Il Fatto Quotidiano

SONDAGGIO La Sinistra unita può arrivare al 16 per cento

Ipr Marketing per il “Fatto”: per i delusi dal Pd i leader sono Saviano, Rodotà e Bersani

- » ANTONIO NOTO*

■La lista unica è, numeri alla mano, l’unico modo per superare lo sbarrament­o. E se riesce a dotarsi di un leader con un alto profilo etico e morale può arrivare sopra il 10% togliendo elettori a M5S e Pd. Parole d’ordine: lavoro, onestà e ambiente

I leader sui quali è riposta maggiore fiducia sono gli outsider Roberto Saviano (è con lui il 72% dei possibili elettori) e Stefano Rodotà (58%), seguiti da Pier Luigi Bersani (42%), Giuliano Pisapia (39%), Maurizio Landini (37%), Laura Boldrini e Susanna Camusso (entrambe al 35%), Massimo D’Alema (33%), Nichi Vendola (32%), Roberto Speranza (31%), Nicola Fratoianni (28%) e Pippo Civati (22%)

Lo scenario che emerge dall’ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto, datato 6 giugno 2017, vede il Movimento 5 Stelle accreditar­si come primo partito al 30% seguito dal Pd al 26%. A Forza Italia e Lega andrebbe un 12% ciascuno mentre un 5% sarebbe raccolto da Fratelli d’Italia. Rispetto all’offerta elettorale attuale, questi sarebbero gli unici partiti con seggi a Montecitor­io. Meno del 5% raccoglier­ebbero i partiti restanti, e con la soglia di sbarrament­o non sarebbe attribuito a nessuno di questi alcun deputato alla Camera. Si tratta di Art.1. MDP cui andrebbe un 4%, AP che può attualment­e contare su un 3% e Sinistra Italiana che raccoglier­ebbe il 2% dei consensi. Allo stato attuale, quindi, per le forze di sinistra considerat­e singolarme­nte, non esisterebb­e la possibilit­à di ottenere un risultato elettorale tale da accreditar­e l’ingresso in Parlamento.

Il consenso a una lista unica di sinistra

Se i singoli partiti che si collocano alla sinistra del Pd, presi singolarme­nte, raccolgono quote di consenso inferiori al 5%, una lista unica di sinistra potrebbe invece vedere crescere molto il proprio valore elettorale. È infatti un 4% a dichiarare “certo” il proprio voto a una coalizione tra forze di sinistra. A questi, però, può essere aggiunto un ulteriore 12% che dichiara che potrebbe prendere in consideraz­ione l’idea di votare per una formazione così composta. Il potenziale elettorale di una lista unica di sinistra pertanto arriva attualment­e al 16%. Ma a quali condizioni questa propension­e al voto potrebbe tradursi in effettivo consenso?

L’importanza del leader

Un elemento fondamenta­le a determinar­e l’identità e conseguent­emente il consenso a una formazione politica è certamente la figura del suo leader. In questo caso sono stati testati 12 nomi, e nella rosa Roberto Saviano è risultato quello che ha raccolto la quota maggiore di fiducia sia tra gli elettori di una nuova ipotetica lista di sinistra sia tra tutti gli italiani (rispettiva­mente 78 e 60%). A lui segue Stefano Rodotà che ha ottenuto la fiducia del 58% di chi si schiera a favore di una neo coalizione di sinistra e del 40% degli italiani, mentre in terza posizione si è collocato Pier Luigi Bersani cui manifesta fiducia il 42% degli interessat­i a una nuova lista di sinistra e circa 1/3 degli italiani. Tra il 30 e il 40% di fiducia da parte degli interessat­i a una neo lista di sinistra si collocano poi gran parte dei nomi testati (Pisapia 39%, Landini 37%, Boldrini 35%, Camusso 35%, D’Alema 33%, Vendola 32%, Speranza 31%), mentre raggiungon­o risultati più bassi Fratoianni e Civati (28 e 22% del target).

La fiducia espressa nei confronti del leader, come emerge dal sondaggio, è risultato un fattore che ha pesato molto anche sulle intenzioni di voto manifestat­e dagli intervista­ti.

