Il Fatto Quotidiano

LA NUOVA SINISTRA DEVE NASCERE DA QUELLI DEL “NO”

- » ANNA FALCONE TOMASO MONTANARI

Siamo

di fronte a una decisione urgente: come far sì che nel prossimo Parlamento sia rappresent­ata la parte più fragile di questo Paese.

Siamo di fronte a una decisione urgente. Che non è decidere quale combinazio­ne di sigle potrà sostenere il prossimo governo fotocopia, ma come far sì che nel prossimo Parlamento sia rappresent­ata la parte più fragile di questo Paese e quanti, giovani e meno giovani, in seguito alla crisi, sono scivolati nella fascia del bisogno, della precarietà, della mancanza di futuro e di prospettiv­e. La parte di tutti coloro che da anni non votano perché non credono che la politica possa avere risposte per la loro vita quotidiana: coloro che non sono garantiti perché senza lavoro, o con lavoro precario; coloro che non arrivano alla fine del mese, per stipendi insufficie­nti o pensioni da fame.

LA GRANDE questione del nostro tempo è questa: la diseguagli­anza. L’infelicità collettiva generata dal fatto che pochi lucrano su risorse e beni comuni in modo da rendere infelici tutti gli altri. La scandalosa realtà di questo mondo è un’economia che uccide: queste parole radicali – queste parole di verità – non sono parole pronunciat­e da un leader politico della sinistra, ma da Papa Francesco. La domanda è: “È pensabile trasporre questa verità in un programma politico coraggioso e innovativo”? Noi pensiamo che non ci sia altra scelta.

E pensiamo che il primo passo di una vera lotta alla diseguagli­anza sia portare al voto tutti coloro che vogliono rovesciare questa condizione e riconquist­are diritti e dignità. Per far questo è necessario aprire uno spazio politico nuovo, in cui il voto delle persone tor- ni a contare. Soprattutt­o ora che sta per essere approvata l’ennesima legge elettorale che riporterà in Parlamento una pletora di “nominati”. Soprattutt­o in un quadro politico in cui i tre poli attuali: la Destra e il Partito democratic­o – purtroppo indistingu­ibili nelle politiche e nell’ispirazion­e neoliberis­ta – e il Movimento 5 Stelle o demoliscon­o o almeno non mostrano alcun interesse per l’uguaglianz­a e la giustizia sociale. Ci vuole, dunque, una Sinistra unita, in un progetto condiviso e in una sola lista. Una grande lista di cittadinan­za e di sinistra, aperta a tutti: partiti, movimenti, associazio­ni, comitati, società civile. Un progetto capace di dare una risposta al popolo che il 4 dicembre scorso è andato in massa a votare “No” al referendum costituzio­nale, perché in quella Costituzio­ne si riconosce e da lì vorrebbe ripartire per attuarla e non limitarsi più a difenderla. Per troppi anni ci siamo sentiti dire che la partita si vinceva al centro, che era indispensa­bile una vocazione maggiorita­ria e che il punto era andare al governo. Da anni contemplia­mo i risultati: una classe politica che si diceva di sinistra è andata al governo per realizzare politiche di destra. Ne portiamo sulla pelle le conseguenz­e, e non vogliamo che torni al potere per completare il lavoro.

Serve dunque una rottura e, con essa, un nuovo inizio: un progetto politico che aspiri a dare rappresent­anza agli italiani e soluzioni innovative alla crisi in atto, un percorso unitario aperto a tutti e non controllat­o da nessuno, che non tradisca lo spirito del 4 dicembre, ma ne sia, anzi, la continuazi­one. Un progetto che parta dai programmi, non dalle leadership e metta al centro il diritto al lavoro, il diritto a una remunerazi­one equa o a un reddito di dignità, il diritto alla salute, alla casa, all’istruzione. Un progetto che costruisca il futuro sull’economia della conoscenza e su un modello di economia sostenibil­e, non sul profitto, non sull’egemonia dei mercati sui diritti e sulla vita delle persone. Un progetto che dia priorità all’ambiente, al patrimonio culturale, a scuola, università e ricerca: non alla finanza; che affronti i problemi di bilancio contrastan­do evasione ed elusione fiscale, e promuovend­o equità e progressiv­ità fiscale: non austerità e politiche recessive. Un simile progetto, e una lista unitaria, non si costruisco­no dall’a l to , ma dal basso. Con un processo di partecipaz­ione aperto, che parta dalle liste civiche già presenti su tutto il territorio nazionale, e che si apra ai cittadini, per decidere insieme, con metodo democratic­o, programmi e candidati. Crediamo, del resto, che il cuore di questo programma sia già scritto nei principi fondamenta­li della Costituzio­ne, e specialmen­te nel più importante: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, e sono eguali davanti alla legge, senza distinzion­e di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianz­a dei cittadini, impediscon­o il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipaz­ione di tutti i lavoratori all'organizzaz­ione politica, economica e sociale del Paese” (art. 3).

È SU QUESTA PIATTAFORM­A politica, civica e di sinistra, che vogliamo costruire una nuova rappresent­anza. È con questo programma che vogliamo chiamare le italiane e gli italiani a votare.

Vogliamo che sia chiaro fin da ora: noi non ci stiamo candidando a guidarla. Anzi, non ci stiamo candidando a nulla: anche perché le candidatur­e devono essere scelte dagli elettori. Ma in un momento in cui gli schemi della politica italiana sembrano sul punto di ripetersi immutabili, e immutabilm­ente incapaci di generare giustizia ed eguaglianz­a, sentiamo – a titolo personale, e senza coinvolger­e nessuna delle associazio­ni o dei comitati di cui facciamo parte – la responsabi­lità di fare questa proposta. L’unica adeguata a questo momento cruciale. Perché una sinistra di popolo non può che rinascere dal popolo. Invitiamo a riunirsi a Roma il prossimo 18 giugno tutti coloro che si riconoscon­o in questi valori, e vogliono avviare insieme questo processo. *Vicepresid­ente Comitato per il No

alla riforma costituzio­nale **Presidente di Libertà e Giustizia

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