“Seguite la posidonia, se la trovate è il posto giusto”
“Il corallo nero! Stavo studiando il mare della Calabria e all’improvviso sott’acqua mi sono trovato davanti una foresta del rarissimo corallo nero. Trentamila pezzi. Ecco questo è il nostro Mediterraneo”. Sembra davvero di vederla, la foresta di corallo, tanta è la passione di Silvio Greco, biologo marino che, tra l’altro, collabora con il ministero dell’Ambiente, l'Ispra e l’università di Pollenzo. Professore, non sarà un po’ “partigiano”...
Macché. Prima di tutto parliamo del Mediterraneo che è tutto un bacino unico. È vero che si tratta di una goccia in mezzo ai mari di tutto il mondo, appena lo 0,1% del totale. Però che meraviglia... il 10% di tutta la biodiversità marina è nel nostro mare. Lo sapeva?
Bellissimo, ma delicato... Sì, basta pensare che qui passa il 20% di tutte le petroliere. Che ci sono 22 paesi costieri da mettere d’accordo. E che per il ricambio delle acque di superficie ci vogliono ottant’anni visto che è un mare chiuso con due piccoli varchi, Gibilterra e il Canale di Suez.
Infatti ci sono segnali di allarme: 250mila microplastiche e 0,35 milligrammi di catrame per metro quadrato di superficie marina.
Lei di questo mare conosce ogni insenatura: che consiglio darebbe ai bagnanti per cercare le acque migliori? Seguite la posidonia. Lo so che tutti odiano questa pianta, ma fidatevi di me: dove c’è la posidonia potete stare tranquilli. Fanno male a toglierla, è solo una questione di ignoranza, perché tra l’altro riduce anche l’erosione delle spiagge. Ogni estate arrivano le classifiche sulla qualità di mare e spiagge. Come leggerle?
Le analisi sono molto utili, ma spesso fotografano la situazione dell’acqua in un determinato momento. Magari c’è vento e l’acqua è pulita, poi va via la tramontana e torna l’inquinamento. Purtroppo il mare non ricorda. Bisognerebbe fare dei carotaggi, perché il fondale del mare ha memoria. Conserva le tracce dell’inquinamento.
Ma l’Italia studia il proprio mare?
Mah... abbiamo quasi ottomila chilometri di coste. Ci piace dire che siamo un popolo di poeti e navigatori. Ma poi per trovare un batiscafo per studiare le profondità dobbiamo affittarlo all’estero. La Svizzera, senza mare, ha più batiscafi di noi. Comunque il mare italiano è tra i più belli... mi creda, se in Calabria - prendo questa terra perché sono calabrese - vai a dieci metri dalla costa e ti immergi... vedi il mondo. C’è di tutto, ogni tipo di balena, di delfino, di squalo...
Anche lo squalo bianco del film di Steven Spielberg? Certo. Anzi, vicino a Lampedusa ce ne sono molti.
Dobbiamo avere paura? Per carità, non scriva queste cose! Sulle coste del Mediterraneo vivono 500 milioni di persone e dal 1957 ci sono stati appena quattro attacchi... molto meno che per le api. Eppure una volta il Mediterraneo veniva dato per spacciato...
Negli anni ‘70 la situazione era molto peggiore. Poi sono cominciati i controlli, le battaglie contro l’inquinamento. E oggi abbiamo un’acqua tra le migliori.
La battaglia è vinta?
No, non dobbiamo abbassare la guardia. I due principali nemici sono l’inquinamento e il cambiamento del clima. Non dimentichiamolo: il mare serve per fare i bagni, ma ci dà soprattutto il 50 per cento dell’ossigeno. Metà del nostro respiro viene dal mare
So che tutti odiano questa erba marina, sbagliano a estirparla Ma fidatevi di me: dove c’è potete stare tranquilli Silvio Greco è un biologo marino, consigliere del ministero dell'Ambiente ed esperto di agroalimentare e pesca. È stato ricercatore dell'Istituto Talassografico del Cnr e docente dell'Università Federico II. Insegna Produzioni animali presso l'Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo, è dirigente di ricerca dell'Ispra e presidente del Comitato scientifico di Slow Fish