Il giallo del tabellone e la gaffe di Fiano: la sua foto inchioda i franchi tiratori dem
I voti “infedeli” sono 59. Il relatore si smentisce da solo con un’immagine
Il
sistema pseudo tedesco è stato assassinato alle 11 e 15 di un giovedì mattina romano. Non si conoscono i nomi degli autori materiali, ma è rimasta un’istantanea dell’omicidio che può essere usata in fase processuale. Ecco i fatti: quando Laura Boldrini indice la votazione sul fatale emendamento Biancofiore, specifica subito che si tratta di voto segreto. Eppure il tabellone della Camera si illumina di rosso e di verde. Non dovrebbe accadere: i lampeggianti che corrispondono ai voti dei singoli parlamentari, in caso di scrutinio segreto, devono restare fissi su un asettico colore celeste.
“È STATO un errore materiale”, spiegherà più tardi la presidente della Camera. Dura pochi secondi – poi le luci si spengono – ma sono sufficienti. Emanuele Fiano (relatore della legge del Pd) pubblica il fermo immagine sul suo profilo Twitter. L’immagine è quella che mostriamo qui sopra: le luci verdi sono quelle di chi vota a favore dell’emendamento (quindi “contro” il patto sulla legge elettorale). La maggior parte corrispondono ai banchi di Sinistra italiana, Articolo 1 e Movimento 5 Stelle. Fiano sostiene che sia la prova del tradimento grillino, anche se in realtà i 5Stelle avevano già annunciato il loro voto favorevole all’emendamento Biancofiore (che infatti era stato firmato anche dal trentino Riccardo Fraccaro).
La foto del relatore renzia- no, al contrario, gli si ritorce contro: testimonia che i franchi tiratori hanno colpito soprattutto dai banchi dem.
I NUMERI infatti non tornano. Nell’immagine, che precede di qualche secondo il voto effettivo, le luci rosse sono in netta maggioranza, si vedono 265 voti contro e 165 a favore: l’emendamento quindi sarebbe stato bocciato, come desiderato dal Pd. Invece nel voto finale i numeri sono capovolti: 256 voti contro e 270 a favore. C os ’ è successo? Evidentemente, quando si sono spente le luci e lo scrutinio è diventato effettivamente segreto, qualcuno ha cambiato idea. Non solo si sono aggiunti una novantina di voti mancanti, ma un buono numero di luci rosse sono diventate verdi: almeno 9 deputati (probabil- mente molti di più) hanno spostato il loro pollice dal “no” al “sì”. E non tra i 5Stelle, che risultavano già favorevoli all’emendamento.
Anche al di là del gioco del tabellone, ci sono i numeri delle presenze a dimostrare che mancano i voti di Pd, Forza Italia e Lega. Sulla carta il patto avrebbe dovuto contare su 397 deputati presenti, a cui vanno sottratti gli 82 Cinque Stelle che hanno appoggiato la Biancofiore. Quindi i voti contro l’emendamento sarebbero dovuti essere 315 invece dei 256 finali. I franchi tiratori sono dunque 59. Pesano anche le assenze: i tabulati dicono che in Forza Italia ce n’erano 4, nella Lega una, mentre nel Pd si contano 18 deputati in missione e altri 18 assenti ingiustificati.