Il Fatto Quotidiano

“Via i nominati: un successo Ora tentiamo il doppio voto”

Il M5S replica alle obiezioni del “Fatto”

- DE CAROLIS

Il deputato dei Cinque Stelle: “Dobbiamo trattare con quelli del Porcellum e dell’Italicum, eppure stiamo ottenendo un testo che rispetta la Carta. Ora ci batteremo per le preferenze e per un premio di governabil­ità”

Stiamo riuscendo a ottenere una legge elettorale costituzio­nale, trattando con quelli che hanno scritto il Porcellum e l’Italicum. Chi ci critica dovrebbe ricordarse­lo, e magari dire grazie al Movimento”. Danilo Toninelli, deputato in commission­e Affari costituzio­nale, lo sherpa del M5s sulla legge elettorale, rivendica il risultato di giorni di mediazioni sul testo. Ieri l’accordo tra Pd, Cinque Stelle, Fi e Lega ha tolto dal “tedeschell­um” la prelazione per i capilista bloccati, facendo sì che i seggi vengano assegnati innanzitut­to ai vincitori nei collegi uninominal­i. E sono state ridotte anche le pluricandi­dature (ci si potrà presentare in un collegio uninominal­e e in una sola lista bloccata). Ritiene che queste novità siano merito vostro?

Non vogliamo mettere il cappello su niente. Ma di certo questi migliorame­nti sono il frutto di giorni di lavoro, in silenzio.

Su cosa avete insistito finora? La condizione a cui non potevamo rinunciare è che la legge fosse costituzio­nale, ossia che nel testo fosse garantita la rappresent­anza diretta. E a questo siamo arrivati con la riduzione dei collegi, che garantisce il seggio a tutti i vincitori nell’uninominal­e, tranne in un paio di casi. Non avremmo mai rinunciato a questo. E i partiti hanno dovuto cedere. Però manca il voto disgiunto. Quindi questa non è una legge elettorale sul modello tedesco. Questo è assolutame­nte un testo sul modello tedesco: è proporzion­ale, ha lo sbarrament­o del 5 per cento e garantisce il seggio ai vincitori nell’uninominal­e.

Il voto disgiunto è il perno di quel sistema. E i partiti non vogliono saperne di inserirlo. Il disgiunto è essenziale in Germania, perché in quella nazione hanno i seggi soprannume­rari (il numero di posti per vincitori nell’uninominal­e non è fisso ma può aumentare, ndr), mentre in Italia il numero dei seggi è fissato in Costituzio­ne. Detto questo, abbiamo presentato emendament­i per inserirlo.

Da sinistra dicono che fate solo finta di volerlo, con una pura mossa d’immagine. Falsissimo. Insisterem­o, anche in aula. E lo facciamo perché è giusto, non perché favorirebb­e noi del Movimento.

Cioè, il disgiunto potrebbe favorirvi?

Chi vuole votare l’amico o fare un favore a qualcuno con questa legge è costretto a votare anche il suo partito. Con il secondo voto invece potrebbe scegliere il M5s. Senza il disgiunto si spalancano le porte alle clientele?

È un rischio, ma minimo. Però già adesso questa legge è al 100 per cento di impostazio­ne tedesca. Discutibil­e. Con la riduzione dei collegi, la percentual­e di nominati nelle liste bloccate sale al

62 per cento, mentre in Germania la ripartizio­ne dei seggi è divisa a metà tra listini e collegi uninominal­i. Cercheremo di ovviare introducen­do le preferenze. In commission­e su l l ’ e m e n d amento che voleva introdurle vi siete astenuti. Certo, perché così com’era scritto rischiava di far saltare tutto l’impianto. Ma noi continuere­mo la nostra battaglia sul punto in aula, alla luce del sole. E comunque, sfido quelli che ci attaccano a mettere nero su bianco che faranno le primarie. Noi le parlamenta­rie le faremo sicurament­e: i nostri candidati non saranno selezionat­i da segreterie di partito.

Quali saranno le vostre priorità nel prosieguo dei lavori? Chiederemo il disgiunto, e le preferenze. E vogliamo anche un correttivo di governabil­ità, che garantisca a chi prende il 40 per cento il 51 per cento dei seggi. Basta inserire dei criteri matematici per dare maggiore margine al primo partito.

Sono punti irrinuncia­bili?

Le preferenze non sono nel sistema tedesco, ossia quello a cui hanno dato il via libera i nostri iscritti sul web.

Quindi votereste il testo anche senza le preferenze?

Sì. Però le vogliamo. Continuere­mo a lavorare, come abbiamo fatto in questi giorni, goccia dopo goccia...Non si può ottenere tutto subito.

Questa legge ha suscitato molti mal di pancia nel M5s. E il blog li ha subito silenziati. Capisco perfettame­nte la preoccupaz­ione dei colleghi, perché non potevano conoscere nel dettaglio il lavoro che portavamo avanti in commission­e, in silenzio. Ma cercheremo di condivider­e il più possibile.

La legge potrebbe vacillare con il voto segreto. Nel vostro gruppo la linea reggerebbe?

Chi chiederà il voto segreto si assumerà la responsabi­lità di voler fregare gli italiani. Ma il nostro gruppo terrebbe anche in quel caso. Siamo portavoce, quindi porteremo la voce degli iscritti.

Capisco l’ansia dei colleghi, non potevano conoscere nel dettaglio il lavoro in commission­e. Ma in Aula reggeremo Chi è

Danilo Toninelli , 42 anni, di Soresina (Cremona) è un deputato del M5s, vicepresid­ente della commission­e Affari costituzio­nali della Camera.

È la mente e il primo firmatario del Democratel­lum, la proposta di legge elettorale del Movimento, depositata nell’ottobre 2013 e poi esposta dallo stesso Toninelli a Renzi nel 2014, in un incontro con la delegazion­e del M5s

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Ansa Lo sherpa dei Cinque stelle Il deputato Danilo Toninelli
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