Il Fatto Quotidiano

A casa di Orlando e Paita l’armata Toti tenta il poker

L’ex presidente porto determinan­te

- F.SA.

ALa

Spezia il centrodest­ra di Toti potrebbe centrare il poker. Per aumentare lo sfregio, proprio nella città di Raffaella Paita e del ministro Andrea Orlando.

La ricetta è semplice: schierare la solita coalizione. E aspettare che gli altri si scannino. Così è successo, puntualmen­te. I primi erano stati i Cinque Stelle spezzini che mesi fa avevano designato quasi all’unanimità il loro candidato: l’avvocato molto stimato Marco Grondacci. Uno che si è sempre battuto per l’ambiente. Ma Grondacci viene silurato dal blog, antipasto di quello che sarebbe avvenuto a Genova. Corre Donatella del Turco (8,9%).

Non va meglio nel centrosini­stra. Negli anni passati dilaniato da lotte - a suon di ceffoni, anche - tra sostenitor­i di Paita e Orlando. Sorpresa: si riesce a trovare la quadra. Ma ecco che spunta l’imprevisto: decide di candidarsi anche Giovanni Lorenzo Forcieri, quattro legislatur­e al Senato, già sottosegre­tario nel governo Prodi. Infine presidente del porto di La Spezia travolto dalle inchieste. Arriva terzo. Ora al ballottagg­io tra Pierluigi Peracchini (centrodest­ra, 32,6%) e Paolo Manfredini (25%) quel 9,19% di Forcieri sarà decisivo. Ma l’alleanza con i compagni non è scontata. Anzi, quei voti valgono di più così. Toti si sfrega le mani. E anche gli amici del cemento che vogliono cancellare i nuovi vincoli messi dal Comune e rispolvera­re il progetto da 260 milioni per il lungomare della città.

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Peracchini (centrodest­ra, 32,6%) e Manfredini (25%)
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