Da una giornata con Maria per Roma a un funerale in famiglia con Cristi Puiu
Il caro diarietto romano è godibile, fresco e, allo stesso tempo, straniante. La Nouvelle Vague romena è di qualità
Sieranevada Regia: Cristi Puiu.
Attori principali: Mimi Branescu, Dana Dogaru.
Durata: 173 min.
SINTESI tra Natale a casa Cupiello, Aspettando
Godot e Festen , Sieranevada inquadra un interno familiare con pochi, estesi piani sequenza, mantenendo l’unità di tempo e di luogo e chiedendo assai ai suoi strepitosi attori. L’occasione è il funerale del vecchio capofamiglia e la riunione di figli, fratelli, cugini e nipoti attende la benedizione del prete: i piatti si freddano, l’atmosfera si scalda. Già in cartellone a Cannes 2016, Sieranevada ha qualche compiacimento formale, tre ore abbastanza punitive di durata, ma offre acute osservazioni – dall’11 settembre ai tradimenti – sulla differenza tra fede e credenza e, più in generale, sullo stato dell’arte occidentale del terzo millennio desunta dalla cangiante società romena. Firma Cristi Puiu, talento solido ma non democratico ( Aurora ) della Nouvelle Vague romena: colto, cinefilo e radicale, il film arriva nelle nostre sale quale saldo estivo, ma saldo non è. Cinema di qualità e quantità, poderoso e aporico, luminoso e contrastato, abbinato all’aria condizionata non si batte. FEDERICO PONTIGGIA
Un appuntamento con la sposa Regia: Rama Burshtein. Attori principali: Noa Koller, Oz Zehavi. Durata: 110 min.
VI RICORDATE La sposa
promessa , il dramma nuziale in seno alla comunità ortodossa di Tel Aviv che nel 2012 rivelò il talento dell’ebrea newyorkese Rama Burshtein? Ebbene, la regista è tornata, l’anno scorso, con la wedding comedy Un
appuntamento con la sposa ( Through the Wall), che del primo potrebbe essere considerato il B-side più facile, brillante e incline al pubblico. Michal (Noa Koler, brava) ha 32 anni, un fidanzato che le ha appena detto di non amarla e un mese per realizzare nonostante tutto il sogno di sposarsi: confida massimamente in Dio, ce la farà? Mettete in un calderone chassidico Bridget Jones e Jane Eyre, Emily Bronte e Sex and the City, mescolate con humor e soap-opera, sorellanza ed empowerment, fede e ancora fede, ed ecco che quest’Appuntamento forse non sarà imperdibile, eppure è assai godibile. Note a margine, sgamerete subito quale sia il pretendente/preteso più accreditato e, comunque, quanti fusti per questa “bruttina stagionata”, altro che Bridget… FED. PONT.
Maria per Roma Regia: Karen Di Porto.
Attori principali: Karen Di Porto e Andrea Planamente. Durata: 93 min.
GIRO, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose. Roma, una giornata nella vita di Maria (Di Porto), aspirazione attrice, professione key
holder (consegna ai turisti le chiavi di varie case del centro storico). Tra provini e corse in Vespa, battibecchi con la madre e il datore di lavoro, dialoghi onirici col padre scomparso e l’amore per la cagnetta cardiopatica Bea, uno
spleen contemporaneo e antifrastico, che prende il titolo da un’espressione Capitale: “Cercare una Maria per Roma vuol dire inseguire qualcosa che non esiste”. Sulla scorta di Moretti, un caro diarietto che la regista, sceneggiatrice e attrice Karen Di Porto costruisce a mo’ di patchwork metropolitano fresco, liquido e straniante, fissando su schermo precarietà esistenziale e solitudine divorante dei nostri giorni. Fragile e diseguale, piano e perfettibile, eppure, non
gli mancano cose buone: una donna al debutto dietro la macchina da presa, per esempio. FED. PONT.
Quando un padre Regia: Mark Williams.
Attori principali: Gerard Butler, Willem Dafoe.
Durata: 109 min.
PER UNO che si definisce “più cazzuto di Ironman” scoprire che “si raccoglie ciò che si semina” può essere un trauma. È il poco tempo dedicato alla famiglia, infatti, il punto debole nella vita di Dane “il Cobra” Jensen, spietato cacciatore di teste di Chicago. Sposato e padre di tre figli, che mantiene nella bambagia grazie ad altissime commissioni lavorative, Dane incarna il tipico self-made man ancorato al Sogno Americano. Ma il frantumarsi dell’incanto è alle porte e si chiama leucemia al figlio maggiore, il piccolo Ryan: da quell’istante la coscienza paterna si risveglia, iniziando una lotta per la vita del bimbo che lo coinvolge a tempo pieno. Classica opera di formazione per adulti, meglio se professionisti egocentrici, l’esordio di Mark Williams offre ben pochi spunti di riflessione sulla forma cinematografica interamente piegata al contenuto edificante e moralistico da veicolare. Si salva il sex sym
bol Butler, a tutto tondo in un dramma (finalmente) lontano dai consueti action, thriller e war movie. AM PAS