Il Fatto Quotidiano

Matteo rotola giù dal Colle: “Niente decreto sul voto”

Addio settembre? Al Quirinale hanno già pronta la soluzione: “Per uniformare Consultell­um e Legalicum ci vuole una legge”

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Delitto a lucine rosse. E verdi. Quelle che si sono clamorosam­ente accese nella votazione segreta dello scandalo. La scena madre del giallo teutonico, nel senso della legge elettorale, e che ha sullo sfondo il lontano Trentino Alto Adige.

L’identikit del presunto assassino è tratteggia­ta da un Silvio Berlusconi fuori di sé in una telefonata allo stesso colpevole: “Matteo mi hai fregato un’altra volta”. Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?

L’EX CAVALIERE sconfessa pure la sua amazzone Michaela Biancofior­e, autrice dell’em endamento-lapide dell’accordone a quattro.

Tutti accusano tutti. Alessia Morani e Alessia Rotta, le due “Alessie” renziane del Pd, mostrano con cura meticolosa foto e tabulati che inchiodere­bbero i grillini. Il delitto perfetto presuppone caos e caso ma lo sguardo smarrito della coppia Guerini & Rosato, a fine giornata, indica dubbi, incertezze, interrogat­ivi. Grillo e Berlusconi parlano e scrivono quasi simultanea­mente. “È stato Renzi”. Il presunto assassino rimane zitto. Si cercano indizi per scagionarl­o. In ordine sparso: “Grillini a parte, non dimenticat­e che nel Pd alla Camera ci sono 40 orlandiani” (da Andrea Orlando, Guardasigi­lli e pupillo di Giorgio Napolita- no, ndr). “Non avete idea dell’antico odio trasversal­e contro gli eletti privilegia­ti del Trentino”.

In un “noir” del genere, tocca quindi all ’ uomo silente del Colle armarsi di lente e indagare. Sulla scena del delitto, colpiscono subito le impronte digitali lasciate da vari renziani: “La legislatur­a è morta, adesso si va al voto con le leggi che ci sono”. Entrambe modificate dalla Corte Costituzio­nale: il Consultell­um (ex Porcellum) per il Senato, il Legalicum (ex Italicum).

DUE, i dettagli da correggere con un eventuale decreto legge del governo Gentiloni: le soglie di sbarrament­o ( al Senato: 8 per cento per chi va da solo, 3 per chi sta in una coalizione che raggiunge il 20; alla Camera: 3 per tutti) e la parità di genere. A Montecitor­io rullano i tamburi di guerra ma il Quirinale non si scompone più di tanto. Ufficialme­nte, alle agen- zie, si consegna una sola parola: “Preoccupaz­ione”. Del resto, sono mesi che si evoca un fatidico Incidente, con la maiuscola, attribuito al segretario riconferma­to del Pd. E il “detective” del Colle avrebbe già pronta la risoluzion­e del giallo. Una soluzione che rischia di tramutarsi in un sentiero strettissi­mo, se non un vicolo cieco, per il guerrafond­aio del Nazareno (inteso come sede del Pd).

Regola numero uno, per il Colle: se la prossima settimana, a partire da martedì 13, viene con- fermata la dipartita del tedesco, l’uniformità di Consultell­um e Legalicum non può essere fatta per decreto legge nella parte decisiva delle soglie di sbarrament­o. Un decreto può correggere dettagli minori, ma la scelta del quorum è “politica” e spetta al Parlamento con un’apposita leggina. Non solo.

Regola numero due. In ogni caso questo sentiero porta alle elezioni nel 2018, alla scadenza naturale della legislatur­a. Se poi il governo dovesse cadere prima, qualora ci fosse un’accelerazi­o- ne sul voto anticipato a settembre, la questione delle soglie resta comunque: no a un decreto che introduca i quozienti. Senza dimenticar­e che un decreto del genere deve sempre passare per i due rami del Parlamento. E coi franchi tiratori di questi giorni sembra un’impresa ai limiti del possibile.

detto alla fine di aprile, quando rivolse un appello sulla legge elettorale, Mattarella non è contrario a rendere omogenei i due sistemi riformati dalla Consulta. Ma l’opera è più faticosa e lunga di quanto pensano coloro che in queste ore parlano di dispositiv­i auto-applicativ­i e via dicendo.

Di fatto, le annunciate mosse del Quirinale costringon­o Renzi a una sola strada per tornare a guardare l’orizzonte delle urne anticipate, fissate al 24 settembre: risedersi al tavolo con Grillo e Berlusconi e trattare sui due veri punti della discordia, voto disgiunto e preferenze.

Al contrario l’azzardo di far saltare Gentiloni comporta una serie notevole di rischi, con l’annesso pericolo di far risaltare ancora di più la disperata solitudine del segretario del Pd. Contro Grillo e Berlusconi. Contro Mattarella. Contro Gentiloni. Contro il partito della palude guidato da Giorgio Napolitano. I nemici cominciano a essere un po’troppi. Il delitto perfetto di ieri è stato subito smascherat­o e risolto.

Vaticinava il saggio centrista Pino Pisicchio al termine della giornata: “Questa fretta di Renzi è contro ogni logica della politica, un vero enigma incomprens­ibile”. Anche perché con i sistemi della Consulta avrebbe meno deputati “scelti” del Tedeschell­um: a stento cento.

Pronto, Matteo? La legge elettorale l’avete affossata tu e i tuoi. E così mi hai fregato per la seconda volta SILVIO BERLUSCONI Il Parlamento provveda sollecitam­ente alla nuova normativa elettorale e all’elezione di un giudice della Corte costituzio­nale SERGIO MATTARELLA

 ?? LaPresse ?? Interlocut­ori Sergio Mattarella e Silvio Berlusconi
LaPresse Interlocut­ori Sergio Mattarella e Silvio Berlusconi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy