Il Fatto Quotidiano

Genova rosso pallido: il lavoro se ne va, la destra fiuta il colpo

Il ballottagg­io Domenica la città può finire a Salvini e Forza Italia. Dopo 70 anni di governo a sinistra

- » FERRUCCIO SANSA

Ealla fine da Genova se n’è andata anche Genova. È partita una mattina e nessuno se n’è accorto. Su questo intercity non proprio scintillan­te, quello delle 6.44 del mattino. Il 652, il treno dei pendolari. È in partenza dal binario 18 l’intercity per Milano”, annuncia l’altoparlan­te con voce metallica. Sul marciapied­i c’è chi si saluta, chi guarda intorno cercando un appiglio. È così ogni mattina da decenni. Su treni come questo se ne vanno da Genova 4 mila giovani ogni anno. “Qui il saldo migratorio – nonostante gli arrivi – è negativo: sono più quelli che partono. E ci sarebbe un disperato bisogno di giovani perché l’età media è 48 anni. Nel 1970 eravamo quasi 900 mila, oggi 600 mila”, spiega Luca Borzani, presidente del Palazzo Ducale, luogo di incontro che Milano si sogna, dove i genovesi si trovano per parlare di politica, religione, arte e scienza.

OGGI A GENOVA sono tutti a scannarsi sul risultato del primo turno: il 38% del centrodest­ra di Marco Bucci (ma soprattutt­o Giovanni Toti e Matteo Salvini) contro il 33 del centrosini­stra di Gianni Crivello. Tutti a chiedersi di chi sia la colpa del 52% di astensione. L’Istituto Cattaneo sostiene che il Pd ha perso voti verso il M5S che a sua volta ne ha perduti molti verso la Lega. È un frullare di dati nelle segreterie, nei dibattiti tv dove la classe dirigente accorre per convincers­i di esistere. Ma la città – quella vera – si vede sul binario 18. Ha la faccia di Stefano, ingegnere che a Genova non è riuscito a restare, ma ha trovato posto al Mit di Boston. Oppure di Fabrizio, architetto che insegna in California. L’università dove Stefano e Fabrizio hanno studiato è a pochi metri dal binario (oggi ha 30 mila studenti e scende nelle graduatori­e). La meta dell’esodo è Milano, ormai quinta città della Liguria. Ma anche a Londra vivono decine di migliaia di liguri.

Venite nella carrozza 6 per vedere dove andrà Genova. Mentre il treno procede verso Ponente. Si intravvede Sampierdar­ena. Dal 2003 sono arrivati in massa 10 mila ecuadorian­i e le hanno cambiato volto. Non i palazzi – operai in via Buranello, più borghesi, quasi pretenzios­i, in via Cantore – ma proprio la vita. Lo vedi nelle insegne dei negozi – slot machine, empori sudamerica­ni – ma anche nelle note di rap la- tini, nel profumo di fritadache escono dalle finestre. “Nel mio palazzo siamo rimasti l’unica famiglia italiana”, scrolla le spalle Maria Teresa Risso. Inevitabil­e o frutto di una mancata pianificaz­ione? Amen, alla fine Bucci ha preso il 34,77%, Crivello il 34,06. Sampierdar­ena che ha perso l’occasione quando qui doveva venire l’università. Invece arrivarono centri commercial­i e multisala. Tum, tum, tum, prosegue il treno. Imbocca la Valpolceve­ra: case operaie, grigie eppure dignitose, poi ville patrizie, un’insegna del Pd. E capannoni, tanti: “Squallida e cara bellezza”, scriveva il poeta Adriano Guerrini. Città bella di palazzi e di persone. Genova solidale con il primato del volontaria­to, delle società di mutuo soccorso. A Sestri Ponente le trovavi in ogni strada: si giocava, si ballava, si parlava di politica. Questo era la sinistra, più dell’identifica­zione con il partito. Che comunque una volta a Sestri aveva più iscritti che il Pd oggi in Liguria. Restano i capannoni, così grandi e vuoti che senti l’eco: “Esso, Mobil, Ip, Miralanza, Piaggio, Saiwa, Eridania, Sicao, Fondiaria, Credito Italiano, San Giorgio, Lebole”, Alberto Gagliardi – un passato nel centrodest­ra, oggi battitore libero della politica locale – snocciola il rosario delle imprese che hanno lasciato Genova. Strano il destino: le fabbriche chiudono, gli operai sono sempre meno. Eppure qui la gente non ha tradito, per fedeltà a se stessa e alla propria storia. Crivello ha preso il 39,1%.

E PENSARE che il Pd alle Europee si era ritrovato primo partito nei quartieri borghesi: Albaro, i Parioli di Genova. Evviva!, dicevano i dirigenti liberati dall’etichetta di partito dei

Il senso del treno Non solo pendolari: la grande meta dell’esodo è Milano Ma anche Londra

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Ansa/Olycom Il buio e la Lanterna Genova al ballottagg­io. Qui a destra, un sostenitor­e di Crivello; sotto, l’ex sindaco Marco Doria e la stazione “Principe”
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