IL PARTITO DI B. NATO DAI VIDEO DEI GATTINI
In qualche anfratto di Arcore, nei vialetti che circondano la tenuta, prima o poi qualcuno dovrà erigere una statua a Matteo Renzi. Il mito che lo sosteneva (lo storytelling ), benché pompato da giornali e Tg governativi, si è sbriciolato sotto il suo stesso peso, il peso delle fandonie che lo costituivano. E tra le macerie di bugie, smargiassate, promesse, B., il maggior esperto in materia, ha visto la luce. B. è tornato. Sembrava finito, annichilito dalla sua stessa natura, come lo scorpione che traghetta la rana. Sembrava che la sua vicenda biografica lo avesse ormai definitivamente rivelato per quel che è e ridotto a un futuro di incombenze geriatriche e bonifici a chiunque lo abbia incrociato nella vita.
ED ECCOLO QUA. Pronto alla pugna contro l’epigono Matteo, impelagato con Consip e Etruria e sempre più “spompo”, come egli definì Bersani all’inizio della sua ascesa. Da un pezzo sospettiamo che B. e Renzi siano d’accordo e aspettino di infilare la revisione della Severino nella legge elettorale, che restituirà all’ex servitore sociale l’agibilità politica e forse lo porterà a vincere le elezioni. Forse, per estremo paradosso storico, sarà lui, con un sapiente gioco di percentuali e zattere verdiniane, a traghettare Renzi a Palazzo Chigi. Ma intanto, come riscendere in campo? Con quale immagine, pro- posta, visione? Con che faccia è presto detto: la sua (più o meno). Una reputazione che non può più scendere per insufficienza di metri sottoterra può solo salire con- fidando nell’oblio. Ma con quale programma, quando quello di Forza Italia lo ha realizzato Renzi? (Manca la legge-bavaglio ma ci sta lavorando, nel silenzio di chi a B. aveva promesso guerra). Ecco l’invenzione del 2017, 23 anni dopo la calza sulla telecamera: il Partito Animalista. Non un’associazione culturale accanto a un cani- le, con tessera e consumazione gratis per gli over 70 canemuniti, ma un partito vero, sotto la tutela di Michela Vittoria Brambilla, oggi canara ieri ministra e sottosegretaria di B.
Perché B. abbia scelto gli animali non afferisce solo alla sfera psichica di un uomo in cerca dei conforti che la vita spesso nega a chi l’ha bruciata. Negli anni ‘ 80 la fissazione degli italiani era il calcio: B. comprò il Milan e il Mundialito, soffiato alla Rai per un miliardo di lire. Poi l’Italia voleva i quiz e B. comprò Mike Bongiorno (sempre soffiato alla Rai). Nel ‘94 piegò la politica al tifo chiamando il suo partito come un’incitazione da stadio. Poi fu la rivoluzione liberale, meno tasse per tutti, il partito dell’amore… Una scemenza a stagione, copiata sulla scemenza di un’antropologia. Cosa era rimasto da fare a quest’uomo per comunicarci il suo fiuto circa il carattere degli italiani? Interpellare gli esperti (e Google Trends) per sapere cosa cerchiamo sul web. Nel 2016 al primo posto c’è il porno, ma nel caso di B. sarebbe stata una ripetizione. Poi PokémonGo, il terremoto, l’iPhone (questo se l’è preso Renzi, con gli slogan della Apple). Infine, sotto cose incomprensibili a un elettorato anziano, i video di gattini.
EUREKA!, deve aver pensato, qui dentro c’è tutto quel che ho sempre sognato: l’Italia commerciale che lui ha inventato e gratificato, eccessiva e sentimentale, kitsch e rassicurante, volgare e popolare. Ci sono citazioni repubblicane e repubblichine, i pitoni di Cicciolina e Italia, la leonessa di Mussolini. Ma soprattutto c’è la mozione degli affetti, il bisogno di protezione in una stagione globalmente terrificante. Dopo il veterinario gratis promesso alle europee del 2014 e gli agnellini allattati a Pasqua, ecco il programma: diritti degli animali in Costituzione (che, comunque, è meglio della riforma Boschi) e sconti Iva sul petfood. Esiste idea più scema di questa? No, perché sennò B. l’avrebbe tirata fuori e con quella avrebbe vinto. Il rancore ringhioso di quello che doveva rottamarlo nulla potrà contro la bontà di quest’uomo.
PUBBLICITÀ Ha sempre assecondato le fissazioni degli italiani: dal Milan al tifo con Forza Italia passando per Mike Bongiorno. Ora gli animali