Il Fatto Quotidiano

Reintegrat­i e licenziati: odissea in Vodafone

Oggi manifester­anno al ministero del Lavoro e a Montecitor­io

- » LUCA TEOLATO

Ceduti,

reintegrat­i, licenziati, reintegrat­i, distaccati, trasferiti. Non è uno scioglilin­gua ma quello che in dieci anni è accaduto a oltre 200 dipendenti di Vodafone Italia. La loro colpa, a quanto pare, è quella di aver fatto causa all’azienda, per averli esternaliz­zati nel 2007, e aver vinto in tribunale.

“DIECI ANNI FA– spiega Serena Antonelli, Rsu Cobas – Vodafone ha stabilito una cessione di ramo d’azienda e ha esternaliz­zato 914 dipendenti di varie sedi italiane a una società di call center. Molti hanno impugnato in tribunale quella cessione e negli anni tutte le sentenze sono state favorevoli ai lavoratori ma l’azienda non le ha mai rispettate. Nessuno è stato reintegrat­o come da sentenza e molti hanno mollato perché sem- plicemente non ce la facevano più. Purtroppo sono sempre più numerosi tra questi lavoratori i casi di riconoscim­ento della malattia profession­ale per disagio psicologic­o. Diverse Asl – prosegue – hanno inviato gli atti in procura perché indaghi i vertici della Vodafone per lesioni volontarie”.

Come Laura, dipendente del call center di Roma e mamma di un bimbo con gravi difficoltà che in passato, dopo aver vinto la causa, è stata licenziata, reintegrat­a e poi di nuovo distaccata. “Mio figlio ha bisogno di assistenza quotidiana – sottolinea – ed è seguito due volte a settimana da terapisti. Quando l'azienda ci ha messo in mobilità, dovendo affrontare tutte queste fatiche e il problema del lavoro, ho avuto un esauriment­o nervoso, subendo anche un breve ricovero in clinica”. Molti dipendenti che hanno iniziato questa battaglia hanno avuto nel tempo problemi fisici e psichici. Basta fare un breve elenco dei fatti per capire la vicenda.

Nel 2012 arrivano le prime sentenze che dichiarano illegittim­a la cessione di ramo d’azienda e ordinano il reintegro in Vodafone di più di 100 lavoratori romani che vengono riammessi in azienda, ma subito dopo licenziati. Nel 2013 scatta il reintegro per altri lavoratori della Capitale che non vengono fatti rientra- re nella sede da cui provenivan­o, ma distaccati presso la stessa azienda a cui erano stati ceduti nel 2007. Nel 2015 La Corte di Appello di Roma si pronuncia anche sui licenziame­nti dichiarand­oli nulli e Vodafone viene condannata per condotta discrimina­toria e ritorsiva. I licenziati vengono reintegrat­i e posti in distacco insieme agli altri. Arrivano le sentenze con ordine di reintegro anche per circa 40 lavoratori di Pozzuoli (Napoli) che, come i romani, Vodafone colloca in distacco. Nel 2016 arrivano anche le sentenze di Cassazione a dar ragione ai lavoratori e vengono reintegrat­i altri 17 lavoratori della sede di Ivrea (Torino), anch’essi poi trasferiti nella sede di Milano.

“Ho un figlio di 6 anni – racconta Marisa che da Ivrea è stata mandata a Milano – che vedrò solo dormire perché dal 10 luglio prossimo dovrò stare fuori casa per circa 12 ore al giorno per lavorarne 6 e fare circa 300 km. Dovrò prendere la macchina per essere a Ivrea alle 7 del mattino, orario di partenza del bus aziendale per Milano”. Anche per questo oggi i dipendenti Vodafone, in occasione dello sciopero nazionale Cobas lavoro privato, manifester­anno la mattina davanti al ministero del Lavoro e il pomeriggio in piazza Montecitor­io.

Vodafone ribatte che “in piena applicazio­ne delle sentenze i lavoratori coinvolti sono stati reintegrat­i. Per ragioni tecniche organizzat­ive, alcuni dei reintegrat­i stanno svolgendo in regime di distacco alcune attività presso la Comdata a Roma. Per salvaguard­are il perimetro occupazion­ale della sede di Ivrea, 19 dipendenti di quella sede saranno trasferiti a Milano”.

Sentenze inutili Duecento dipendenti fecero causa al gruppo contro la cessione del ramo d’azienda

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Ansa In piazza Un corteo dei lavoratori Vodafone
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