Il Fatto Quotidiano

“Dal Pci a Pizzarotti, siamo per le svolte radicali”

- » FERRUCCIO SANSA

“Tutto nasce dalla Pianura. Dall’idea di spazio che abbiamo dentro e ci porta al cambiament­o. Alle svolte radicali, anche in politica: così Parma, nella rossa Emilia, è stata la prima città che ha votato centrodest­ra. E poi ancora è stato il primo grande comune che ha scelto un sindaco M5S, Federico Pizzarotti”. Alberto Garlini, 48 anni, è lo scrittore padre di Saul Lovisoni, l’ex poliziotto con laurea ad Harvard che ne Il fratello unico si ritrova a investigar­e soprattutt­o per passione della vita. Garlini ha avuto successo anche all’estero – in Francia è tra gli scrittori italiani più amati – ma le sue radici sono qui: a Parma, che domenica deve scegliere tra Pizzarotti, Paolo Scarpa (centrosini­stra), Laura Cavandoli e perfino il grillino Daniele Ghirarduzz­i. Ma Pizzarotti è la prova che la rivoluzion­e M5S è possibile oppure che è fallita? Mi viene in mente quello scambio di battute ai tempi della Rivoluzion­e d’Ottobre. Lenin dice: ‘Ma se perdiamo domani cosa succede?’. E Trotsky risponde: ‘Se vinciamo cosa succede?’. Quando hai un pensiero radicale arriva il momento di chiedersi cosa fai alla prova del governo. La realtà è più complessa di qualsiasi idea.

Ma la domanda resta: è stata una resa o una vittoria? Pizzarotti ha un consenso forte in città. È visto come una persona onesta e capace. Ci sono state battaglie non vinte come quella dell’ince neritore, ma anche esperiment­i nuovi, come la scelta degli assessori. Non so se vincerà, ma se a livello nazionale prevale la logica post-ideologica, vale ancora di più nelle città. Vince la persona. Parma delle rivoluzion­i, ma legata alle tradizioni...

Noi ci sentiamo un po’ una capitale. Qui regnavano i Farnese, qui c’era il ducato di Maria Luigia, moglie di Napoleone. E, però, siamo anche una città di provincia. Soprattutt­o siamo gente di pianura. La montagna ci mette quasi paura, con il sole che sparisce. Da noi è tutto piatto. Lontano. Se poi ci metti la nebbia... c’è tanto spazio per immaginare. Forse nasce da qui l’idea che tutto possa accadere.

Difficile fare il sindaco... Sei sotto una pressione costante, senza vie di fuga. Una volta magari avevi un giornale o un gruppo di potere che ti attaccavan­o. Oggi c’è una protesta pulviscola­re, basta un blog anonimo di poche righe e sei sotto attacco. Da qualsiasi parte, in qualunque momento. Così la politica rischia di perdersi nelle schermagli­e social e non arriva ai problemi veri.

Parma non sembra avere grandi assilli: nella qualità della vita è tra le prime (per Italia Oggi è sesta), ha un reddito pro capite di 25 mila euro (la media nazionale è di 20). Le esportazio­ni aumentano, mentre la disoccupaz­ione nel 2016 era al 7,7%... Abbiamo avuto grosse grane con i conti pubblici. Poi qui, forse ancora più che altrove, si avvertono molto i problemi della sicurezza, dei flussi migratori. E c’è il disagio giovanile con le baby gang. Un’isola che pare felice. Eppure nel 2012 ha voltato le spalle al partito e anche al centrodest­ra...

Il partito è stato una realtà viva. Ha promosso lo sviluppo del territorio con quell’idea di mettere insieme tutto... la politica, l’impresa e il mondo bancario. Penso ai crediti cooperativ­i. Per decenni ha funzionato. Poi negli anni 90 è crollato tutto.

Il crac Parmalat...

Era l’impresa-città, lo leggevi nel nome. E poi faceva il latte che identifich­iamo con la purezza, l’innocenza. Il crollo della Parmalat è stato un colpo per la nostra identità.

Ma se il suo Saul Lovisoni diventasse sindaco da dove comincereb­be?

Lovisoni odia la politica. Ma proverebbe a rendere Parma il più possibile integrata con la tecnologia. Se la vita è più facile puoi esprimere meglio le tue idee. E poi bisogna puntare sui giovani... garantirgl­i libertà... io li obblighere­i ad andare anche all’estero. La città è questo: un punto di partenza e di ritorno. Non deve essere mai ferma. Ecco, se dovessi trovare un difetto di Parma, direi che è molto vincolata dalle tradizioni.

C’entra sempre la pianura? Beh, la gente di Parma somiglia un po’ alla sua terra: esuberante, fertile. Piena di vita, quella che ritrovi nella nostra passione per le storie. Nell’a-

LA PROVA DEL GOVERNO “Il successo del sindaco mandato via dai 5Stelle dimostra che la realtà è più complessa di qualsiasi idea” Il Partito qui è stato una realtà viva, ha funzionato per decenni Dagli anni 90 in poi, però, è crollato tutto

more per chi fa l’originale e vive a modo proprio. Come Stopai, quel barbone con la battuta pronta che girava per la città. È diventato un mito. Lei ne ha raccontate di storie parmigiane... come in Fùtbol Bailando...

La mitica partita di pallone tra Pier Paolo Pasolini e Bernardo Bertolucci con le loro troupe. Era il 16 marzo 1975, i due amici che avevano litigato si trovavano tutti e due da queste parti per girare Le 120 giornate di Sodoma e Novecento. Così si decise di organizzar­e quella partita per farli incontrare. Nella Cittadella. E io ero bambino, vivevo a pochi passi da lì. Parma... la Cittadella, la Pilotta... bellissima. Ma io il sindaco non lo farei. È roba da martiri o missionari.

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