La musica abbatte i muri, oppure li tira su: Radiohead per le Marche
NCINEMA IN PIAZZA A BOLOGNA Cinquantacinque film, fino al 15 agosto, da “I figli del deserto” di Stanlio e Olio a “Sedotta e abbandonata” di Germi, il cartellone di “Sotto le stelle del cinema” porterà il cinema in piazza Maggiore (ingresso gratuito). E oggi ci sarà il primo ospite, il regista argentino Pablo Trapero che presenterà “Il clan”, premiato a Venezia on può sopportare il pensiero che la sua casa italiana sia diventata un ricettacolo di crepe. Così Jonny Greenwood ha trascorso l’inverno facendo la spola tra l’Inghilterra e le Marche, che il chitarrista dei Radiohead definisce “il paesaggio più bello del mondo”. Lì, nella tana di Monsampietro Morico, Jonny ama trascorrere la buona stagione, tra un salto alle bancarelle di Fermo, una degustazione di Lacrima di Morro d’Alba – annate Doc, of course – o una più british sosta al pub. Il colpo di maglio del terremoto dell’estate 2016 è stato per lui un colpo al cuore: e mentre i Radiohead erano alle prese con l’evoluzione del nuovo album e il tour, lui è tornato spesso lì per mettere in sicurezza la sua magione, dichiarata inagibile.
JONNY L’INGLESE, i ta li an o d’adozione, quello che odia la Brexit al punto da meditare di chiedere un passaporto tricolore, ha visto però negli occhi dei marchigiani l’enormità di una tragedia da cui lui è stato solo sfiorato. Non per interesse personale, dunque, ma per amore della “sua” terra, ha chiesto a Thom Yorke di fare qualcosa insieme per i terremotati. Così, i due Radiohead – e non è detto che in corsa non si aggiungano altri membri della band o qualche ospite – saranno in concerto il 20 agosto allo Sferisterio di Macerata: non hanno chiesto compenso, e tutti i proventi saranno destinati a chi ha perso molto, o tutto. È stato facile convincere Yorke, che da sempre conosce le diverse sfumature della sofferenza personale.
Un paio di anni fa ha perso sua moglie, la madre dei suoi figli: una di quelle malattie rapide di cui si fatica a pronunciare il nome. E solo da qualche tempo ha ritrovato serenità accanto alla 32enne attrice palermitana Dajana Roncione. Molta Italia si è infiltrata nella sussiegosa Oxford.
Che i Radiohead amino in particolar modo il nostro Paese lo si è capito anche con i due concerti a Firenze (in quelle ore si è diffusa la notizia del benefit maceratese) e a Monza. Non solo per l’estensiva riproposizione di Ok Computer, il capolavoro di vent’anni fa, ma anche per il regalo, tra i bis della seconda data, della venerata Creep, che il gruppo non eseguiva sul palco da an- ni. Un inno per i diseredati generazionali, nato forse per caso, quando Greenwood generò quel riff potente e inconfondibile sbattendo per terra la chitarra in un momento di rabbia.
QUANDO C’È da mostrare generosità i Radiohead si fanno trovare in prima fila. Nel 2010 si esibirono all’Henry Fonda