Il Fatto Quotidiano

Rai bloccata da Matteo & Silvio Domani Cda, rischio dg ad interim

Il renziano Anzaldi candida Gianni Minoli

- » GIANLUCA ROSELLI

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Rai si è costretto alle dimissioni il dg Antonio Campo Dall’Orto senza avere una soluzione alternativ­a. Il nome del nuovo direttore generale ancora non c’è e gli scontri in atto sulla legge elettorale non aiutano i partiti a trovare un’intesa. Risultato: a Viale Mazzini si brancola nel buio. Il Cda che dovrebbe procedere alla nomina è stato fissato a domani mattina (doveva tenersi due giorni fa), ma la novità delle ultime ore è che, se non si troverà una soluzione, gli stessi consiglier­i potrebbero prendere l’interim dei poteri del dg, delegando uno di loro a firmare le delibere (Diaconale?). L’idea è venuta agli stessi consiglier­i (c’è un precedente del 2006, con l’interim al consiglio e il potere di firma all’allora presidente Claudio Petrucciol­i) secondo cui non è possibile lasciare l’azienda senza vertice mentre incombono decisioni urgenti come la questione del tetto alle retribuzio­ni di 240 mila euro, che si porta dietro anche l’ap p ro va zi on e dei palinsesti per la prossima stagione. Palinsesti che difficilme­nte si possono comporre se ancora non si sa quali artisti restano e quali se ne andranno, come ha fatto due giorni fa Diego Bianchi, migrato a La7.

Nelle ultime ore, intanto, sono stati fagocitati nella confusione generale un altro paio di nomi di possibili candidati alla succes- sione, secondo alcuni mai realmente in campo: quello di Mario Orfeo, che però avrebbe aperto il problema della sua conseguent­e sostituzio­ne al Tg1, e quello di Tinny Andreatta, ora al timone di Raifiction, uno dei fiori all’occhiello della tv di Stato. Dal ministero del Tesoro non filtra nulla. Da Palazzo Chigi e dal Nazareno nemmeno. La politica, dunque, ancora non ha deciso. Il nome del nuovo dg, infatti, dovrà avere il via libera di Pd, Forza Italia e 5 Stelle. E le scintille andate in scena ieri sulla legge elettorale non aiutano di certo a superare l’impasse a Viale Mazzini.

Infine, a conferma del nervosismo, da registrare anche uno scontro tra Michele Anzaldi e Carlo Freccero su Giovanni Minoli. “Il giornalist­a sta lasciando Radio 24. Prenderlo in Rai potrebbe essere un segnale di vitalità per l’azienda. Che ne pensa il Cda?”, ha chiesto il deputato dem. “A questo punto perché il dg non lo fa direttamen­te Anzaldi?”, replica Freccero. “Ho solo proposto di dare un programma a Minoli, Freccero legga prima di parlare”, la controrepl­ica di Anzaldi. Come se fosse normale che un parlamenta­re proponga un nome a cui affidare un programma.

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LaPresse In pectore Il giornalist­a Gianni Minoli

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