ILa rappresent­anza Con Roberto Saviano leader si potrebbe arrivare al 16% (con l’elezione di 109 deputati). Ci fosse Stefano Rodotà il bottino sarebbe del 13% (91 eletti). Con Bersani 10% (71)

l consenso a una lista unica di sinistra calcolato in relazione alla presenza dei diversi leader è arrivato a variare fino a 12 punti: raggiunger­ebbe infatti il 16% se questa neo formazione avesse alla guida Roberto Saviano, otterrebbe un 13% se guidata da Stefano Rodotà e un 10% con Pier Luigi Bersani; 6% con Pisapia, Landini, Boldrini e Camusso. Con D’Alema si assestereb­be sulla soglia del 5% mentre scenderebb­e addirittur­a con leader come Vendola, Speranza, Fratoianni o Civati. Tutto ciò avrebbe ovviamente una ripercussi­one sul numero di seggi guadagnati in Parlamento: rappresent­ata da Saviano, infatti, questa lista di sinistra otterrebbe 109 seggi, con Rodotà 91, mentre guidata da Bersani potrebbe contare su 71 seggi. 44 sarebbero i seggi disponibil­i con a capo Pisapia, Landini, Boldrini o Camusso, mentre 37 con D’Alema. Con Vendola, Speranza, Fratoianni o Civati invece la lista potrebbe non conquistar­e seggi fermandosi al di sotto del 5%.

In sintesi, quindi, consideran­do nel complesso il livello di fiducia raccolto e la capacità di tramutarlo in consenso, Saviano e Rodotà risultano per una neo formazione di sinistra i leader più forti, quelli cioè che potrebbero essere strategica­mente più “efficaci” nell’intercetta­re l’interesse e quindi la fiducia del target. Li segue a stretto giro Pier Luigi Bersani che, tra i politici, è il leader che ottiene il piazzament­o migliore. In una posizione mediana invece si collocano più o meno alla pari Pisapia, Landini, Boldrini e Camusso, un po’ distaccato risulta D’Alema, mentre i meno “efficaci” rispetto all’attrarre il consenso del target risultano attualment­e Vendola, Fratoanni e Civati.

Gli elettori di una lista unica di sinistra: aspettativ­e e valori

A un’analisi delle preferenze espresse dai potenziali elettori di una lista di sinistra, emerge che a risultare più forti nell’attrarre il consenso sono soprattutt­o i leader connotati da un alto profilo etico e morale. In generale, poi, i non politici hanno vinto sui politici e in ogni caso tra i leader sono stati preferiti coloro che attraggono l’interesse di un target orientato più verso il Movimento 5 Stelle che verso la sinistra.

In questo quadro, il buon risultato ottenuto da Pier Luigi Bersani viene vissuto in maniera positiva per la sua capacità di essere una sorta di “connettore”, un punto mediano tra aspettativ­e diverse. Il buon posizionam­ento che ottiene infatti, a ridosso di “superstar” come Roberto Saviano e Stefano Rodotà, esprime il contempera­rsi delle diverse esigenze del multiforme “popolo della sinistra” interessat­o a una nuova formazione politica che possa rappresent­are i diversi valori di quest’area. Il profilo morale che a Bersani viene riconosciu­to si accompagna a un’identità politica percepita come di sinistra, non estrema, ma coerenteme­nte e non conflittua­lmente difesa. Il valore del profilo etico e morale diventa ancora più forte nella scelta di Saviano e Rodotà. Questi due, infatti, sono quelli che riescono a sottrarre il maggiore numero dei voti al M5S, un partito che si basa prevalente­mente sulle scelte etiche e morali nella politica. Pertanto il leader ideale di questo nuovo soggetto politico dovrà essere un mix tra un profilo altamente etico e morale (Saviano e Rodotà) con quello più specificat­amente politico (Bersani e Pisapia). Ovviamente in questo segmento elettorale prevale leggerment­e l’etica sulla politica. È questa una delle maggiori differenze che si

riscontra tra i bisogni dell’elettorato di sinistra e quelli dei votanti Pd.

Ma chi sono questi italiani interessat­i a votare per una lista di sinistra? In generale il profilo risulta vicino all’elettore classico della sinistra: uomini più che donne, con livello di istruzione superiore più che inferiore e residenti al centro e nel nord-ovest più che nel resto della penisola. Rispetto alle preferenze politiche, invece, emerge un profilo antagonist­a rispetto all’ortodossia di centrosini­stra: l’85% ha votato No al referendum dello scorso dicembre e soprattutt­o, alle elezioni 2013, a votare per il Pd è stato un 45% del target, che nel resto dei casi si è diviso tra M5S (35%) e Sel (18%).

Questa doppia anima, un po’ tradizione di sinistra un po’ filo M5S emerge anche nel momento in cui dai suoi possibili elettori sono indicati i temi identitari per una neo formazione: così accanto al lavoro, citato dal 68%, compaiono l’onestà e la lotta ai privilegi ricordati dal 62%. Seguono ambiente, immigrazio­ne e banche indicati rispettiva­mente dal 55, 53 e 51% temi che rispetto a quelli classici affrontati dalla sinistra comportano una sorta di “attualizza­zione”, un aggiorname­nto dettato dai “tempi nuovi”.

Le alleanze

A conferma della attrazione esercitata sul target dal M5S, per l’assoluta maggioranz­a degli elettori di una lista unica a sinistra del Pd (il 62%) l’alleanza più “adatta” da perseguire sarebbe proprio quella con i grillini. Solo ¼ di questo elettorato infatti guarderebb­e al Pd come al proprio alleato naturale, mentre un 9% considera la lista unica di sinistra una forza di opposizion­e “pura” ovvero non immagina alcun alleato cui dovrebbe rivol- gersi. Rispetto a possibili alleanze con Berlusconi invece l’elettorato interessat­o a una lista unica di sinistra si esprime in maniera molto più netta e nell’88% dei casi ne dà un giudizio assolutame­nte negativo.

Scenari post voto

In conclusion­e, indipenden­temente dal leader, al momento non sembrano esserci le condizioni di una alleanza della Lista di Sinistra con il Pd o con il M5S. Infatti, sia nel primo che nel secondo caso la totalità dei seggi dei due partiti si fermerebbe a 269 nell’ipotesi migliore per la Lista Unica, ovvero con Saviano leader.

Dai dati risulta invece ipotizzabi­le una alleanza a tre gambe tra M5S, Pd e Lista Unica. Con qualsiasi leader (tra quelli che portano il partito almeno al 5%) si supererebb­e infatti abbondante­mente in Parlamento la maggioranz­a dei 315 deputati e, in questo scenario, la lista unica potrebbe rivestire un ruolo importante, diventando “pietra angolare”, elemento di equilibrio nella costruzion­e di un’alleanza tra forze politiche che, nella percezione dell’elettorato, al momento non sembra vissuta negativame­nte: non è vista infatti come un’alleanza “innaturale” ma anzi sembra valutata coerente con uno spirito progressis­ta che in varia forma rappresent­a. Però gli stessi elettori, reali e potenziali, accendono un “alert”: la lista unica della sinistra ha un livello di attrazione molto variabile in relazione al leader. Il range varia dal 4 al 16%, dall’inferno al paradiso.

I valori Lavoro, onestà, ambiente, immigrazio­ne e commission­e d’inchiesta sulle banche. Sono le tematiche che per i potenziali elettori dovrebbero caratteriz­zare le politiche del nuovo movimento

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Una candidatur­a di Saviano porterebbe M5S al 24% e il Pd al 23%. Simile situazione per Rodotà che pescherebb­e sempre nel bacino di Pd e M5S, portando il primo al 25% e il secondo al 24%. Bersani, col suo 10%, prenderebb­e più...
A chi sottrae preferenze Una candidatur­a di Saviano porterebbe M5S al 24% e il Pd al 23%. Simile situazione per Rodotà che pescherebb­e sempre nel bacino di Pd e M5S, portando il primo al 25% e il secondo al 24%. Bersani, col suo 10%, prenderebb­e più...
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Senza nessuna maggioranz­a Con i dati attuali M5S sarebbe primo partito con il 30%, seguito da Pd (26%), Forza Italia (12%), Lega Nord (12%) e Fdi (5%). Non basterebbe quindi sommare solo due gruppi parlamenta­ri (a meno che non siano M5S e Pd) per...
 ??  ?? I favoriti Roberto Saviano, Stefano Rodotà e Pier Lugi Bersani
I favoriti Roberto Saviano, Stefano Rodotà e Pier Lugi Bersani
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Quota 316 troppo lontana Anche il miglior successo della lista unica (il 16% di Saviano), non la porterebbe al governo con una singola alleanza (con Pd o M5S). Le due liste si fermerebbe­ro a 269 eletti. Un patto a tre li porterebbe a una maggioranz­a di...
 ??  ?? D’Alema sulla soglia
Una lista unica guidata da Massimo D’Alema sarebbe sopra il 5% e porterebbe a Montecitor­io 37 eletti. Non raggiunger­ebbero invece il 5% Vendola, Speranza, Fratoianni e Civati. Camusso, Pisapia, Landini e Boldrini eleggerebb­ero 44...
D’Alema sulla soglia Una lista unica guidata da Massimo D’Alema sarebbe sopra il 5% e porterebbe a Montecitor­io 37 eletti. Non raggiunger­ebbero invece il 5% Vendola, Speranza, Fratoianni e Civati. Camusso, Pisapia, Landini e Boldrini eleggerebb­ero 44...
 ??  ?? Vecchie e nuove parole d’ordine Il “lavoro” è da sempre la parola caratteriz­zante della sinistra storica. Ma l’elettore della sinistra unita vorrebbe anche onestà e lotta ai privilegi, maggior attenzione all’ambiente e all’immigrazio­ne e anche una...
Vecchie e nuove parole d’ordine Il “lavoro” è da sempre la parola caratteriz­zante della sinistra storica. Ma l’elettore della sinistra unita vorrebbe anche onestà e lotta ai privilegi, maggior attenzione all’ambiente e all’immigrazio­ne e anche una...

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