La dura vita del conduttore tv costretto ai presenzialisti seriali
Salvatore Riina, detto Totò, per lo Stato italiano, credo, risulti essere il peggiore criminale che esista dal secondo dopoguerra in poi. Un boss tra i boss, “il primus inter pares” tra i delinquenti che, salito ai vertici strutturali della mafia siciliana, ha accumulato diverse sentenze di ergastolo per delitti; crimini commessi e commissionati anche da dentro il carcere: stragi, uccisioni, atti criminali, i più efferati che, nel decoro di un ordine pubblico e sociale hanno turbato, non poco, la collettività. Siccome a fare le leggi sono i politici, gli stessi, poi, si sono anche scannati per avere dapprima introdotto il famoso 41 bis, tanto recriminato da un altro tipo di opinione, molto estesa, non solo italiana, perché troppo crudele, troppo impietoso e disumano, per le condizioni di vita che a questa categoria di detenuti gli era applicato.
Quindi, a forza di emendamenti e sostituzioni di leggi si arrivò a condizioni “più umane” di detenzione per chi si macchia di questo genere di crimini. Il fatto è che le pene detentive possono assolvere il loro compito di indirizzo rieducativo e quindi di espiazione fino a quando c’è un reinserimento ad un’esistenza nella vita normale, di tutti i giorni. Ma c’è differenza in questo caso e non dovrebbero esserci dubbi. Soprattutto da parte di chi, garante della giustizia, non può permettersi indulgenza nel volere riesaminare una situazione, per concedere solo una dignità migliore di fine vita?
A chi ha ammazzato, commissionato, ordinato, perpetrato uccisioni, che tutti noi conosciamo, non si nega la dignità dell'esistenza in vita. Ma dove? In una cella, non certo fuori, in eventuali condizioni diverse scelte dallo stesso Stato che lo ha recluso.
Buonismo e incapacità: di dignitoso non c’è nulla
Sono completamente d'accordo con quanto scritto da Travaglio e Dalla Chiesa sulla questione “Riina malato, ipotesi scarcerazione”. Anche se morisse a casa, di dignitoso non ci sarebbe nulla per Riina. Emergerebbero, invece, tre fattori: l'ipocrita buonismo della Cassazione, l’in ca pacità dello Stato di garantire una morte decente a un carcerato, la totale mancanza di rispetto per quanti hanno sofferto a causa di CARO FURIO COLOMBO, sono stupito della tenacia con cui si continuano a portare ministri e sottosegretari in Tv, non nel senso dell'intervista ma della partecipazione ai programmi che riguardano il loro incarico, e di cui dovrebbero parlare solo giornalisti ed esperti, per garantire un minimo di credibilità. Questa invenzione del berlusconismo non è mai finita. È VERO. Appena parte l’elenco (spesso annunciato in anticipo) di coloro che parteciperanno al talk show, c’è subito, per primo o secondo, il nome del ministro o del capo partito interessato, che spesso, nel momento, è anche protagonista di personale vicenda politica su cui gli fa comodo dare ragguagli. Si tratta spesso di persona che ha già attraversato i Tg del giorno, e che magari ha una o due pagine su uno dei maggiori quotidiani della stessa data. La tipica preoccupazione è di schierare un oppositore. Ma una volta impostato così il programma, l’oppositore serve per presentare idee diverse, non per smontare il personaggio che ha di fronte. Per esempio, Salvini porta un’idea del mondo camuffata da benevolenza per frammenti, giudicati minimi, di profughi dalle guerre e gigantesche cifre attribuite a profittatori in cerca di benessere. Le immagini di paurosi naufragi, anche se ci sono, non contraddicono nulla. E nessuno osa incalzarlo su tutte le meraviglie che spettano ai migranti-turisti che arrivano con facilità da complotto organizzato (un’idea ampiamente condivisa da altri politici) a confronto con ciò che spetta (e viene negato) agli italiani. Manca, per esempio, una inchiesta sui benefici che sono arrivati ai cittadini di Ventimiglia, una volta che il sindaco (in questo caso, Pd) ha vietato la distribuzione di acqua ai migranti costretti a fermarsi Riina e, per di più, di quanti altri continueranno a soffrire, perché i danni causati da simili personaggi li pagheremo ancora per decenni.
I cittadini vogliono scegliere i candidati. Niente imposizioni
Nonostante il degrado morale che ci circonda, molti italiani continuano a credere nella politica. Il popolo italiano tiene ancora accesa la virtù, la speranza, il libero cuore dallo scoraggiamento e dai giudizi sommari.
