Manchester, 007 caduti nella trappola libica
Il kamikaze ha sfruttato lo spazio concesso dai Servizi ai dissidenti di Gheddafi
Isegnali di allarme c’erano, e saranno due inchieste distinte, avviate dal Mi5, a ricostruire perché Salman Abedi non sia stato fermato prima di farsi saltare alla Manchester Arena lunedì 22 maggio, uccidendo 22 persone e ferendone decine.
Informazioni sulla sua radicalizzazione erano arrivate già cinque anni fa, quando due compagni di college, come ricostruito dalla Bbc, lo avevano segnalato alla hot-line antiterrorismo per le sue posizioni estremiste. Anche l’imam della moschea del Manchester Islamic Centre aveva riportato la reazione violenta di Abedi alla moderatezza dei suoi sermoni contro l’estremismo.
NON SOLO: in uno degli appartamenti da lui occupati è stata trovata una grossa quantità di materiale esplosivo: la preparazione dell’ordigno sarebbe durata diverse settimane, senza che gli agenti britannici se ne accorgessero. I servizi tedeschi sostengono di aver condiviso informazioni su almeno due viaggi di Abedi in Germania, mentre, per i francesi, i britannici sapevano che il giovane aveva combattuto in Siria e aveva legami con lo Stato Islamico.
Perché non è stato sottoposto a controlli e restrizioni? Alcune risposte potrebbero trovarsi nel trattamento speciale della diaspora libica nel Regno Unito, ricostruito in un articolo del Middle East Eye. Fra il 2004 e il 2010, grazie a un accordo fra Gheddafi e il governo Blair, i servizi britannici collaboravano con Tripoli nel controllo degli dissidenti libici nel Regno Unito, concentrati a Manchester. Come Ramadan Abedi, padre di Salman, che in Libia era un sottufficiale de ll’esercito, poi vicino ai gruppi islamisti anti-regime e, una volta fuggito nel Regno Unito, membro del Lybian Islamic Fighting Groupvicino ad al Qaeda (circostanza da lui negata). Nel 2008 Ramadan sarebbe tornato in Libia grazie a un “accordo di riconciliazione” con il governo Gheddafi, facilitato dai servizi britannici, ma avrebbe poi partecipato attivamente alla rivoluzione a fianco di milizie islamiste. Dopo il 2011, però, scrive Middle East Eye, il governo Cameron (con Theresa May ministro dell’Interno) avrebbero inaugurato una politica di o pe n doors, porte aperte, favorendo la partecipazione alla rivolu- zione anti-Gheddafi dei libici del Regno. Fra questi, anche quelli soggetti a controlli antiterrorismo.
UNO DI LORO racconta la sua sorpresa quando all’improvviso, all’inizio dell’insurrezione, le autorità avrebbero allentato la stretta – era agli arresti domiciliari – restituendogli il passaporto. Agenti del Mi5 avrebbero chiarito ai militanti di non aver problemi con la loro intenzione di combattere: una “tolleranza” applicata anche al rientro in Gran Bretagna. Un quadro confermato indirettamente dal ministro degli interni Amber Rudd domenica alla Bbc.
Dopo la strage, il governo ha implementato una misura temporanea del 2015 per impedire il rientro di sospetti islamisti: ma, ha ammesso il ministro, utilizzata finora solo una volta. È forse in questo contesto di open doors che si spiega la facilità di movimento del giovane Abedi.
Proprio nel 2011 Salman, giovanissimo, avrebbe raggiunto il padre per il primo di molti viaggi in Libia. Nei giorni scorsi Ramadan e il figlio minore Hashim sono stati arrestati a Tripoli dalle milizie del Rada, unità speciale che risponde al ministero degli Interni del governo di Tripoli. Il primo con accuse di legami con l’Isis: sarebbe stato un affiliato, al corrente dei piani di Salman, e stava pianificando un attentato ad un delegato delle Nazioni Unite. Meno chiara la posizione di Ramadan: amministratore del Centro di sicurezza nazionale del governo di Tripoli, mercoledì scorso stava rilasciando un’intervista alla Reuters quando uomini armati e mascherati, a bordo di veicoli senza segni di riconoscimento, lo hanno portato via, senza specificare il capo di accusa. Aveva appena dichiarato di non credere alla colpevolezza dei figlio.
MI5, inchiesta interna Salman Abedi era stato segnalato 5 anni fa sia dall’imam sia dai compagni di college