Il Fatto Quotidiano

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LA LEGGE ELETTORALE­all’esame dell’aula di Montecitor­io prevede che i seggi vengano ripartiti tra le liste in modo proporzion­ale in rapporto ai voti raccolti. Chi non supererà il 5% dei voti resterà fuori dalla ripartizio­ne e quanto raccolto tra i partiti minori verrà suddiviso tra le liste che hanno superato la soglia. A beneficiar­e maggiormen­te della ripartizio­ne sarà chi arriva primo, ma non potrà garantire il raggiungim­ento della maggioranz­a assoluta dei voti. Per eleggere la Camera l’Italia sarà suddivisa in 28 circoscriz­ioni proporzion­ali e 225 collegi uninominal­i. L’elezione del Senato avverrà invece attraverso il voto espresso in 20 circoscriz­ioni proporzion­ali e in 112 collegi uninominal­i. Il voto è unico e esprimibil­e solo per scegliere il candidato del collegio, non delle liste proporzion­ali. In ogni circoscriz­ione i partiti presentera­nno ciascuno una lista “bloccata” composta da un minimo di 2 a un massimo di 6 candidati. I primi della lista avranno le maggiori possibilit­à di essere eletti. Nei collegi i partiti schiereran­no un solo candidato ciascuno che dovrà prendere almeno un voto in più del secondo classifica­to. Tutti gli eletti nell’uninominal­e avranno la precedenza nella distribuzi­one dei seggi sui candidati nei listini bloccati. Ogni candidato potrà presentars­i al massimo in un collegio uninominal­e e in un listino proporzion­ale.

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Ansa Sherpa Emanuele Fiano deputato e responsabi­le per le riforme del Pd, sta trattando sulla formulazio­ne della legge elettorale

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