Torino, il pm indaga anche sulle “omissioni”
La finale di Champions L’inchiesta per lesioni colpose gravi (1527 feriti) estesa a Comune e Questura
Si cerca ai piani alti, tra i responsabili della piazza e dell’ordine pubblico. La Procura di Torino vuole capire cosa sia mancato nell’organizzazione e nella gestione d el l’evento di sabato scorso in piazza San Carlo, dove quasi trentamila tifosi della Juventus si erano radunati per vedere la finale di Champions League.
Ieri, dopo aver ricevuto una prima informativa dalla Digos della questura, il procuratore capo Armando Spataro ha aperto un’inchiesta per lesioni colpose gravi e gravissime senza escludere che siano state pro- vocate dall’omissione di atti che avrebbero potuto impedirle, come l’adozione di vie di sicurezza e il divieto di vendere le bottiglie di vetro che hanno provocato molti tagli durante la spaventosa fuga causata dal falso allarme. Per questa ragione ha avviato l’a cquisizione di “documentazione amministrativa di qualsiasi gen er e”, atti del Comune di Torino, che aveva affidato l’organizzazione all’ente “Turismo Torino”, ma anche quelli della Questura e della Prefettura, organismi incaricati della gestione dell’ordine pubblico.
Il fascicolo, inizialmente intestato al sostituto procuratore Antonio Rinaudo del gruppo antiterrorismo, dopo l’esclusione di ipotesi legate ad attentati è stato assegnato anche al procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo, che guida il gruppo “Tutela degli ambienti di lavoro, dei consumatori e dei malati”. Intanto prosegue la ricerca della causa scatenante e dei responsabili non ancora individuati.
DAL FRONTE del Comune, ieri la sindaca M5s Chiara Appendino ha tentato di difendersi: “La Commissione provinciale di vigilanza, in mattinata, aveva effettuato i previsti controlli di sicurezza e autorizzato l’ente organizzatore ‘Turismo Torino’a svolgere l’evento”, ha detto in consiglio comunale. Il suo predecessore Piero Fassino l’ha invitata “ad assumersi le sue responsabilità che invece da quando è stata eletta cerca di scaricare su altri”. Questo perché domenica Appendino ha scari- cato l’onere sull’ente turistico e ieri ha affermato che “l’evento ha seguito una prassi di atti amministrativi e di supporto organizzativo ormai consolidata” ricordando il precedente della finale di Champions League del 2015, sotto l’ amministra zio nePd. Alla luce di alcuni eventi recenti, ha aggiunto lei, “non sono stati adottati ulteriori provvedimenti di limitazione alla vendita di alimenti o be- vande in vetro o lattine, anche alla luce della sanzionabilità della vendita abusiva comunque prevista”. Fassino ha invece denunciato la “grave sottovalutazione dei rischi a cui era esposto l’evento in una situazione completamente diversa dal 2015”, .
Altri consiglieri, invece, hanno chiesto all'esponente del M5s più di una semplice assunzione di responsabilità: Roberto Rosso (Direzione I- talia) si è scagliato contro la sindaca, il prefetto Renato Saccone e il questore Angelo Sanna: “Di voi tre, chi è il responsabile di quello che è successo? Se è lei, dovrebbe essere così onesta da rassegnare le dimissioni. Se non è stata lei, sarò lieto di unirmi alla sua richiesta di dimissioni” del responsabile.
La sindaca Fassino attacca e Appendino si difende: “C’era l’ok dopo i controlli di sicurezza, la prassi è quella”
ALTRI LE HANNO chiesto di lasciare la delega alla sicurezza: “Individui una persona di sua fiducia”, le ha detto Silvio Magliano dei Moderati. Il leghista Fabrizio Ricca va giù duro: “Mi aspetto che in settimana lei presenti nomi e cognomi dei responsabili da cacciare a calci nel sedere. O saprà farsi da parte”. Su un punto però molti concordano: il maxischermo per la finale di Champions poteva essere organizzato dalla Juventus nel suo stadio.