Il fedele Pogba: “La Mecca, il posto più bello del mondo”
Una strana coincidenza dei tempi può aver reso il comportamento di Paul Pogba cont r ad d i tt orio agli occhi di alcuni: l’enfant prodige del calcio, francese, centrocampista del Manchester United, è stato autore del primo goal che ha consegnato la vittoria dell’Europa League alla sua squadra, nella partita disputata contro l’Ajax a due giorni dall’attentato al concerto di Ariana Grande, in cui hanno perso la vita 23 persone. Il calciatore ha dedicato proprio alle vittime il trofeo conquistato dal club inglese.
Nei giorni successivi è partito per l’hajj, il pellegrinaggio verso La Mecca che ogni musulmano dovrebbe fare almeno una volta nella vita. Durante il cammino in Terra Santa, sui social ha fatto a tutti gli auguri per il Ramadan, iniziato sabato. La domenica, su Twitter, lo si vede davanti la Kaaba, il monumento al centro della Grande Moschea, luogo sacro della religione islamica. Su Instagram ha postato una sua foto con i tradizionali abiti bianchi, tipici del cammino religioso arabo: “il posto più bello che io abbia mai visto in vita mia”, ha commentato. Ora la nazionale francese lo attende in ritiro a Clairefontaine, in vista delle partite contro Paraguay, Svezia e Inghilterra. Questo quadro rende il centrocampista francese forse il solo comun denominatore tra le tre grandi fazioni opposte dei giorni nostri: da un punto di vista religioso è legato ai luoghi sacri dai quali l’Isis trae parte della sua ideologia terroristica, calcisticamente lavora ed ha mostrato tutto il suo talento in una nazione colpita più volte da attentati jihadisti, ed è nato e cresciuto in Francia, il Paese europeo più colpito dallo Stato Islamico, che il 13 novembre di due anni fa è stato al centro del cruento attacco terroristico che ha provocato la morte di 93 persone nella sala concerti del Bataclan.