L’ex M5S Pizzarotti pregusta la vendetta: è primo, andrà al ballottaggio con il Pd
Il grillino “eretico”al 37 per cento, il dem Scarpa al 31. Ma i votanti sono solo il 54%
L’eretico
è davanti a tutti, nella Parma che snobba le urne. Nel capoluogo dove ha votato solo il 54 per cento degli aventi diritto (oltre dieci punti in meno rispetto al 2012), il sindaco uscente Federico Pizzarotti va al ballottaggio da primo, con buon margine.
GLI EXIT POLL di ieri sera lo davano nettamente in testa, dato confermato dalle proiezioni che ieri notte davano l’ex 5Stelle al 37 per cento. Il suo sfidante nel secondo turno come nei pronostici sarà il “civico” e prodiano Paolo Scarpa, appoggiato dal Pd e da due liste civiche, dato al 31 per cento. Terza a notevole distanza la candidata del centrodestra, la leghista Laura Cavandoli, al 18. Con buona pace di Matteo Salvini, che aveva costruito una coalizione larga da Fi a Fratelli d’Italia. Un disastro invece per il M5s, con Daniele Ghirarduzzi che raccoglie appena il 3 per cento. Soddisfazione in più per Pizzarotti, il primo sindaco eletto dal M5s in un capoluogo, nel 2012. Cinque anni dopo, il fu dissidente che l’anno scorso ha lasciato il Movimento sbattendo la porta può puntare forte sulla riconferma. E a urne ancora calde può rivendicare: “Siamo arrivati a questi ballottaggi molto più consapevoli rispetto all’altra volta e molto più preparati, ma il secondo turno è una sfida che riparte da zero”, Di certo Pizzarotti dovrà battere Scarpa, ex segretario cittadino della Margherita, vincitore delle primarie a discapito dei capibastone del Pd locale. Ora pro- prio la capacità dei dignitari dem di fare accordi con gli altri partiti potrebbe dargli un po’ di munizioni per recuperare. Anche se Scarpa ha sempre negato sdegnosamente qualsiasi ipotesi di patti con altri. E senza dimenticare che nel Pd e nel centrosinistra più di qualcuno in silenzio faceva e fa il tifo per Pizzarotti: solo, eppure nettamente in testa con la sua lista Effetto Parma. Ma su di lui e lo sfidante incombe il rebus dell’astensione, che potrebbe alterare gli equilibri nel secondo turno del 25 giugno. Questi i primi umori dalla città con dieci candidati, di cui due dichiaratamente comunisti e uno per la destra estrema di Casapound. Una partita caotica e comunque di sapore nazionale.
PROPRIO PER LUI , per Pizzarotti, il grande traditore agli occhi di Beppe Grillo e Davide Casaleggio. E proprio per questo, nonostante un Movimento lacerato dopo lo strappo, i vertici avevano presentato contro di lui Daniele Ghirarduzzi. Una pura azione di disturbo, finita nel nulla. E d’altronde nella campagna elettorale di Parma si è parlato d’altro. A partire dal tema della sicurezza, con la stampa locale che ha molto scritto e discusso di spaccio e degrado. Il sindaco uscente invece ha insistito sulla continuità e sui suoi risultati, e in primis sulla riduzione del debito da 870 milioni che trovò in Comune nel 2012: in fondo la miccia che lo portò alla vittoria clamorosa nel capoluogo dove il predecessore, Pietro Vignali del Pdl, andò avanti per mesi con la gente sotto le finestre che gli urlava di lasciare.
Scarpa proverà a guastargli la festa, continuando a battere sul welfare, “perché troppe persone in città stanno male”, e sul programma “per larga parte irrealizzato” di Pizzarotti. Che però, nel giorno in cui i 5Stelle arrancano ovunque, già pregusta la vittoria. O meglio, la vendetta.