Spagna, bail-in per il Banco Padoan trema per le venete
Il blitz Sì di Bce e Ue: se lo prende il Santander. In fumo 3,3 miliardi. Ancora stallo invece sulle Popolari italiane. Il Tesoro: no a misure sgradite a Bruxelles
L’imbarazzo del governo, incapace di affrontare la grana delle due ex popolari venete a un passo dal fallimento, si è moltiplicato ieri dopo la notizia del salvataggio lampo dello spagnolo Banco Popular. Due mesi e mezzo di inconcludenti negoziati con Bruxelles sfociati nello stallo di queste ore per Popolare di Vicenza e Veneto Banca contro le 48 ore occorse ai vertici della sesta banca spagnola e ai funzionari del governo Rajoy per chiudere la pratica con la Banca centrale europea e la direzione Concorrenza guidata dalla commissaria Margrethe Vestager.
Il meccanismo di salvataggio messo a punto a Madrid con la rapidità che le crisi bancarie impongono mischia il vecchio metodo della banca sana che compra quella in crisi con le nuove regole europee che impongono di accollare le perdite in primis ai creditori delle banche (azionisti, obbligazionisti e se non basta correntisti oltre i 100 mila euro): il famigerato bail in in vigore da gennaio 2016 e sperimentato in anticipo dall’Italia con Etruria e le altre a novembre 2015.
IL BANCO POPULAR, che negli ultimi giorni ha perso oltre il 50% del suo valore in Borsa, finisce in “risoluzione” e viene acquistato al prezzo simbolico di 1 euro dal Banco Santander, primo istituto del Paese guidato da Ana Botin, primogenita del miliardario Emilio Botin che nel 2007 rifilò l’Antonveneta al Montepaschi di Giuseppe Mussari, affondandolo. Il Santander varerà entro luglio un aumento di capitale da 7 miliardi per coprire le svalutazioni da quasi 8 miliardi sui crediti malati al settore immobiliare del Banco Popular. L’istituto in crisi ha in pancia 37 miliardi di crediti inesigibili (sofferenze) e ha chiuso il bilancio 2016 con una perdita di 3,5 miliardi. È l’unica banca non ancora uscita dalla crisi innescata dallo schianto del settore immobiliare, che nel 2012 ha costretto la Spagna a chiedere il soccorso esterno sottoponendosi alla Troika.
Martedì i vertici erano in Bce, e dopo una trattativa proseguita fino a notte fonda, ieri mattina presto è arrivato l’annuncio ufficiale del Single Resolution Board, l’autorità europea che gestisce le crisi bancarie, secondo cui a giudizio della B ce il Popula re ra“incapace di pagarei suoi debiti” e altre“obbligazioni” e quindi“sul punto di fallire”. Al Banco Popular viene applicato il bail in, cioè il sacrificio di azionisti e obbligazionisti.
VENGONO AZZERATE le azioni in mano ai 305 mila soci, mentre le obbligazioni subordinate detenute da parecchie migliaia di investitori vengono convertite in azioni (finiranno azzerate con l’aumento di capitale del Santander): si tratta di 1,25 miliardi di Co. Co. bond (obbligazioni convertibili), di 450 milioni di subordinate in mano ai piccoli risparmiatori e di 340 milioni in altri strumenti di capitale. Tra azioni e obbligazioni vanno in fumo 3,3 miliardi di euro, e si annuncia un gigantesco contenzioso legale. La Borsa spagnola ha salutato l’accordo senza patemi: il Santander, dopo uno sprint iniziale, ha chiuso in calo dello 0,9%.
Dopo il blitz spagnolo l’Italia è ancora più isolata in Europa e il destino di Veneto Banca e Popolare di Vicenza appare sempre più precario. Il salvataggio delle banche richiede le stesse doti attribuite al genio dal film Amici miei (1975): fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione.
Dopo aver atteso per mesi che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan dispiegasse soprattutto decisione e rapidità di esecuzione, gli amministratori delle due banche venete sono ormai sull’orlo delle dimissioni. L’estenuante ping pong tra Roma e Bruxelles sta mettendo in fuga i correntisti delle due banche che sono state già costrette a emettere obbligazioni garantite dallo Stato per oltre 10 miliardi per coprire le voragini nella liquidità.
Modello Etruria Azzerati 305 mila soci e gli obbligazionisti subordinati del sesto gruppo iberico
CI SONO UN PAIO di settimane di tempo per risolvere la situazione prima che le due banche saltino. Padoan non vuole fare la scelta da più parti sollecitata di ricapitalizzare le due venete senza aspettare l’ok della Vestager. Ieri, dopo la diffusione di in dis crez ioni secondo cui a Bruxelles si suggerirebbe la liq ui da zi on e delle due banche, il ministro ha fatto sapere che “il governo non esplora altre ipotesi per salvare Popolare Vicenza e Veneto Banca oltre a quella di negoziare con l’Europa l’autorizzazione a una ricapitalizzazione precauzionale”. Bruxelles ha chiesto che un miliardo sia messo da un privato e Padoan non trova nessun privato disponibile. Mancano pochi giorni al disastro e il governo sa solo dire di non volere un piano B.