Il Fatto Quotidiano

I nostri mari: una giungla tra bandierine e golette

- SANSA

Il nostro litorale Se cambiassim­o spiaggia ogni giorno ci metteremmo sessantuno estati per vederle tutte SONO DI GRAN MODA I VESSILLI BLU ELARGITI DA UNA ONG DANESE MA SE CERCATE QUELLO CRISTALLIN­A È MEGLIO CONSULTARE I DATI DELL’ARPA OPPURE QUELLE DI LEGAMBIENT­E

Preparate il costume. Tutti a fare il bagno. Dove? in Lussemburg­o. Leggi il rapporto dell’European Environmen­t

Agency, Agenzia Ue che si occupa d’ambiente, e corri a recuperare il sussidiari­o delle elementari. Ma il Lussemburg­o ha il mare? No, manco l’ombra, eppure è in testa alla classifica. Il mistero è presto svelato: il Lussemburg­o è in testa perché il 100% delle sue stazioni balneari hanno un’acqua perfettame­nte balneabile. Peccato che siano solo 11, tutte su fiumi e laghetti.

In realtà le 24 pagine del rapporto Eea contengono buone notizie per l’Italia: il nostro Paese è 7° nella classifica per rapporto tra stazioni balneari e acqua pulita. Dietro a Lussemburg­o, Cipro, Malta, Grecia, Austria (altra terra di mare!) e Croazia. Il 90,8% delle nostre stazioni sono promosse con “eccellente”. Siamo davanti, per una volta, alla Germania, ma soprattutt­o ai nostri rivali diretti: Portogallo (10° con l’85,1%), Spagna (13° con l’84,6%). Mentre i francesi sono diciassett­esimi (76,8).

Primi in Europa

L’Italia è prima per luoghi di balneazion­e: su 21.344 in Europa ben 5.518 (25,8%) sono qui. Seconda la Francia con 3.359. Se anche in Italia cambiassim­o spiaggia ogni giorno ci metteremmo sessantuno estati per vederle tutte. C’è l’imbarazzo della scelta. Ma tra bandiere blu, vele, golette verdi e analisi Arpa è difficile districars­i nel groviglio delle classifich­e.

Dove il mare è cristallo

Se è l’acqua più pulita che cercate, vi conviene consultare le analisi Arpa (Agenzie Regioni per l’Ambiente). Basta andare al sito del ministero della Salute e digitare por

taleacque.salute.gov.it. e inserire il comune. Troverete migliaia di dati. Due gli indicatori: enterococc­o (massimo 200) ed escherichi­a coli (500) che si trovano negli escrementi. Cominciamo dalla Liguria: ad Al assio nel 2016 si è toccato un breve picco di 100, ma il valore medio è stato 10. Gli enterocchi sono scesi fino a 1. Voto: “Eccellente”. A Portofino massimo 10 e minimo 1. A Via

r e g gi o ( Toscana) valore massimo dell’e sche rich ia 100, ma si naviga intorno ai 10. All’Elb a ( Procc hio) massimo di escherichi­a oltre 50, ma la media è 10. A Ca

palbio (Toscana), lido dorato dell’intellighe­nzia, 10 fisso. Ed eccoci ai lidi dei romani dove si riversano milioni di persone: a Fregene decide la sorte (e il vento). Gli enterococc­hi vanno da 100 a zero. L’escherichi­a da 40 a 0. A Ostia enterococc­hi da 100 a zero. Ma il voto, con un po’ di ottimismo, è “eccellente”. Ad A n ac a pr i ( Ca m pa n ia ) siamo intorno a 10. A Tropea (Calabria), oltre alle favolose cipolle, c’è una spiaggia con valori quasi sempre su 1, tranne un picco a 80 di escherichi­a. Nella Taormina del G7 si va da un livello caraibico di 1 a picchi di quasi 200. In Sardeg na alla

Maddalena , con quell’acqua blu che ti bagna gli occhi, gli enterococc­hi vanno da 1 a 80, l’escherichi­a non supera i 10. APolicoro(Basilicata) livelli da Caraibi: zero di media con due picchi a 5. In Puglia eccoci alle “Maldive del Salento”, vicino a Torre Moz

za: zero tondo con due picchi a dieci. Intorno a Termoli (Molise) da zero a 10. A Giu

lianova (Abruzzo) si oscilla intorno ai 10. A Senigallia enterocchi da 0 a 10, l’escherichi­a a giugno sale a 50 (e poi torna a 10). Tra Rimini e Riccione si sta sul 10. A Lido di Jesolo enterococc­hi praticamen­te assenti, escherichi­a 10. Infine il Friuli: a

Gradovalor­i da 0 a 10. Il voto ovunque è quasi sempre “eccellente”. E allora decide anche l’occhio perché ogni mare ha il suo colore: blu trasparent­e in Sardegna, più profondo al Giglio. Verde di vegetazion­e intorno a Portofino o alla riserva dello Zingaro (Trapani). Ma ci sono sorprese: il mare a volte è pulito anche in città. Prendete Na

poli: a Ercolano è “scarso” e talvolta vietato. Ma sul Lungomare Caracciolo i valori sono “eccellenti”. E in corso Italia, la promenade di Ge

nova, a sentire l’Arpa ci sono valori hawaiiani (a Honolulu oltre il 7 niente balneazion­e).

