Poche lenzuola bianche ai balconi contro il ritorno del boss Rocco Papalia
Un mezzo flop a Buccinasco (Milano) Il primo cittadino: “Ha vinto l’indifferenza”
Lenzuola
bianche alle finestre contro la ’ndrangheta e contro il ritorno del boss Rocco Papalia. Domenica era questo l’obiettivo: dimostrare che oggi Buccinasco, 27 mila abitanti a ovest di Milano, non è più la Platì del nord. Drappi bianchi come a Palermo 25 anni fa. Così non è stato. A Buccinasco, la cui attuale giunta comunale negli anni si è schierata apertamente contro i clan, ha vinto l’indifferenza. Tre settimane fa, Rocco Papalia, uno dei capi assoluti della ’ n dr a ngheta in Lombardia, è stato scarcerato. Avrebbe dovuto scontare 124 anni di galera, ne ha fatti appena 25. Ed è tornato nel suo Comune di residenza, in via Nearco, in una parte della casa di famiglia, mentre l’altra è stata confiscata e data in gestione all’associazione Villa Amantea che si occupa del reinserimento dei migranti.
LE VIE DELLA GIUSTIZIAsono
infinite. Le finestre e i balconi di Buccinasco sono, invece, rimasti nudi. Poche lenzuola ovunque. Tre appena in via Guido Rossa, nuovo quartiere, in parte costruito dalla ’ndrangheta e dove la ’ndrangheta ha sversato rifiuti tossici. Altre zone del Comune non hanno esposto alcun drappo. Il palazzo del municipio invece sì. E davanti a una tale sconsolante reazione, il sindaco uscente di centrosinistra (si voterà il prossimo 11 giugno) Giam- battista Maiorano ha parlato “d’indifferenza”. Eppure qui la storia della ’ndrangheta è lunga e radicata. Forse è per questo. Difficile esporre un lenzuolo bianco per chi ha come vicino un affiliato o un pregiudicato per fatti di mafia. E del resto segnali di forza Papalia li ha dati già appena scarcerato. Pochi giorni do- po, infatti, si è recato in parrocchia e ha chiesto al prete di spostare il giorno della comunione della nipotina. Richiesta accolta. Il primo cittadino sostiene che la domenica appena passata era il momento giusto per schierarsi. Per dare un messaggio al boss, per avvertire chi voglia inquinare la prossima tornata elettorale. Eppure così non è stato. La moglie del boss ha passato il pomeriggio nel giardino della sua villetta. Indifferente anche quando i ragazzi della biciclettata per la legalità hanno visitato la casa confiscata che sta sopra a quella del padrino.