrattualizzato con tutti i diritti (di cui i ticket lavoro sono privi: dalla ma- lattia, alle ferie). L'aumento della quota contributiva, dal 13 al 32%, non dà alcun diritto assistenziale, come l’assegno di disoccupazione.
MA C’È ANCHE un altro problema: per come è scritta la norma i nuovi voucher si prestano agli abusi più clamorosi. La prestazione deve infatti essere registrata telematicamente all’Inps entro un’ora prima. Ma l’azienda (o la famiglia) può poi annullarla entro tre giorni. In questo modo, però, può tutelarsi dai controlli e poi pagare in nero il lavoratore. Una “svista” incredibile che vanifica l’intento di evitare il sommerso. I nuovi voucher saranno poi esclusi solo nell’edilizia, nelle miniere e nelle cave. Restano le amministrazioni pubbliche, le cooperative e le fondazioni, che finora ne hanno fatto man bassa.
Ecco i super precari
Il 55% delle imprese ha un solo addetto. Nella platea oltre 7 milioni di precari e autonomi
La “svista” clamorosa La prestazione si può revocare entro 3 giorni Così si pagherà in nero evitando i controlli