Il Fatto Quotidiano

Londra con il terrore e 7 morti nelle urne

Nuove misure Dopo i 12 arresti, il premier chiede interventi duri: revisione di strategia e legislazio­ne antiterror­ismo. E verso l’estremismo tolleranza zero

- » SABRINA PROVENZANI

■ Il primo ministro May chiede una nuova legislazio­ne anti-terrorismo e tollerenza zero, mentre Trump attacca il sindaco della capitale inglese Khan di origini pachistane: “Ora basta politicall­y correct”

Al termine del briefing con ministri e vertici d el l ’ intelligen­ce e della polizia, Theresa May esce dalla sua residenza ufficiale a Downing Street e parla ad un Paese che ha subito tre attentati terroristi­ci in tre mesi. Distingue fra Islam ed estremismo islamico, “ideologia malvagia” che del primo è una “perversion­e” e dichiara: “Non possiamo far finta che le cose possano continuare come ora”.

Chiede interventi duri su vari fronti: revisione della strategia e della legislazio­ne antiterror­ismo, tolleranza zero verso l’estremismo nelle moschee e online, e promuove la necessità di convincere i potenziali terroristi della “superiorit­à morale dei valori occidental­i” sull’ideologia islamista. Argomento culturalme­nte scivoloso.

“QUANDO È TROPPO è troppo” conclude. Uno slogan che ostenta sicurezza, ma tradisce debolezza, perché la May è premier da quasi un anno e perché prima, per altri sei, è stata ministro degli Interni, quindi responsabi­le anche dell’antiterror­ismo. Se questo attentato segnerà davvero un giro di vite, viene da chiedersi perché non sia stato deciso prima.

Intanto, è chiara la dinamica dell’attacco di sabato notte: otto minuti in tutto.

Alle 22.08 la polizia riceve una chiamata da London Bridge, dove un furgone bianco, lanciato a circa 80 chilometri all’ora, ha investito alcuni pedoni.

Polizia e ambulanze accorrono sul posto: centinaia di persone fuggono, testimoni riferiscon­o di aver visto feriti a terra.

Il furgone procede per pochi metri fino a schiantars­i di fronte ad un pub vicino al mercato di Borough, a sud del Tamigi, zona fitta di locali e frequentat­issima nel fine settimana.

Ne escono tre uomini che, armati di coltelli, colpiscono alla cieca: poi si separano, entrano in alcuni ristoranti, accoltella­no ancora. Gli avventori si nascondono sotto i tavoli, altri reagiscono lanciando oggetti o proteggend­o i feriti.

Intervengo­no agenti armati. Entro le 22.16 i terroristi vengono uccisi fuori dal Wheatsheaf pub. Indossava- no finti giubbotti esplosivi con l’intento di diffondere il panico.

Non hanno avuto bisogno di bombe per uccidere 7 persone e ferirne 48, (fra cui 4 agenti) ricoverati in 5 ospedali della capitale. Di loro 21, conferma il servizio sanitario, sono in condizioni critiche. Uno è un passante ferito dai colpi degli agenti.

L’area intorno a London Bridge e Southwark viene chiusa al traffico, ma l’invito della polizia è di evitare tutto il centro; 5 stazioni della metro vengono chiuse, i bus sospesi. Decine di migliaia di persone si allontanan­o a piedi. Altri restano bloccati nei locali per alcune ore. Il Met dirama l’avviso: Run, Hide, Tell. Scappa, nasconditi, racconta cosa hai visto.

È un attentato vissuto in diretta, perché è costante l’afflusso di testimonia­nze, video e tweet in tempo reale. Molti descrivono la corsa del furgone, i feriti sul ponte, la brutalità dei terroristi che af- fondano 10, 15 colpi alla gola, al viso, all’addome, il sangue ovunque. Sempre ieri la polizia ha arrestato 12 persone “connesse all’attacco” a Barking, est di Londra, dove viveva almeno uno degli attentator­i. È un quartiere molto popolare, dove le tensioni fra musulmani e il resto della popolazion­e sono frequenti: qui, non a caso, i nazionalis­ti dell’Ukip sperano di ottenere un seggio parlamenta­re.

IL LIVELLO DI ALLARME intanto resta “serio” ma non viene elevato a “cr it ic o” pe rc hé , chiarisce il Ministro degli Interni Amber Rudd, “pensiamo di aver fermato tutti i responsabi­li”. Dopo quello di Westminste­r gli attacchi sventati sono stati cinque, aggiunge, ma “dobbiamo ottenere dai social media che facciano di più contro la radicalizz­azione online”. Per esempio, limitando i servizi che criptano le comunicazi­oni fra utenti, e proteggono così anche quelle fra terroristi.

Solo per un giorno, ieri, tutti i partiti tranne l’Ukip hanno sospeso la campagna elettorale. Le elezioni politiche sono giovedì: l’ipotesi di rimandarle è stata esclusa dalla stessa May. Come ha detto il sindaco di Londra Sadiq Kahn, musulmano osservante e simbolo di un’integrazio­ne riuscita: “Questi terroristi vogliono impedirci di goderci il nostro stile di vita e le nostre libertà. Non dobbiamo permetterl­o. Non possiamo farci intimidire”.

Oggi è un altro giorno. Londra si stringe intorno alle vittime. E va avanti, come sempre.

Le elezioni politiche Il voto è giovedì: l’ipotesi di rimandarlo è stata esclusa da Downing Street

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Reuters/Ansa L’operazione di domenica Un detenuto dalla polizia nel blitz a Est della capitale. Sotto, fiori al Borough Market
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