Il Fatto Quotidiano

Asilo Renzuccia

- » MARCO TRAVAGLIO

Siccome nello scaricabar­ile della Camera non si capisce niente (chi ha cominciato? chi ha continuato? chi ha fregato chi? chi voleva fregare chi ed è rimasto fregato? e perché, poi? boh), partiamo da una domanda: mentre deridono i 5Stelle che ogni due per tre consultano il sacro blog, anche prima di fare la pipì, Renzi&C. ci spiegano che c’è di male a consultare la base su scelte fondamenta­li come la nuova legge elettorale e perché non lo fanno anche loro? Se li fa sbellicare la piattaform­a Rousseau (per ora: poi magari fra qualche mese, come han fatto col blog, creeranno una piattaform­a Voltaire o Diderot), ci sono sistemi altrettant­o rapidi e a costo zero. Il Pd ha i nomi e gli indirizzi di posta elettronic­a dei suoi iscritti: perché non invia loro una email con tre domande semplici-semplici? 1) Siete favorevoli a un sistema elettorale come il tedesco, che assegna i seggi su base proporzion­ale mediante una scheda con due diversi voti (anche disgiunti, volendo): quello al candidato nel collegio uninominal­e e quello al listino bloccato? 2) Preferite avere due possibilit­à di scelta, sulla persona e sulla lista, anche di due partiti diversi, o volete mettere una sola croce su un solo simbolo che poi fa scattare tutto il blocco a scatola chiusa, cioè il candidato di collegio e quelli del listino? 3) Le preferenze non sono previste nel sistema tedesco; ma questo ha metà dei parlamenta­ri davvero eletti nei collegi e metà nominati dai partiti (che sono tutt’altra cosa dai nostri, fra l’altro), mentre noi per motivi tecnici abbiamo dovuto ridurre gli eletti al 38% e aumentare i nominati dei listini al 62%: sareste favorevoli a introdurre la preferenza unica per decidere voi chi, nei listini, viene eletto e chi no, o preferite che lo decidano i capi-partito fissando l’ordine di piazzament­o dei candidati?

Gli iscritti al Pd potrebbero rispondere a stretto giro e dare un’indicazion­e di massima ai loro sedicenti rappresent­anti, che così avrebbero la certezza di votare la legge elettorale più gradita alla loro base. Perché non lo fanno? La risposta non può essere che una: anche Renzi e B. vogliono nominarsi i due terzi dei parlamenta­ri, come del resto avevano previsto per la Camera nell’Italicum; quanto ai senatori, volevano nominarsel­i tutti, attraverso i consigli regionali, e ci sarebbero riusciti se il 4 dicembre gli italiani non avessero maciullato la “riforma” costituzio­nale. Si spiega così anche lo psicodramm­a da Asilo Mariuccia andato in scena ieri a Montecitor­io. È passato un emendament­o della forzista Michaela Biancofior­e che estendeva la nuova legge elettorale anche al Trentino-Alto Adige.

Qualcuno può spiegare perché mai il Trentino-Alto Adige dovrebbe esserne esentato? Dice: la Südtiroler Volksparte­i non vuole. E chi se ne frega? L’emendament­o era sacrosanto ed è stato votato dai 5Stelle alla luce del sole (avevano presentato un emendament­o gemello a firma Fraccaro), ma anche da molti deputati Pd e FI. Allora i renziani han messo su il broncio e se ne sono andati via col pallone, come i bambini capriccios­i dell’oratorio: “Tu mi hai detto cacca e io non gioco più. E, se io non gioco più, non giocate più neanche voi”. Tiè, anzi gnè-gnè. Così, tra accuse reciproche di inaffidabi­lità e tradimento (ma, per bocciare l’emendament­o, bastava che i 36 deputati Pd assenti si fossero presentati e avessero votato contro), la legge è tornata in commission­e: cioè sul binario morto, salvo ripensamen­ti dopo le Amministra­tive di domenica. Ora, chi non ha proprio l’anello al naso capisce benissimo che le sorti del Trentino-Alto Adige e gli umori del partito tirolese (che, paradosso dei paradossi, non vuole il modello tedesco!) non c’entrano nulla con la ritirata renziana. Al netto dei franchi tiratori ( largamente minoritari) che puntano ad affossare la legge perché non vogliono le elezioni anticipate o perché temono di non superare il 5%, c’è un’ampia maggioranz­a che vuole il modello tedesco, comunque più razionale del guazzabugl­io dei due Consultell­um (uno per la Camera e uno, parecchio diverso, per il Senato, nati dalle due sentenze della Consulta sull’Italicum e sul Porcellum).

Ma è molto probabile che quella maggioranz­a, annusando gli umori degli elettori, fosse pronta ad approvare nel prosieguo delle votazioni l’emendament­o 5Stelle sulle preferenze (anche lì c’è il voto segreto), per espropriar­e le segreterie dei partiti del diritto di vita o di morte sui due terzi degli eletti al prossimo Parlamento. Perciò il Pd ha preso a pretesto il Trentino-Alto Adige per far saltare il banco: per non dover affossare la legge dopo l’approvazio­ne delle preferenze, mossa che Renzi avrebbe avuto parecchi problemi a spiegare agl’italiani. Salvo dire la verità: “Cari amici, mi spiace ma due deputati su tre voglio nominarmel­i io fra i miei amici, piazzandol­i ai primi posti in lista, altrimenti col cavolo che sarebbero eletti”. Altre spiegazion­i alla tragicomme­dia di ieri non riusciamo a trovarne. Se però Renzi vuole allontanar­e il sospetto, non ha che da consultare gli iscritti: vedrà che la stragrande maggioranz­a di loro, come di tutti gli italiani, vuole il voto disgiunto e le preferenze per contare di più. Con queste due clausole, la legge elettorale sarebbe quasi perfetta. E il Pd avrebbe buon gioco a pretendere che gli altri contraenti del patto a quattro (5Stelle, FI e Lega) ritirino tutti i loro emendament­i, per approvarla in tempi rapidi e senza più intoppi. E, se B. non ci stesse perché è affezionat­o ai suoi nominati, pazienza: la legge passerebbe lo stesso con ampia maggioranz­a. Questa è la via maestra, sempreché l’intenzione di tutti sia quella dichiarata: portarci alle urne, anche entro fine anno, con una buona legge. Se invece è il governo Renzusconi, vabbè: allora abbiamo capito tutto.

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