Massoni a Perugia: e tutti corrono a patrocinarli
APerugia il 20 giugno ci sarà un evento del Grande Oriente d’Italia, la loggia massonica da cui fu espulso Licio Gelli, per festeggiare i 300 anni dalla f o nd a z io n e della Gran Loggia di Londra. C’è il patrocinio della Regione Umbria, delle Provincie di Perugia e Terni, del Comune di Perugia e delle Università del capoluogo. Non manca nessuno. L’U mbria, si sa, è una delle regioni italiane con la più forte tradizione massonica. Lo conferma il presidente della Provincia di Perugia Nando Mismetti: “Non vedo cosa ci sia di sconvolgente, che in Umbria ci sia la massoneria non è un segreto. C’è un legame storico tra la massoneria e la città di Perugia. Abbiamo ritenuto l’evento culturalmente rilevante adatto quindi al patrocinio”. “Patrociniamo tutti se hanno i requisiti”, rispondono dalla Regione Umbria ( nella foto la presidente Catiuscia Marini). Nulla di strano quindi. Per quanto le massonerie abbiano giocato un ruolo non sempre trasparente in Italia. È di pochi giorni fa la proposta di legge del vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia Claudio Fava, che imporrebbe a parlamentari, magistrati e dipendenti pubblici di dichiarare l’eventuale appartenenza ad associazioni massoniche. “C’è un intento persecutorio e questa legge lo conferma”, aveva dichiarato il Gran Maestro del Goi Stefano Bisi. A marzo invece la Commissione aveva sequestrato gli elenchi delle logge di Calabria e Sicilia. Per Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, “il Goi è un’associazione assolutamente legittima, e dal punto di vista formale non c’è nulla da eccepire. Come Commissione Antimafia invece, stiamo facendo un’inchiesta sui rapporti tra massoneria e mafia, che è tutta un’altra cosa”. Per il senatore M5S Stefano Lucidi qualcosa non va: “L’Umbria sta dimostrando leggerezza istituzionale non mettendo filtri. Il patrocinio rende l’istituzione partecipe”.