Il Fatto Quotidiano

“Nuova” Equitalia: più facile pignorare i conti correnti

Dal primo luglio, l’ente che entrerà nell’Agenzia delle Entrate potrà farsi girare direttamen­te i soldi dagli istituti di credito. E accedere a tutte le banche dati per bloccare le somme

- » CARLO DI FOGGIA

Sarebbe un’eterogenes­i dei fini farsesca, se l’esito non fosse voluto. Dietro la finta abolizione di Equitalia, si nasconde un potenziame­nto della riscossion­e senza precedenti: a breve, infatti, si potrà pignorare più velocement­e i conti correnti, grazie a un accesso diretto alle enormi banche dati dell’amministra­zione finanziari­a. “Non cambia solo il nome ma anche l’approccio tra cittadini e fisco”, spiegava Matteo Renzi a fine novembre scorso scagliando­si contro “il fisco vampiro”. L’abolizione di Equitalia è stato l’ultimo asso nella manica giocato dal fiorentino in chiave referendar­ia. Il decreto è di ottobre 2016. In sintesi: la spa della riscossion­e va in liquidazio­ne, diventa un ente pubblico economico e strumental­e dell’Agenzia delle Entrate. Il nome, senza grande fantasia, sarà “Agenzia delle Entrate- riscossion­e”. La data di inizio di questa “rivoluzion­e” è il primo luglio prossimo.

PALAZZO Chigi sta scrivendo lo statuto del nuovo ente. Al momento restano l’aggio, le sanzioni e gli interessi di mora sulle cartelle esattorial­i. Da questo lato, per il contribuen­te cambierà poco. La vera novità è che si troverà di fronte un ente più forte. Il decreto di ottobre, infatti, amplia i poteri a disposizio­ne della riscossion­e. A chi non paga la cartella esattorial­e, infatti, la nuova Equitalia potrà pignorare il conto senza passare dal giudice ma - ed è la vera novità - potrà farlo molto più velocement­e di prima. Per pignorare gli importi, infatti, finora Equitalia doveva fare diversi passaggi con l’Agenzia delle Entrate, che ha accesso diretto all’anagrafe tributaria, dove sono registrati tutti i rapporti finanziari dei soggetti fiscali, conti correnti compresi (l’“archivio dei rapporti”). Una procedura lenta, in cui le somme non finivano subito a disposizio­ne della società. Dal primo luglio, invece, essendo un ente strumental­e dell’Agenzia delle Entrate, potrà farlo direttamen­te facendosi gi- rare subito dalla banca le somme richieste. Per impedirlo si può solo, entro 60 giorni dalla notifica della cartella, chiedere una dilazione e, se accettata, pagare la prima rata. Non è l’unica novità. Il nuovo ente potrà consultare le banche dati dell’Inps per acquisire ogni informazio­ne utile, come il rapporto di lavoro, per poter pignorare stipendi, indennità, pensioni etc. Restano i limiti fissati dalla legge. Per le pensioni, se l’assegno è versato prima del pignoramen­to è intoccabil­e l’importo pari al tri- plo dell’assegno sociale (1.345 euro per il 2017). Se la pensione è accreditat­a sul conto dopo il pignoramen­to, è al sicuro solo l’importo pari all’assegno minimo aumentato della metà (672 euro). Per gli stipendi si pignora un quinto dell’importo se il debito col fisco è superiore a 5mila euro. I conti correnti restano l’ultima spiaggia del fisco dopo il fermo amministra­tivo dell’auto e il pignoramen­to degli immobili (eccetto la prima casa). Anche per questi ultimi, con la manovra, il governo ha ampliato le possibilit­à per Equitalia (si possono pignorare se il valore di tutti quelli detenuti è superiore a 120 mila euro. Prima valeva per ogni singolo immobile).

L’AD DI EQUITALIA, Ernesto Maria Ruffini, destinato da Renzi a guidare il fisco italiano, ha spiegato a novembre alla Camera che gli effetti di questi super poteri “si vedranno in particolar­e sul pignoramen­to del conto corrente o del quinto dello stipendio” visto che adesso “le informazio­ni disponibil­i sono infatti limitate all’identifica­zione dell’operatore finanziari­o e alla tipologia di rapporto”. Per questo motivo, “le procedure di pignoramen­to sui rapporti finanziari (conti correnti) attualment­e attivate hanno, per circa l’80%, un esito negativo. Ma stimiamo che con queste novità gli esiti negativi tornino alla percentual­e fisiologic­a del 20%”. Suona molto diverso da “Equitalia era simbolo di approccio vessatorio. La chiudiamo”, (Renzi, ottobre 2016).

I super poteri

L’ad: “Gli esiti negativi caleranno al 20%” Si può evitare chiedendo la dilazione

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Ansa Alle porte Dal 1 luglio Equitalia diventa “Agenzia delle entrate e riscossion­e”

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