Rajoy si salva dalla sfiducia ma “perde” la maggioranza
La mozione di sfiducia a Rajoy presentata da Unidos Podemos è stata respinta dal Congresso :82 ivoti favorevoli del gruppo proponente, Comprom ís,
Erc e Bildu, 170 quelli contrari di PP e Ciudadanos, 97 astensioni del Psoe, Pnv e PDeCat. Un risultato atteso, che ha però confermato come il partito di governo non abbia più la maggioranza assoluta. A conclusione di un dibattito non scontato, introdotto dalla portavoce della formazione viola Irene Montero (compagna del leader Pablo Iglesias, ndr), che ha snocciolato una lunga lista di casi indagati o in via di accertamento che chiamano in causa il PP, a dimostrare che “la corruzione è una forma di governo che ha bisogno di una struttura di potere”. “Lei passerà alla storia come il presidente della corruzione”, segnalava subito dopo Iglesias, in un excursus storico teso a sviscerare il concetto di “trama nazional-patrimonialista” che usa “la politica come modo per accumulare ricchezza”. E Rajoy, che inizialmente aveva snobbato l’iniziativa, si è sentito obbligato a prendere più volte la parola, qualificando la mozione “come un ulteriore strumento di agitazione”, accusando Iglesias e il suo partito di preferire il “tanto peggio tanto meglio” mentre l’economia spagnola cresce e rivendicando la presunzione d’innocenza, perché “le sentenze le accetto, i giornali li leggo, le maldicenze le disprezzo”.
Dibattito parlamentare occasione anche per riaprire una dialettica a sinistra: prove di dialogo tra Iglesias e José Luis Ábalos, il nuovo portavoce del Psoe, nel tentativo di trovare un punto d’incontro per costruire un’alternativa di governo al PP. La parola passa ai socialisti che celebrano il congresso nel fine settimana.