Siamo sicuri che i tassisti abbiano poi così torto?
Vi racconto come funzionano le Poste Italiane anche nell’efficientissima Milano. Il 28 marzo ho spedito una lettera raccomandata AR a un destinatario, anch’esso di Milano. Dopo 13 giorni, non avendo ricevuto la cartolina di ritorno, ho chiesto spiegazioni all’ufficio dove mi ero servita. Il funzionario mi ha stampato un foglio in cui si accertava che la missiva era stata consegnata. Dopo le festività pasquali, essendo trascorsi 30 giorni dalla spedizione e non avendo ricevuto ancora nulla, sono andata di nuovo all’ufficio di riferimento. Questa volta la funzionaria ha compilato una cartolina di ritorno dicendomi che l’avrebbe spedita “d’ufficio”. L’11 maggio finalmente ricevo la mia cartolina di ritorno, ma la firma del ricevente è illeggibile, non c’è data, la firma dell’incaricato è uno scarabocchio e manca il timbro dell’ufficio distribuzione.
A questo punto mi chiedo: chi ha ricevuto la mia lettera? Chi è l’incaricato addetto alla distribuzione? Perché manca il timbro? E la seconda cartolina spedita “d’ufficio” che fine ha fatto?
“Libero” fa le pulci alla Raggi e Feltri è ricco grazie a noi
Tempo fa lessi un articolo a firma di Vittorio Feltri, ovviamente su Libero , riguardante gli incentivi che la sindaca Virginia Raggi avrebbe concesso ai 23 dipendenti di Roma, assunti dalle precedenti amministrazioni. Un pezzo che fa pensare. Anzi no. Se si considera che è scritto da un signore che, in quanto direttore di una testata come la sua, guadagnerà più o meno 500 mila euro l’anno, soprattutto grazie ai contributi pubblici. Fa ridere.
L’Italia finge l’antifascismo e lascia che sfilino le destre
Ha ragione il lettore Angelo Taranto quando scrive che “l’Italia è una finta Repubblica antifascista”. Strano che nessun ministro metta mano ai libri di scuola e racconti tutte le nefandezze e i crimini del regime, come l’uccisione dei fratelli Rosselli e tanti altri. Perché il presidente della Repubblica Mattarella non applica la legge 645-comma 4 che punisce l’apologia del Fascismo con la reclusione? Sfilano per le città, Roma in testa, sigle nazifasciste e la polizia non interviene. Devono rimetterci mano i partigiani? CARO FURIO COLOMBO, ancora una volta (forse in Italia, di certo a Roma) stiamo per essere colpiti da uno degli ormai celebri scioperi dei tassisti che fermano le città. Sono scontenti della concorrenza che arriva con Uber e rompono il giocattolo piuttosto che cambiarlo. Chi governa (città e Paese) dovrebbe avere la mano più ferma. IL GIUDIZIO È DUROper ragioni comprensibili, eppure io non sono affatto sicuro che i tassisti abbiano torto. Provo a dirlo in questi punti, che essi cercano invano di far valere.
1) Dei tassisti delle nostre città sappiamo tutto, di Uber non sappiamo nulla. Per esempio nessuno ci ha detto se e come dei privati possano improvvisamente trasformarsi in operatori pubblici, meritandone la fiducia, senza prove, valutazioni, garanzie di alcun genere. 2) Salvo casi (che non sono frequenti o abituali da molto tempo) le tariffe dei taxi sono conosciute, annunciate e osservate. Per Uber, da quel che si sa, il costo del trasporto resta libero e soggettivo. Certo, il mercato lo renderà confrontabile. Ma resta “libero e soggettivo” e dunque regolato dalla più o meno evidente capacità del cliente di confrontare e decidere se la tariffa è accettabile. Conviene una situazione così incerta in un Paese come l’Italia che conta sul turismo, e dunque sulla fiducia, e viene giudicato come se ogni cosa che avviene in Italia, in qualunque settore, fosse una prova di affida- Da anni vivo a Udine, sempre nella stessa casa, per cui pago un regolare affitto e registro, ogni anno, il contratto. Facendo la dichiarazione dei redditi ho scoperto che l’Inps mi aveva trasferito in Sardegna, a Uras. Conseguenze? L’Addizionale Comunale non l’ho pagata a Udine, ma a Uras, risultando un evasore fiscale nella mia città e vedendo diminuire la mia pensione, in quanto l’addizionale che si applica in Sardegna è maggiore rispetto a quella del Friuli.
