Abbiamo smarrito il leader, ma per andare dove?
Vorrei sottolineare l’importanza dell’articolo di Massimo Fini intitolato: “Va rispettata la legge non i valori”. Credo sia fondamentale difendere questa linea, propria dell’art. 3 della Costituzione, ma nel contempo non possiamo non allarmarci per il fatto che viviamo in un Paese dove la Cassazione può dire in libertà le sciocchezze che ha detto. Una sentenza giustamente definita da Massimo Fini “aberrante, inquietante, pericolosa”.
Non importiamo “manager” dall’estero, ma nuovi ministri
I nostri ministri non smettono di stupirci: nel Lazio, il Tribunale Amministrativo Regionale, meglio noto come Tar, ha bocciato le nomine dei direttori dei Musei Italiani volute dal ministro Franceschini? Ebbene, secondo il ministro, tale sentenza fa fare all’Italia una brutta figura agli occhi di tutto il mondo. Ecco, il problema è ancora una volta la sentenza di un Tribunale, non il fatto che magari la riforma di Franceschini fosse stata stilata senza rispettare la normativa vigente, ma che un Tribunale si permettesse di contrastare proprio lui. Peraltro il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, avrebbe dovuto conoscere molto bene la legge che governa le nomine dei direttori dato che nel 2001, anno di promulgazione del relativo decreto, lui era sottosegretario di Stato per le riforme istituzionali. Del resto la legge che difende la preparazione e le capacità di noi italiani nel campo dell’arte, ma non solo, non dovrebbe essere messa in discussione da nessuno, tantomeno da un ministro, e non si capisce pertanto perché i direttori debbano essere cercati tra i non residenti in Italia, sono più preparati di noi? Forse Franceschini dovrebbe occuparsi degli organici, ormai ridotti, del personale dei musei, e non solo, e di rimediare ad alcuni suoi interventi non proprio appropriati come l’eliminazione degli sconti per anziani o gli ingressi gratuiti un giorno al mese che stanno creando solo una gran confusione e affollamento non consoni all’a ttenzione che le opere d’arte richiedono. Forse quelli che devono essere ricercati all’estero non sono i “manager”, ma molto più semplicemente dei ministri, così magari sarebbero capaci di scrivere riforme che poi non verrebbero bocciate dai nostri tribunali. CARO FURIO COLOMBO, ci siamo domandati in molti se tra noi ci fosse un Macron per dare una spinta nuova alla nostra politica. Qual è la sua risposta? FORSE UN MACRON C’È da qualche parte. Ma per andare dove? Ho l’impressione che il nostro problema non sia tanto (o solo) di avere perso il leader, ma di avere perso la strada. È interessante, a questo fine, fare attenzione ai gruppi di notizie, così come vengono aggregati e presentati dalle varie rassegne stampa (penso a Radio Radicale). Sono di tre gruppi: eventi politici e giustizia (chi entra e chi esce dai processi e chi intende recriminare); eventi di tutti i tipi (politici, economici, imprenditoriali, privati) e corruzione, non in quanto processi, ma come lista di nuovi personaggi indagati e di eventuali conseguenze; e questione migranti che viene raccontata sempre come una storia a due teste. Di qua pietà e costernazione, di là progetti di blocco rigoroso e implacabile di ogni passaggio, se necessario anche dislocando soldati italiani in Niger. Naturalmente vi sono anche altre notizie, tipo la legge Raramente condivido quello che scrivete sul Fatto Quotidiano, ma talvolta accade anche questo. Obbligare a vaccinare i figli e togliere la potestà genitoriale a quanti si oppongono è un decreto fascista. Mi domando dove sia finito, nel Pd, l’antifascismo.
