Lui ha il coltello, lei lo investe e lo uccide
Avvenuto durante la fuga. L’uomo infastidiva la donna con appostamenti
Èmorto
lui, lo stalker. Lo ha investito – pare involontariamente – la donna che aveva minacciato per mesi e che ieri mattina aveva ferito con un coltello. “Doveva finire male”, dice la gente di Villongo (Bergamo) guardando le strisce disegnate con il gesso dai carabinieri per compiere i rilievi. L’ambulanza è ferma in mezzo alla strada.
L’ULTIMO CAPITOLO d el la storia è stato scritto ieri mattina: Gabriella (43 anni, il nome è di fantasia) arriva davanti alla biblioteca comunale dove lavora. Scende dall’auto e si ritrova davanti lui. Un uomo di 44 anni, albanese, ma immigrato regolare. Gabriella forse fa in tempo a guardarsi intorno. Cerca qualcuno cui chiedere aiuto. Ma c’è poca gente a quell’ora dalle parti di via Roma, una strada lunga e dritta. Ai lati soltanto qualche albero, case basse. Poco lontano le colline verdi, schiacciate dal cielo livido e pieno di foschia. È un attimo, Gabriella capisce di essere in pericolo. Lo vede dallo sguardo di lui. I due, hanno raccontato i testimoni ai carabinieri, hanno cominciato a litigare. Il tono della voce è diventato sempre più alto, finché si sono sentite le urla. Lui che avrebbe tirato fuori un coltello, che avrebbe colpito Gabriella a un braccio. Lei che, secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, sarebbe corsa disperatamente verso l’auto per scappare. Entra in macchina, prova a chiudersi dentro, gira la chiave e fa retromarcia per partire. È un attimo, forse non se ne rende nemmeno conto: Gabriella investe in pieno l’uomo. A terra rimane l’aggressore. In una manciata di minuti arriva l’ambulanza, trova il corpo per terra.
MA NONOSTANTEi tentativi di rianimazione si capisce subito che non c’è niente da fare. Morto. “Doveva finire mal e”, ripete la gente che cammina in via Roma. C’è un caldo che stordisce. “Non avevamo avuto nessuna relazione. Niente”, ha giurato ieri Gabriella ai carabinieri, “Io sono sposata e ho dei figli”. Del resto anche l’uomo aveva una famiglia, unamoglie e dei bambini. Insomma, si era fatto una vita in Italia. Con Gabriella si conoscevano da dieci anni, erano amici. Poi, qualche tempo fa, lui aveva cominciato a fare delle avances sempre più insistenti. A molestarla. Gabriella, ha raccontato, prima aveva cercato di dissuarderlo.
ALLA FINE aveva cominciato ad avere paura ed era andata dai carabinieri: “Quell’uomo mi disturba, temo che mi faccia del male”. Ma aveva deciso di non formalizzare la denuncia, pare si fosse limitata a una segnalazione. Sembra che i militari avesse- ro allora convocato l’uomo in caserma per convincerlo a smetterla con le molestie. Ma non era bastato per far desistere lo stalker. Fino all’epilogo di ieri: l’appostamento, le urla, il luccicare della lama che taglia il braccio di lei. Poi la sgommata, il colpo. “Non l’ho fatto apposta, non mi sono accorta di nulla: ho messo la retromarcia per girare e scappare di corsa. Stavo soltanto cercando di salvarmi”, avrebbe detto Gabriella. La sua versione pare confermata dai testimoni. Tanto che la donna fino a ieri sera non era indagata: per la Procura non si configurerebbe nessun reato. In Italia si contano quasi 60 mila denunce per stalking da quando nel 2009 è stato introdotto il reato. Nella stragrande maggioranza dei casi - 84 per cento - le vittime sono donne (il 37 per cento tra i 25 e 34 anni).
Nel 90 per cento dei casi vittima e stalker si conoscono (il trenta per cento ha avuto una relazione), forse anche questo rende spesso tanto difficile presentare una denuncia.
I numeri
In Italia si contano 60 mila denunce per stalking da quando nel 2009 è stato introdotto il reato specifico
MENO di una donna su dieci riesce ad accusare il suo persecutore. Gabriella era riuscita ad andare dai carabinieri. Ma non è bastato. Anche se la vittima stavolta è lui.