Hanno distrutto il Paese ma nessuno si sdegna più
Chi potrà mai liberarci dall’imperante marciume pseudo-politico? Quando il nostro era un Paese normale (oggi non è nè normale, nè più un Paese), gli elettori si sdegnavano (vedi Craxi). A quell’epoca gli scandali facevano cadere i governi. Oggi invece i nostri politici sono come ancorati alla poltrona e non bilità di tutto il sistema?
3) I taxi sono condotti da persone che hanno licenze (costose e a numero chiuso) di servizio pubblico. È sleale la improvvisa concorrenza di un servizio parallelo fondato sulla pura iniziativa individuale e protetto dalla legge (il famoso misterioso emendamento aggiunto a una legge detta Milleproroghe) pur avendo saltato tutte le prove e gli ostacoli degli altri operatori del settore.
4) Nonrisulta che sia stata istituita o funzioni una autorità in grado di accogliere obiezioni e di gestire e decidere dissensi, evitando i disservizi che colpiscono il pubblico. Problemi non da poco sono anche la frantumazione di sigle sindacali e di cooperative di taxi, che non sempre agiscono in armonia e non sempre si preoccupano dell’abbandono dei cittadini. Ma i cittadini, il più delle volte sono abbandonati dalla città (sindaco e polizia urbana) che ritengono poco dignitoso mediare e risolvere simili vertenze e preferiscono la lenta e faticosa soluzione spontanea.
5) Non abbiamo parlato dell’invasione delle auto pubbliche che vengono da fuori città, pagano piccole tasse in piccoli paesi, e vengono a cercare clienti costosi nella metropoli. Tenetelo presente quando i tassisti che conosciamo sembrano sul punto di perdere la testa.
Furio Colombo - il Fatto Quotidiano
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it rappresentano affatto il “Popolo sovrano”, ma una ristretta élite di pseudo-illuminati (la Massoneria finanziaria internazionale, forse proveniente da oltre Atlantico). Una vera catastrofe mondiale, non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa, capace solo di creare danaro, utilizzando e magari bruciando quello altrui. Hanno creato un’economia fittizia, distruggendo quella reale. Sono dei traditori del Popolo Italiano e, poco alla volta, hanno distrutto il nostro bellissimo Paese sotto ogni punto di vista, in cambio di tasse e spazzatura di ogni tipo. È ora di svegliarci dal nostro torpore.
Avremmo solo da imparare dall’oscuro e sinistro Medioevo
Anche il 2 giugno, festa della Repubblica e della Costituzione, migliaia di supermarket e centri commerciali resteranno aperti. Il lavoro nei giorni festivi viola la “dignità e i diritti inalienabili della persona umana, sanciti dalla Costituzione”, scriveva Silvia Truzzi sul Fa t to Quotidiano di qualche settimana fa. “È giusto - aggiungeva - ribellarsi”. Opinione questa che viene legittimata anche dalle ricerche sociologiche, secondo cui le festività, laiche e religiose, svolgono una precisa funzione: favoriscono la coesione sociale e rafforzano il senso di appartenenza dell’individuo alla comunità.
Durante il Medioevo, al servo della gleba veniva riconosciuta la dignità di un essere umano, almeno nel giorno dedicato al Signore. Il riposo della domenica, nobilitato spiritualmente dalla celebrazione della messa, mirava non solo a ridurre la stanchezza fisica e a ricuperare le forze, ma consentiva al servo di vedere riconosciuta la propria essenza umana come membro di una comunità che condivide gli stessi valori. Oggi, invece, nell’indifferenza scellerata dei partiti di destra e sinistra, le politiche neoliberiste del turbocapitalismo, che impongono ai lavoratori una flessibilità selvaggia, lacerano il tessuto sociale e a- I sindacati tutelano davvero solo quei lavoratori di vecchia data che godono di un certo grado di sicurezza. Chi ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato può avanzare richieste e far valere i propri diritti. Ma tutti gli altri sono bloccati, costretti, ricattati dalle strategie delle grandi aziende e dalle pressioni del mercato.
Nelle contrapposizioni tra consumo e commercio, tra chi compra e chi vende, tra chi sceglie di andare al centro commerciale il 1° maggio e chi vorrebbe starsene a casa e pensare alla propria famiglia durante le festività. Il sindacato ha d’ora in poi un compito sempre più difficile: difendere chi ne ha davvero bisogno.
Salvare un giovane è lo stimolo che ci spinge a continuare
Vi parlo di Chiara, coordinatrice di un progetto di accoglienza per bambini di strada a Nairobi: ogni anno salvano 50 giovani. Chiara sente su di sé tutto il fallimento quando con qualcuno non riescono, ma un giorno mi ha confessato: “Se su 50 uno solo ce la fa, è lui a spingermi a continuare”.