Il berlusconismo morirà solo tra altre due generazioni
Sono sempre più convinto che in Italia il berlusconismo sia radicato al punto che per sradicarlo bisogna aspettare altre due generazioni: gli attuali “governanti” sembrano la naturale continuazione del pensiero del Cavaliere e le sue lotte contro la Magistratura. Basta guardare alla condizione in cui versa la stampa per capire che l’Italia ha ben poche speranze di cambiare. Che fine hanno fatto quegli “intellettuali di sinistra” che un tempo alzano la voce? Non credo nelle prossime elezioni dal momento che il popolo italiano è stato privato dello strumento utile a “cacciare la casta”: chi ci governa sta lavorando all’ennesima legge elettorale che impedisce al popolo di scegliere in libertà i propri candidati. elettorale, ma sono tutte strade senza uscita e non serve a nessuno occuparsene. Dunque il materiale utile per costruire una “storia” (ora vi dico chi siamo e dove andiamo) è poco e inadeguato. Ovvero, come dice il colloquialismo tanto usato, “non ci porta da nessuna parte”. Questa è la ragione per cui siamo fermi: manca non tanto un leader (che potrebbe essere qualunque persona di buona volontà). Manca un piano e un percorso: andare dove, con chi, perché? Per decidere bisogna compiere scelte che ormai si sono rivelate impossibili. Dove c’era la sinistra tutti si sono strappati le mostrine, non riconoscono se stessi e non li puoi riconoscere. Dove c’era la destra, tanti piccolissimi gruppi competono tra loro togliendosi posto e prestigio a vicenda. Per questa ragione temo che un eventualeMacron locale non verrebbe riconosciuto, e tutti tornerebbero, indaffaratissimi e immobili, a discutere di legge elettorale.
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it Purtroppo è molto complicato contattare il servizio del Comune o il ministero dei Beni culturali per informarli che sugli autobus Atac di Roma appare un enorme manifesto sul “Pintoricchio” quando invece il celebre pittore si chiamava Pinturicchio. Evito di fare commenti. In compenso, la visita della signora Trump, la firtst lady Melania, all’ospedale pediatrico del Bambin Gesù ha avuto, se non altro, un felice risvolto: finalmente sono state estirpate tutte le erbacce del Gianicolo.
Anche le intimidazioni dovrebbero avere un prezzo
Ho letto la lettera del 27 maggio sulla vicenda del dott. Amato, dei 500 mila euro richiesti e tutto il resto. Trovo che questi siano escamotage a tutti gli effetti, volti a intimidire i giornalisti che fanno il loro lavoro: ecco io davanti a certe cose, mi sentirei di invocare una legge del taglione. Il Tribunale ha deciso per una multa di 70mila al giornale? Bene, vista la sproporzione tra “domanda e offerta”, il richiedente rimborsa i restanti 430 mila. È intollerabile tanta prepotenza. Spesso il particolare serve più di altro a dare un’idea del quadro generale. Al termine di una seduta di massofisioterapia, il professionista, nel rilasciare la ricevuta fiscale, mi ha allegato per mia conoscenza, quanto precisato in merito dalla Agenzia delle entrate con la circolare del 4 aprile 2017. “Le prestazioni del massofisioterapista sono detraibili solo se rese da soggetti che hanno conseguito entro il 17 marzo 1999 il diploma di formazione triennale. Le prestazioni rese da massofisioterapisti che hanno conseguito il diploma dopo non sono detraibili, neanche in presenza di una specifica prescrizione medica”. A me ha detto male, il mio è giovane ergo non posso detrarre nulla. Se la detraibilità è prioritaria rispetto alla professionalità, la prossima volta dovrò chiedere la data del diploma al professionista. Sarei curioso di capirne la ratio. Forse però chiedo troppo. Continuerò a prediligere la competenza, ma questa mia vicenda rivela tutta la serie di errati provvedimenti che hanno determinato un incremento sconsiderato del debito pubblico senza alcuna crescita in termini di economia. Se corrisponde al vero quanto riportato nell’articolo di Roberta de Monticelli pubblicato sul Fatto il 27 maggio, esprimo alla redazione la mia solidarietà per un comportamento sconcertante e inaccettabile, di rara maleducazione intimidatoria. Il direttore Sinibaldi non ha nulla da dichiarare dopo aver accertato la natura di quanto accaduto? Grande delusione da parte di un fedelissimo utente della radio.
Angelino Alfano punta al 3%, ma dovrebbe volare più basso
L’unica preoccupazione del nostro ministro degli Esteri, Angelino Alfano, e dei suoi soci è la soglia di sbarramento al 3%. Devono essere convinti da quelle parti di non potere ottenere di più. Un po’ riduttiva come ambizione per uno che punta a fare lo statista. Angelino dovrebbe fare meglio i suoi calcoli: gli converrebbe sperare in un 2,15% o magari all’1,63%, perché sarà difficile convincere gli italiani a votare il suo AP (Area Popolare, ex Alternativa Popolare, ex Nuovo centrodestra).
Furio Colombo - il Fatto Quotidiano