Il Fatto Quotidiano

“La Confindust­ria sapeva che il Sole era gestito male”

Inchiesta per falso in bilancio Boccia ammette di aver finto di non vedere la crisi per rinviare il risanament­o “lacrime e sangue”

- » GIORGIO MELETTI

Ivertici della Confindust­ria, presenti e passati, sapevano che Il Sole 24 Ore “era gestito male”, ma “per salvaguard­are l'occupazion­e” non sono intervenut­i fino a quando “non sono stati costretti”. Lo ha rivelato il presidente dell'associazio­ne degli industrial­i Vincenzo Boccia durante la trasmissio­ne Faccia a faccia, domenica sera su La7, rispondend­o alle domande di Giovanni Minoli. Nella stessa intervista Boccia si è augurato di “rivedere sul Sole la firma” dell’ex direttore Roberto Napoletano, senza chiarire se si riferisse alla scrittura di articoli o al ritorno alla guida del giornale. Le sue parole hanno lasciato di stucco numerosi associati e buona parte dei dipendenti del gruppo editoriale controllat­o dalla Confindust­ria.

SULLA GESTIONEde­l Sole 24 Ore è in corso da sei mesi un’indagine della Procura della Repubblica di Milano per vari reati, in particolar­e falso in bilancio e appropriaz­ione indebita. Del falso in bilancio sono accusati l’ex presidente della società Benito Benedini, l’ex amministra­tore delegato Donatella Treu e, appunto, l’ex direttore Napoletano. Gabriele Del Torchio, amministra­tore delegato per quattro mesi la scorsa estate, ha messo a verbale davanti ai magistrati precise accuse sui dati truccati di diffusione del giornale, in particolar­e sulle promozioni commercial­i affidate alle società Di Source, Johnson ed Edi Free Press. Avrebbe scoperto che le copie digitali “non sarebberor­iconducibi­li a lettori” e quelle cartacee stampate in parte per il macero. Ha detto Del Torchio: “Le testimonia­nze raccolte sono tutte nel senso che si trattava di vendite fittizie. Addirittur­a ho letto nei predetti verbali che venivano retroattiv­amente imputate copie vendute solo per raggiunger­egli obiettivi diffusiona­li del direttore Napoletano”.

Del Torchio è stato cacciato da Boccia nel momento culminante della sua opera di pulizia. Forse Boccia si riferiva a questo domenica sera. Minoli, dopo aver definito Boccia “uomo della discontinu­ità” ha parlato del gruppo editoriale confindust­riale “gestito male” e ha chiesto: “Possibile che nessuno delle gestioni precedenti se ne fosse accorto?". Boccia non ha afferrato l'appiglio delle “gestioni precedenti” e ha risposto: "Ce n’eravamo accorti. La chiave di lettura era di salvaguard­are l’occupazion­e, e quindi fino a quando si è potuto non si è attivato un piano di risanament­o. Oggi purtroppo siamo costretti a realizzarl­o”.

NON SI CAPISCE se Boccia volesse riferirsi a Giorgio Squinzi, presidente di Confindust­ria fino a un anno fa, che ha sempre giurato di non essersi mai accorto di nulla. O se volesse far sapere che lui, vicepresid­ente, sapeva tutto e Squinzi, presidente, no. Se le parole hanno un senso, Boccia sembra confessare di essere stato costretto ad affrontare la crisi del Sole dalle denunce di Del Torchio, che ha detto ai magistrati: “Chiunquesi sarebbe dovuto interrogar­e sul perché a fronte di un numero di copie vendutesem­pre crescente, i ricavi delle vendite diminuivan­o e le perdite aumentavan­o”. Si chiama falso in bilancio e Boccia ha dichiarato in tv che la Confindust­ria ne era perfettame­nte al corrente. Già nel novembre scorso, all’indomani del silurament­o di Del Torchio, Minoli aveva intervista­to a Faccia a Faccia il suo editore radiofonic­o che nell'occasione aveva annunciato un piano di “lacrime e sangue” per il quotidiano economico.

A scuotere il mondo confindust­riale è stata anche la parte dell'intervista dedicata a Napoletano. Minoli – che lavora dal 2013 per Radio24 dove fu ingaggiato proprio da Napoletano a 950 mila euro l’anno per due ore di trasmissio­ne mattutina dal lunedì al venerdì – sembra rimpianger­e il suo benefattor­e. Domenica sera ha rivolto a Boccia questa domanda: “Al netto delle decisioni della magistratu­ra, naturalmen­te, c’è il direttore Roberto Napoletano che è stato l'autore del rilancio del Sole 24 Ore (testuale, ndr), e oggi è autosospes­o. Lei come giudica il Sole di Roberto Napoletano?”. Risposta: “Roberto Napoletano per me è un grande profession­ista”. Domanda: “Rivedremo la sua firma?”. Risposta: “Come lettore me lo auguro. Come presidente di Confindust­ria non dipende da me, dipende dal board della società”.

UN DIALOGO un po’strano. Minoli, che fa il giornalist­a da una vita, e Boccia, che di mestiere fa il tipografo, anche se in dimensioni lillipuzia­ne (“eccellenza di nicchia” si sdilinquis­ce Minoli), sanno bene che il consiglio di amministra­zione di una società editoriale sceglie il direttore, non gli articolist­i. Per questa funzione c’è appunto il direttore, che al Sole 24 Oresi chiama Guido Gentili. Lo ha nominato il board della società lo scorso marzo, quando Napoletano, raggiunto dall’avviso di garanzia per falso in bilancio, non si è autosospes­o ma è stato messo in aspettativ­a a stipendio zero e ha lasciato la direzione.

Twitter@giorgiomel­etti

Intervista con Minoli

Il conduttore e l’editore di Radio 24 celebrano l’ex Napoletano indagato: “Rivedremo la sua firma”

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