Il Fatto Quotidiano

Sanità negata a oltre 12 milioni di italiani

Il rapporto Aumenta il numero di chi rinuncia a curarsi e di chi si rivolge al privato. Nel pubblico inefficien­za e tagli

- » VIRGINIA DELLA SALA

Èstata

definita “sanità negata” perché chi rinuncia non ha altra scelta: 12,2 milioni di persone in Italia, nell’ultimo anno, hanno rinunciato o rinviato prestazion­i sanitarie. Come se non bastasse, il numero è in crescita: 1,2 milioni in più rispetto all’anno precedente mentre chi si cura è costretto a rivolgersi al settore privato, tra attese troppo lunghe e inefficien­za. A raccontarl­o è il rapporto Censis-Rbm Assicurazi­one Salute sulla sanità presentato ieri al “Welfare Day 2017”.

LA SPESA, secondo l’analisi, è aumentata del 4,2 per cento in termini reali tra il 2013 e il 2016 mentre 13 milioni di i- taliani nell’ultimo anno hanno sperimenta­to difficoltà economiche e una riduzione del tenore di vita per far fronte di tasca propria a spese sanitarie. Circa 7,8 milioni hanno dovuto utilizzare tutti i lor risparmi o indebitars­i con parenti, amici o con le banche, 1,8 milioni sono entrati nell’area della povertà.

Il Rapporto rileva poi che tra i cittadini che hanno dovuto affrontare spese sanitarie private, ha incontrato difficoltà economiche il 74,5% di quelli a basso reddito e il 15,6% dei benestanti. Difficoltà per il 51,4% delle famiglie con al proprio in- terno una persona non autosuffic­iente.

Il problema è facilmente individuab­ile: l’inefficien­za della sanità pubblica. Le attese sono troppo lunghe, nonostante molte prestazion­i prevedano anche il paga- mento dei ticket. E, anche in questo caso, il dato è in crescita. Per una mammografi­a si attendono in media 122 giorni (60 in più rispetto al 2014) e nel Mezzogiorn­o si arriva a 142 giorni. Per una colonscopi­a, i giorni sono 93 (+6 giorni rispetto al 2014), al Centro ce ne vogliono 109. Per una risonanza magnetica ci vogliono in media 80 giorni (+6 rispetto al 2014), 111 giorni al sud. Per una visita cardiologi­ca l’attesa media è di 67 giorni (+8 giorni rispetto al 2014), 79 giorni al Centro. Per una visita ginecologi­ca si attendono in media 47 giorni (+8 giorni ri- spetto al 2014), ma ne servono 72 al Centro. Per una visita ortopedica 66 giorni (+ 18 giorni rispetto al 2014), con un picco di 77 giorni al Sud.

AUMENTANO i tempi, diminuisco­no i soldi pubblici: a farlo notare è la Corte dei Conti, che segnala un record di contrazion­e della spesa sanitaria pubblica italiana, con un valore pro-capite ridotto dell’ 1,1% all’anno in termini reali dal 2009 al 2015. Nello stesso periodo, in Francia è aumentata dello 0,8% all’anno e in Germania del 2%. L’incidenza rispetto al Pil della spesa sanitaria pubblica italiana è pari al 6,8%, in Francia si sale all’8,6% e in Germania si arriva al 9,4%.

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Ministro Beatrice Lorenzin

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