C’è bisogno comunque, di far sentire pubblicamente lo sdegno e la sete di giustizia perché dopo tanti anni non si sono ancora sconfitti l’imbroglio politico, l’inciucio, il cambio di casacca e il malaffare nel nostro Paese; si è cercato sempre di coprire e mai di condannare dalla chiusura arbitraria e illegale delle frontiere francesi. Un altro fatto umiliante, nella tipica trasmissione politica italiana, è la gentile passività del conduttore, che dà e toglie liberamente la parola agli ospiti, masta bene attento a non toccare i tempi che spettano ai politici, e anzi a moltiplicarli a richiesta. Ma soprattutto sta attento a non contraddirli personalmente persino quando citano fatti vistosamente non veri o chiaramente infondati (come la storia di case negate agli italiani e concesse invece ai migranti, in una quantità di luoghi in cui tutti sanno che quelle case non esistono, e che gli italiani senza casa hanno come soli nemici l’inerzia o la corruzione del loro Paese). Nei programmi su migranti e profughi sono falsi anche i numeri (il rapporto fra famiglie in fuga dalle guerre e giovanotti che vengono in Italia per rubare il lavoro) e i nomi dei Paesi africani dichiarati “non in guerra” proprio mentre sono in corso carneficine, senza alcun tentativo di correzione e di precisazione da parte di chi conduce. Non sarebbe male tradurre e ritrasmettere il programma politico andato in onda pochi giorni fa negli Usa su Fox News Channel (Fox and Friends) fonte rigorosamente di destra, dove il conduttore si è prontamente dissociato da Katie Hopkins quando ha detto che in Inghilterra sono necessari campi di concentramento in cui rinchiudere tutti gli islamici. Aspettiamo che accada in casa nostra appena Minniti avrà detto in Tv che si deve distinguere il salvataggio dallo sbarco. Le Ong salvino pure chi vogliono, quando vogliono. Ma non li potranno più portare in Italia.
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it quegli uomini che hanno rovinato la nostra nazione portandola ad un grado di superficialità massima. Comunque molti cittadini, aziende e professionisti, anche se in difficoltà, mantengono alto il nome dell’Italia continuando a credere nel nostro bel Paese invidiato nel mondo.
Ora bisogna che i nostri politici, si rimbocchino le maniche e diano al Paese quella riforma elettorale di cui ha bisogno. I cittadini vogliono scegliersi i propri rappresentanti sia alla Camera, che al Senato, non candidati in lista imposti dai partiti. C’è bisogno di una politica nuova, con il coinvolgimento del popolo sovrano.
Se si riuscisse a fare almeno questo avremmo raggiunto un grande obbiettivo e si andrebbe al voto con la partecipazione della gente. La pietà cristiana è compatibile con la ragion di Stato? C’è una forte spinta di alcuni ambienti politici e giudiziari orientata a restituire Totò Riina alla sua famiglia, vecchio e gravemente ammalato. Nessuno pensa alle famiglie di Montana, Cassarà, Dalla Chiesa, Basile, Scopelliti, Terranova, Falcone, Borsellino, Di Matteo? A queste, non verranno mai restituiti i loro cari, trucidati barbaramente. Piuttosto la giustizia dovrebbe continuare ad indagare a fondo sulle connivenze di Riina con gli esponenti politici responsabili negli anni della direzione del Paese. In tal senso si dovrebbe avere la collaborazione di Riina, non come pentito, ma come persona informata sui fatti degli ultimi 50 anni. Solo svelando i misteri del rappor- Sono ormai anni che sappiamo, anche se con lacune enormi, della esistenza dell'Isis. Ne sono accadute di cose dall’annuncio dell’esistenza degli estremisti islamici taglia gole. Ma, un’analisi delle cause e dei perché ciò sia potuto accadere ed abbia preso queste dimensioni non è stato dato sapere.
Top secret, affari di Stato? In certi ambienti è mancato il coraggio per cui si è preferito rincorrere gli effetti anzichè cercare le cause della nascita di questi. È evidente il fatto che certi bombardamenti e stragi di civili sono stati denunciati dalla stampa se provenienti da parte di siriani e dei russi, ma che gli stessi bombardamenti sono stati trascurati se fatti da parte alleata con a capo gli Usa. Sono contraddizioni sul sistema di condizionamento e di politicizzazione di parte della stampa. Per non parlare del doppio gioco di Turchia e Israele in tutta questa storia, dell’Iraq e del mondo arabo sunnita e sciita, e dei loro ruoli nel sostenere e combattere l'Isis . Su questi argomenti c’è mancanza di coraggio e di trasparenza da parte dell'informazione . Non è stato fatto un serio dibattito e un pò più di coraggio non guasterebbe ai cittadini ed il loro diritto di informazione e ricerca della verità su questi eventi. Questa volta senza analizzare le conseguenze ma anche i perché.
Furio Colombo - il Fatto Quotidiano