L’altra donna nell’urna: Nicola anti-Theresa per l’indipendenza della sua Scozia
Edimburgo Ma dai primi dati la leader conservatrice è in testa anche nella nord “ribelle”
In
Scozia è più difficile prevedere il meteo che l’esito delle elezioni. A Edimburgo, capitale della terra ribelle per eccellenza, non ha smesso mai di piovere, dall’apertura alla chiusura dei seggi, dalle 7 alle 22. Alla fine, al netto del risultato elettorale, la vera notizia ieri è stata il via libera della chiesa anglicana scozzese ai matrimoni gay con rito religioso in chiesa. Una rivoluzione di pensiero nel Regno Unito, destinata a cambiare il volto della società. I matrimoni di persone dello stesso sesso erano stati approvati nel 2014, ma solo a livello civile. Adesso, partendo dalla Scozia, lo potranno fare in chiesa. Per il re- sto, i primi exit poll ‘pirata’davano i tories di Theresa May in vantaggio sui Laburisti di Jeremy Corbyn, ma si discute sulla loro attendibilità. Affluenza generale stabile rispetto alle politiche del 2015, attorno al 70% a Edimburgo. Percentuale n ot e vo lm e nt e più alta per i voti arrivati via posta,
81%. L’incoronazione dei 5parlamentari eletti nella capitale scozzese sono saliti sul palco del Meadowbank Sports Centre dopo le 2 di stanotte. Il campo da basket trasformato in un’enorme sala Bingo per concorsi dove i voti sono stati scrutinati. I candidati dei 6 partiti in lizza hanno iniziato ad arrivare alla spicciolata solo dopo la chiusura dei seggi. Gli ultimi seggi nel Paese, Cornovaglia e Scozia meridionale, saranno scrutinati solo oggi a mezzogiorno.
Nel Regno U- nito può capitare di scegliere la futura classe politica di giovedì. Chiuse le scuole, utilizzate come seggi, uffici e negozi aperti come da normale giorno feriale. In Scozia, nel 2015 lo Scottish National Party ha fatto quasi en plein: dei 59 seggi al Parlamento di Westminster, 58 sono stati occupati dagli indipendentisti; uno solo ai tories.
DIFFICILE FARE MEGLIO, eppure le elezioni amministrative scozzesi dello scorso maggio hanno acceso un campanello d’allarme, con la crescita dei Conservatori, nonostante la stragrande maggioranza Snp che però ha visto erodere il suo predominio. Nella capitale Edimburgo, da sempre considerata l’anima benestante della Scozia, in opposizione alla classe operaia di Glasgow, il voto era aperto a 352mila, 80mila dei quali per posta. Cinque circoscrizioni cittadine, 22 candidati.
Per contrastare il potere dei Conservatori, Sturgeon e Corbyn hanno annunciato una sorta di patto elettorale anti-May e anti- Brexit. La volontà di Edimburgo di staccarsi dal resto della Gran Bretagna è nota e affonda la sua origine alla notte dei tempi, quelli del massacro di Glencoe nel 1692,
Sì alle nozze gay Ieri è arrivato il via libera della Chiesa anglicana ai matrimoni dello stesso sesso in chiesa
la pagina più dura e triste per il fiero popolo scozzese. Da queste parti, per esorcizzare il nemico inglese, non si richiamano più gli eroi del passato, da William Wallace a Rob Roy, piuttosto si punta al desiderio di autodeterminazione. Via da Londra per abbracciare Bruxelles, indipendenza, ma non nazionalismo, Juncker in fa-
vore di Nigel Farage e il suo Ukip. Sono le donne, tuttavia, a rappresentare, di nuovo, il punto nevralgico della storia moderna in Gran Bretagna.
Theresa May come Margaret Thatcher, donne forti e conservatrici, contro la coriacea Nicola Sturgeon da Irvine. Alla fine degli anni 80, la ‘lady di ferro’ si fece milioni di ne- mici in Scozia, testando la fallimentare ‘ Poll tax’, una patrimoniale basata sull’individuo e non sul censo, prima a nord del Vallo di Adriano, primavera del 1989, e poi nel resto del Paese l’anno dopo. Un fiasco che la portò alle dimissioni il 28 novembre del 1990. A Edimburgo, e nel resto della Scozia, sperano che May non ripeta quelle gesta. Sabato, alla vigilia del voto, Nicola Sturgeon, la leader del Snp, il partito indipendentista scozzese, ha incontrato i suoi elettori al porto di Leith. In Gran Bretagna non esiste il ‘silenzio elettorale’, si fa politica e propaganda fino all’ultimo minuto. Elegante, sicura, dopo un breve discorso e dopo foto e selfie con gli elettori, l’abbraccio a bambini e anziani, la battagliera 46enne si è concessa per qualche domanda: “La Scozia saprà camminare sulle proprie gambe verso l’Europa”, spiega Sturgeon. “Ciò che è successo in questi 3 anni ci ha insegnato che i tories non sono in grado di fare il bene per Gran Bretagna e Scozia e May non è una leader adatta. L’alleanza coi Laburisti? Ci sono delle differenze, ma con Corbyn si può e si deve discutere”.