Il Fatto Quotidiano

La musica abbatte i muri, oppure li tira su: Radiohead per le Marche

- » STEFANO MANNUCCI

NCINEMA IN PIAZZA A BOLOGNA Cinquantac­inque film, fino al 15 agosto, da “I figli del deserto” di Stanlio e Olio a “Sedotta e abbandonat­a” di Germi, il cartellone di “Sotto le stelle del cinema” porterà il cinema in piazza Maggiore (ingresso gratuito). E oggi ci sarà il primo ospite, il regista argentino Pablo Trapero che presenterà “Il clan”, premiato a Venezia on può sopportare il pensiero che la sua casa italiana sia diventata un ricettacol­o di crepe. Così Jonny Greenwood ha trascorso l’inverno facendo la spola tra l’Inghilterr­a e le Marche, che il chitarrist­a dei Radiohead definisce “il paesaggio più bello del mondo”. Lì, nella tana di Monsampiet­ro Morico, Jonny ama trascorrer­e la buona stagione, tra un salto alle bancarelle di Fermo, una degustazio­ne di Lacrima di Morro d’Alba – annate Doc, of course – o una più british sosta al pub. Il colpo di maglio del terremoto dell’estate 2016 è stato per lui un colpo al cuore: e mentre i Radiohead erano alle prese con l’evoluzione del nuovo album e il tour, lui è tornato spesso lì per mettere in sicurezza la sua magione, dichiarata inagibile.

JONNY L’INGLESE, i ta li an o d’adozione, quello che odia la Brexit al punto da meditare di chiedere un passaporto tricolore, ha visto però negli occhi dei marchigian­i l’enormità di una tragedia da cui lui è stato solo sfiorato. Non per interesse personale, dunque, ma per amore della “sua” terra, ha chiesto a Thom Yorke di fare qualcosa insieme per i terremotat­i. Così, i due Radiohead – e non è detto che in corsa non si aggiungano altri membri della band o qualche ospite – saranno in concerto il 20 agosto allo Sferisteri­o di Macerata: non hanno chiesto compenso, e tutti i proventi saranno destinati a chi ha perso molto, o tutto. È stato facile convincere Yorke, che da sempre conosce le diverse sfumature della sofferenza personale.

Un paio di anni fa ha perso sua moglie, la madre dei suoi figli: una di quelle malattie rapide di cui si fatica a pronunciar­e il nome. E solo da qualche tempo ha ritrovato serenità accanto alla 32enne attrice palermitan­a Dajana Roncione. Molta Italia si è infiltrata nella sussiegosa Oxford.

Che i Radiohead amino in particolar modo il nostro Paese lo si è capito anche con i due concerti a Firenze (in quelle ore si è diffusa la notizia del benefit maceratese) e a Monza. Non solo per l’estensiva riproposiz­ione di Ok Computer, il capolavoro di vent’anni fa, ma anche per il regalo, tra i bis della seconda data, della venerata Creep, che il gruppo non eseguiva sul palco da an- ni. Un inno per i diseredati generazion­ali, nato forse per caso, quando Greenwood generò quel riff potente e inconfondi­bile sbattendo per terra la chitarra in un momento di rabbia.

QUANDO C’È da mostrare generosità i Radiohead si fanno trovare in prima fila. Nel 2010 si esibirono all’Henry Fonda

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