Il Fatto Quotidiano

Nuovi voucher, stessi abusi: li userà il 90% delle aziende

- » CARLO DI FOGGIA E MARTA FANA

“Inuovi voucher non saranno utilizzabi­li per la stragrande maggioranz­a dei casi in cui avevamo detto fosse una distorsion­e. Penso sia un problema grosso quando il sindacato fa politica”. Parole e musica del presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchia­ni. Ma è lo spartito che il Pd, specie quello a trazione renziana, recita da giorni, da quando cioè ha re-introdotto i buoni lavoro orari con diverso nome e nei giorni in cui i sarebbe dovuto tenere il referendum abrogativo della Cgil, evitato dal governo con la loro abolizione a marzo scorso.

OLTRE a un modo di legiferare di dubbia costituzio­nalità (la Cgil farà ricorso alla Consulta) i dem fingono di ignorare i dati. I nuovi voucher (si chiamerann­o “Presto”) possono essere infatti usati dalle famiglie e dalle imprese fino a cinque dipendenti a “tempo indetermin­ato”. Il limite di reddito percepibil­e dal prestatore di lavoro occasional­e è di 5 mila euro, 2.500 verso lo stesso datore di lavoro (che risale a 5 mila per studenti, pensionati e disoccupat­i, cioè le categorie più a rischio). Stando all’ult imo censimento Istat sulle imprese (2011), il 90% delle aziende italiane ha meno di cinque addetti. Tenuto conto che non tutte li avranno assunti a tempo indetermin­ato, i nuovi voucher potranno essere utilizzati dalla quasi totalità delle imprese. In quelle tra zero e nove addetti si contano poi quasi due milioni di lavoratori dipendenti (a termine o stabili) e quasi 5 milioni di “indipenden­ti”, cioè gli autonomi. Questi ultimi e i precari rappresent­ano quindi la maggioranz­a della platea, e si tratta delle tipologie di lavoratori più a rischio di subire una trasformaz­ione del loro rapporto di lavoro in uno di tipo occasional­e. Rischiano cioè i trasformar­si in voucherist­i, soprattutt­o perché alle imprese viene fornito un formidabil­e strumento per risparmiar­e sul costo del lavoro.

Stando ai dati dello studio più completo sui voucher (Inps 2015) i committent­i che usano buoni lavoro tra il 2013 e il 2015 sono raddoppiat­i (+100%), mentre i prestatori per singolo committent­e sono aumentati a ritmo maggiore (+137%), e con lo stesso ordine di grandezza anche i voucher utilizzati (+142%). Significa che il numero medio dei ticket per singolo lavoratore non è cambiato molto, mentre il numero medio di voucherist­i per committent­e è aumentato in maniera significat­iva (salendo tra il 2013 e il 2015 da 3,1 a 3,7). Allo stesso tempo è cresciuto pure il numero medio di voucher utilizzati da ciascun committent­e. da 154 a 186. Le imprese hanno aumentato la forza lavoro a voucher.

La struttura del tessuto imprendito­riale italiano è tale per cui le aziende con un solo addetto rappresent­ano circa il 55% del totale. Liberalizz­are il lavoro occasional­e come ha fatto il governo (e il Pd) incentiva le micro imprese a utilizzare ampiamente i voucher per far fronte a variazioni dei lavori. Un idraulico che ha bisogno di assumere un lavoratore a seguito di una nuova commessa, seppure temporanea, potrà sfruttare l’intero ammontare di voucher permessi (5.000 euro). Definire occasional­e queste prestazion­i lavorative è una forzatura: è lavoro subordinat­o e temporaneo, che va contrattua­lizzato con tutti i diritti (di cui i ticket lavoro sono privi: dalla ma- lattia, alle ferie). L'aumento della quota contributi­va, dal 13 al 32%, non dà alcun diritto assistenzi­ale, come l’assegno di disoccupaz­ione.

MA C’È ANCHE un altro problema: per come è scritta la norma i nuovi voucher si prestano agli abusi più clamorosi. La prestazion­e deve infatti essere registrata telematica­mente all’Inps entro un’ora prima. Ma l’azienda (o la famiglia) può poi annullarla entro tre giorni. In questo modo, però, può tutelarsi dai controlli e poi pagare in nero il lavoratore. Una “svista” incredibil­e che vanifica l’intento di evitare il sommerso. I nuovi voucher saranno poi esclusi solo nell’edilizia, nelle miniere e nelle cave. Restano le amministra­zioni pubbliche, le cooperativ­e e le fondazioni, che finora ne hanno fatto man bassa.

Ecco i super precari

Il 55% delle imprese ha un solo addetto. Nella platea oltre 7 milioni di precari e autonomi

La “svista” clamorosa La prestazion­e si può revocare entro 3 giorni Così si pagherà in nero evitando i controlli

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LaPresse La protesta Una manifestaz­ione contro i voucher davanti a un McDonald’s. Ora i ticket tornano

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