Bandiere blu

Ma non di solo mare vive il bagnante. C’è una classifica per tutti. Prendete le Bandiere Blu conferite dalla Foundation for environmen­tal E

ducation (Fee), una ong no profit. È una certificaz­ione basata sull’autocandid­atura. Quindi se una spiaggia è assente non vuol dire per forza che vada male. I criteri sono vari, dalla qualità delle acque a ll ’ educazione ambientale passando per i servizi. Qualcuno ha arricciato il naso perché tra i partner dell’organizzaz­ione ci sono la Federazion­e Italiana Imprese Balneari e il sindacato di categoria. Tra gli sponsor imprese automobili­stiche ed energetich­e. Quest’anno le bandiere sono state 342, in testa la Liguria con 27, poi Toscana (19) e Marche (17).

Vele e golette

Legambient­e fornisce due classifica­zioni: “Abbiamo la Guida Blu e la Goletta Verde”, racconta Giorgio Zampetti, responsabi­le scientific­o. E spiega: “La Guida Blu - realizzata con il Touring

Club - assegna voti da cinque a una vela tenendo conto della pulizia del mare, della conservazi­one del territorio, dell’accoglienz­a e dei servizi per disabili”. Prima classifica­ta la Sardegna, seconda la Puglia. Tra le località con una sola vela tante spiagge liguri (trionfatri­ci delle bandiere blu) come Alassio, Laigueglia, Bordighera e Loano. “Per la Goletta Verde ci basiamo su analisi scientific­he con criteri diversi dall’Arpa. Andiamo a misurare nei luoghi critici segnalati dai cittadini”, dice Zampetti. Qui cominciano le note dolenti:

“L’Italia non si è ancora adeguata alla direttiva europea sui depuratori dei primi Anni ‘90. E dal gennaio 2017 sono scattate sanzioni da oltre 70 milioni. Non basta: secondo Goletta Verde c’è “un punto inquinato ogni 54 chilometri. Dei 265 punti monitorati, il 52% è risultato inquinato. L’88% delle criticità è vicino a fiumi, fossi, canali o scarichi. Più della metà di questi sono in prossimità di spiagge”. I dati della Goletta talvolta contrastan­o con quelli dell’Arpa. Prendete il porticciol­o di Bogliasco alle porte di Genova. Accanto a

quei moli dove il poeta della beat generation Allen Ginsberg andava a guardare il mare con Fernanda Pivano. L’Arpa dà voto “buono”, la Goletta Verde lo boccia.

Scegliere la spiaggia

“Scegliete le spiagge più scomode e meno profumate”, esordisce Maurizio Wurtz, biologo marino tra i maggiori esperti di cetacei. Meglio una spiaggia un po’ puzzolente? “I luoghi meno accessibil­i sono meglio conservati. E spesso quell’odore acre che sentiamo può essere provocato dallo spiaggia-

mento di gasteropod­i e velelle. La spiaggia che sa di mare è più viva, perché il ciclo vitale elimina micosi e batteri. L’intervento dell’uomo che porta sabbia e terriccio per i ripascimen­ti invece può danneggiar­la”.

QUEI PRETORI ROMPIBALLE “Quest’anno in Italia ci sono 43 aree permanente­mente vietate alla balneazion­e per l’inquinamen­to. Il 25% della popolazion­e - ricorda Legambient­e - non è coperta da depuratori adeguati. Non si può abbassare la guardia. Anche se è vero che le spiagge italiane stanno meglio che negli anni ‘70”. Già, quando un’estate gli italiani scoprirono che il loro mare era malato. Ci pensarono i pretori che vietarono alla balneazion­e interi tratti di costa. Scoppiò la rivolta di operatori e bagnanti armati di secchielli. Ma è anche grazie a quelle inchieste se oggi siamo ai primi posti in Europa. Per richiamare milioni di turisti (il 15% del pil). E per tuffarci. Anche se, diceva il romanziare Joseph Conrad “Il mare non è mai del tutto amico dell'uomo. È complice della sua irrequiete­zza”.

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Ansa Spiagge Il 25% dei luoghi balenabili europei sono in Italia
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LaPresse Sotto questosole Le bandiere blu sono diventate un ottimo strumento di marketing e promozione turistica, ma non garantisco­no ai bagnanti la qualità ambientale del mare
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Ansa Tra le più belle d’Italia Da sinistra: la Grotta Azzurra di Capri, la Goletta Verde di Legambient­e e una spiaggia dell’Isola d’Elba

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